Assolombarda e la grande partita dell’ Ema a Milano

di Marco Frojo ♦  Alle fasi finali il confronto con Amsterdam e Copenaghen. Si decide il 20 novembre. La posta in gioco è importantissima

A esattamente tre settimane dalla decisione di Bruxelles sulla nuova sede dell’Ema (arriverà il 20 novembre), Assolombarda scende in campo per tirare la volata a Milano. Il capoluogo lombardo è infatti una delle 19 città candidate a ospitare l’Agenzia europea per i medicinali che, similmente a quanto sta succedendo con l’Eba (l’Authority bancaria europea), deve lasciare Londra in seguito alla Brexit.

 







Carlo Bonomi, presidente di Assolombarda

La candidatura di Milano: ricadute non solo di carattere economico

«Vogliamo dare il segnale che l’Italia è pronta a fare un gioco di squadra per ripetere il successo ottenuto con l’Expo – spiega Carlo Bonomi il presidente di Assolombarda, che ha inaugurato la campagna davanti alla vetrofania di 250 metri quadrati realizzata per l’occasione sul Palazzo dell’Associazione – A differenza dell’esposizione universale, però, le ricadute sull’economia cittadina della presenza dell’Ema sarebbero durature».

Un primo calcolo dell’impatto economico dell’eventuale sucesso della candidature lo ha già fatto Confcommercio, secondo le cui stime i consumi crescerebbero di circa 60 milioni di euro già nel primo anno; a questa cifra andrebbero ad aggiungere altri 70 milioni nel settore della ricettività alberghiera. L’Agenzia per i medicinali non porterebbe infatti con sé solo i suoi 900 funzionari ma anche convegni, congressi e gli uffici di tutte le più importanti case farmaceutiche del Vecchio Continente. «Le ricadute della presenza dell’Ema non si limiterebbero però al solo campo economico – prosegue Bonomi – Milano diventerebbe ancora più internazionale, senza contare tutte le attività di ricerca e sviluppo e di brevetti che l’Agenzia attrarrebbe».

Con Milano, l’Italia a quota tre agenzie europee

In caso di vittoria di Milano, l’Italia vedrebbe salire a tre il numero di Agenzie europee presenti sul suo territorio: l’Ema si andrebbe infatti ad aggiungere all’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) che ha sede a Parma e alla Fondazione europea per la formazione (Etf) che si trova a Torino. “Fino al 20 settembre è vietato distrarsi dall’obiettivo – afferma il numero uno dell’associazione che rappresenta le imprese di Milano, Lodi, Monza e Brianza – Ci auguriamo che le scadenze nazionali, come per esempio l’approvazione della Legge di bilancio, non distolgano l’attenzione del governo”.

Assolombarda, per parte sua, ha già da tempo iniziato una serie di missioni che hanno portato i suoi rappresentanti in numerosi Paesi dell’Unione Europea, fra cui Portogallo e Polonia, con l’obiettivo di convincerli a votare per il capoluogo lombardo. L’opera di persuasione viene portata avanti anche con le nazioni rivali, quelle che hanno una loro città candidata, per il semplice fatto che prima di arrivare alla decisione finale verrà stilata una short list composta da cinque città e sarà allora che il voto degli esclusi nel primo round diventerà fondamentale. La Grecia, per esempio, ha già detto che se Atene verrà esclusa al primo turno la sua scelta ricadrà su Milano.

Carlo Bonomi, presdidente di Assolombarda, insieme a Marco Barbieri, segretario generale di Confcommercio Milano nel corso della presentazione della campagna a favore della canandidatura di Milano all’ Ema

I criteri per la scelta: Milano ha tutte le carte in regola

I criteri su cui si baserà la scelta dei 27, “criteri oggettivi” fissati dagli Stati, sono sei: la continuità operativa, i collegamenti, le scuole, l’accesso al lavoro, la sanità per le famiglie, e la distribuzione geografica delle agenzie. La candidatura milanese ha tutte le carte in regola per spuntarla:«Caratterizzata da una forte connettività con il circuito internazionale, oggi è considerata una ‘città globale’. Inoltre il suo crescente grado di attrattività è testimoniato dai numeri. Basti pensare che a Milano hanno sede 3.600 multinazionali estere e che qui si concentra il 40% dei nuovi investimenti greenfield diretti in Italia. La sua posizione strategica la rende unica tra le capitali internazionali e la qualità della vita, l’ambiente cosmopolita e più in generale ‘l’italian lifestyle’ rappresentano fattori importanti per lo staff dell’Agenzia. Senza contare che proprio sulle scienze della vita Milano sta costruendo uno degli assi del proprio sviluppo, grazie al sistema di università e centri di ricerca», ricorda Bonomi. La sede prescelta per l’Ema è il Pirellone, che in un raggio di tre chilometri conta ben 183 strutture alberghiere, numero che si dimezza se si riduce la distanza a un solo chilometro.

 

Ricercatore al lavoro in un laboratorio Menarini
Il plus: la presenza di una forte industria farmaceutica

L’altro grande punto di forza che l’Italia può far pesare sul tavolo delle votazioni a Bruxelles è la sua industria farmaceutica. Tenendo conto anche della produzione delle case straniere che hanno investito in Italia, il comparto vale ben 30 miliardi di euro (valore che piazza il Belpaese in secondo posizione all’interno dell’Unione Europea alle spalle della Germania) e il trend è in costante crescita: +5,7% nel 2015 e +2% nel 2016, mentre le stime per quest’anno sono di un progresso di un altro 2%.

Al vertice della classifica delle aziende farmaceutiche italiane c’è la Menarini che, secondo i dati di Farmindustria, nel 2016 ha fatturato 3,5 miliardi di euro; seguono Chiesi (1,6 miliardi), Bracco (1,36 miliardi), Recordati (1,2 miliardi), Alfasigma (1 miliardo). Nella top ten si piazzano altre cinque aziende che, pur avendo fatturati inferiori rappresentano una realtà molto forte del comparto: Angelini (850 milioni), Zambon (700 milioni), Italfarmaco (650 milioni), Kedrion (650 milioni), Dompé (260 milioni). Le aziende farmaceutiche presenti in Italia sono oltre 200 e danno lavoro a 64.000 persone; gli investimenti in ricerca e sviluppo sono circa 2,6 miliardi all’anno e la quota dell’export è del 73% sul totale della produzione.

 

Una sede di prestigio e funzionale: il Pirellone

La valutazione per la scelta della nuova sede dell’Ema verrà fatta sui 19 “sommari” di ciascuna offerta (11 pagine di tabelle non troppo sintetiche che consentono di “fare paragoni più rapidamente”), a cui si vanno ad aggiungere 19 griglie di valutazione “che forniscono informazioni più dettagliate su materie specifiche”. Milano appare una delle migliori: con 50.260 metri quadrati, il Pirellone ha la metratura più vasta di tutte le sedi proposte, dopo il Business Garden di Varsavia, il quale però soddisfa solo alcuni dei requisiti necessari per ospitare l’Ema, mentre il grattacielo progettato da Giò Ponti li soddisfa tutti.

Nell’offerta presentata a Bruxelles il Pirellone verrebbe dato all’Agenzia in comodato d’uso gratuito per il 2019; l’affitto partirebbe dal 2020 con un importo a salire: 2 milioni l’anno nel 2020, 4 milioni nel 2021 e 7 milioni nei successivi. Oggi a Londra il costo dell’affitto per l’Ema è di 14 milioni. Il governatore della Lombardia, Roberto Maroni, ha però già detto che la gratuità potrebbe essere estesa fino ai tre anni per battere le offerte più basse di altre candidate. «Con l’aiuto del governo, che ci ha assicurato di mettere a disposizione risorse per la ristrutturazione del Pirellone, possiamo anche pensare di mettere a carico di Ema solo le spese di manutenzione, tenendo a carico nostro l’affitto», ha detto di recente Maroni.

Il presidente della Regione ha poi ricordato i 59 milioni di euro già stanziati dal governo per la costruzione di un nuovo palazzo per la sede di Ema, un investimento non più necessario dopo la scelta della Regione di mettere a disposizione il Pirellone. Maroni ha ipotizzato che una parte di quei soldi possa servire per adattare il grattacielo alle esigenze dell’Ema, un’altra per mettere a posto la nuova sede del Consiglio regionale in caso di arrivo dell’Agenzia.

 

Una veduta di Amsterdam: il capoluogo olandese, assieme a Copenhagen è la città principale rivale di Milano

Le avversarie

Il capoluogo lombardo ha inoltre collegamenti aerei diretti per tutte le capitali europee, caratteristica questa condivisa con Vienna (che non è collegata a Bratislava ma per il semplice fatto che dista solo 80 chilometri), Barcellona e con Bruxelles. Copenhagen ha voli diretti che la collegano a tutte le capitali Ue, tranne che con Bratislava, al pari di Amsterdam, anche se spesso per raggiungere la capitale slovacca si vola su Vienna. Proprio Amsterdam e Copenhagen sono considerate le avversarie più temibili. Va però detto che nella capitale danese si trova già l’Agenzia europea dell’ambiente (Eea), un fattore che non gioca certo a sua favore.

«Le due capitali del nord sono avversari temibili soprattutto perché hanno alle spalle solidissimi rapporti diplomatici con gli altri Paesi del Nord Europa – conclude Bonomi – L’Italia da un punto di vista diplomatico non è mai stata particolarmente forte, perché non ha mai fatto parte di un blocco. Anche per questo motivo abbiamo deciso di mettere in campo la diplomazia della business community, che già in altre occasione ha dimostrato di poter essere determinante quanto quella tradizionale». Fra tre settimane si saprà se, a quasi un decennio dall’assegnazione di Expo a Milano (31 marzo 2008), il successo verrà bissato.

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Palazzo Gio Ponti, sede di Assolombarda, ospita una vetrofania di 250 metri quadrati; davanti Palazzo Turati e a Palazzo dei Giureconsulti, sedi storiche della Camera di Commercio di Milano, sono esposti due manifesti che riproducono fedelmente la vetrofania di Assolombarda, mentre la sede di Confcommercio Milano, Palazzo Castiglioni, è illuminata di blu (colore della grafica di candidatura per l’Ema) e uno striscione all’ingresso del Palazzo.

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