Assolombarda la crescita della blockchain è ai… blocchi di partenza

di Marco Scotti ♦︎ Archiviato il clou della pandemia, il sistema produttivo lombardo è pronto a scommettere su questa tecnologia. Che oggi vale solo 25 milioni ma che ora è pronta a decollare grazie a un nuovo sistema di relazioni e alla possibilità di essere impiegata nei più diversi sistemi produttivi. Fashion, agroalimentare, rifiuti, pubblica amministrazione sono solo alcuni dei campi d'impiego. Sull'argomento l'associazione degli industriali guidata da Alessandro Spada ha anche realizzato un libro - "Il futuro della blockchain". Tutte le novità raccontate da Jacopo Moschini, coordinatore dello steering commitee di Assolombarda su questa tecnologia

«Questi ultimi 12 mesi hanno portato a un profondo cambiamento dell’impiego della blockchain: non più esclusivamente per l’ambito finanziario, ma al servizio di filiere più interconnesse». Jacopo Moschini, Coordinatore dello Steering Committee Blockchain di Assolombarda, racconta a Industria Italiana quali siano le applicazioni più rilevanti che vengono fatte della “catena di blocchi”. Una tecnologia che ha subito un’ulteriore accelerata – pur rimanendo ancora marginale rispetto ad altre più mature – ma che può essere un tassello prezioso per la manifattura e il sistema produttivo tutto. Tant’è che a essa è dedicato l’ultima pubblicazione di Assolombarda (“Il futuro della blockchain” https://www.assolombarda.it/servizi/ricerca-e-innovazione/il-futuro-della-blockchain ) che comprende una trattazione del fenomeno e 14 casi applicativi che sono stati svolti in Lombardia nell’ultimo periodo.

«All’interno del libro – chiosa Moschini – abbiamo voluto dare evidenza a 14 esempi pratici, casi concreti che mostrano come questa tecnologia si possa applicare in tutti i settori e il valore aggiunto che può offrire. Si deve partire da uno studio di fattibilità prima di provare a comprendere meglio l’impatto che potrebbe avere sull’economia reale. Anche perché siamo ancora in una fase embrionale, con un mercato che valeva, nel 2020, circa 25 milioni di fatturato. Ma ci sono tanti casi in tanti settori diversi che possiamo raccontare: c’è il fashion, l’agroalimentare, il sistema dei rifiuti, il tracciamento e la promozione di comportamenti virtuosi attraverso l’utilizzo di token e perfino impieghi nella pubblica amministrazione. La tecnologia c’è ed è pronta per essere applicata. Anche il Politecnico, con il suo Osservatorio, concorda sul fatto che il momento è maturo per mettere a terra questa tecnologia».







Un nuovo sistema di relazioni

Jacopo Moschini, Coordinatore dello Steering Committee Blockchain di Assolombarda

Gli ultimi 12 mesi hanno mostrato un sistema di relazioni completamente trasformato e con esso anche la pratica economica. Valori fondanti delle relazioni d’affari come la vicinanza e la fiducia sono ovviamente stati accantonati. Al contempo, la dimensione digitale si è rivelata un collante particolarmente efficace, e ha permesso quel fenomeno che chiamiamo la resilienza aziendale. «Tutti questi nuovi scenari, per certi versi totalmente inesplorati, – ci spiega Moschini – hanno accelerato la presa di coscienza e lo sviluppo della tecnologia blockchain. E dunque, da una prima applicazione in ambito finanziario con i bitcoin e le criptovalute in generale, si è passati a un progressivo ampliamento del ruolo, portandolo anche nel mondo produttivo. E questo perché la blockchain consente anche di realizzare una maggiore interconnessione e cooperazione delle filiere degli ecosistemi. Il che si traduce a sua volta in una nuova organizzazione dei modelli, alla definizione di nuove figure professionali e a cambiamenti all’interno dell’impresa stessa».

 

Applicazioni nei sistemi produttivi per la blockchain

Francesco Bruschi, direttore dell’Osservatorio Blockchain & Distributed Ledger

“Uno dei settori potenzialmente suscettibili – si legge nella pubblicazione di Assolombarda – di applicazione che sta ricevendo maggiore attenzione è la supply chain. Le supply chain sono sistemi complessi nei quali molti attori, con interessi potenzialmente contrastanti, si coordinano per il perseguimento di obiettivi industriali e commerciali differenti. In generale, la digitalizzazione può offrire vantaggi rispetto allo status quo in termini di efficienza e capacità di progettare/attuare processi di coordinamento”.

E dunque quali sono i nuovi campi di applicazione? Prima di tutto le transazioni commerciali, in cui si connette in modo diretto domanda e offerta con l’eliminazione degli intermediari, garantendo maggiore flessibilità e un risparmio sulle commissioni. Nel mondo dei pagamenti si può pensare all’automazione di interi processi, come nel caso delle dogane, delle assicurazioni e via dicendo. Il payment internazionale verrebbe completamente modificato: minori costi di transazione, maggiore velocità, possibilità di automazione. Non è un caso che tutte le maggiori istituzioni monetarie internazionali hanno cominciato a valutare lo sviluppo e in certi casi l’utilizzo di valute digitali.

“Un altro ambito di applicazione – si legge ancora nel libro – è lo scambio di informazioni tra agenzie pubbliche, come certificati sanitari, certificati di origine, licenze di import-export. Ad esempio, uno smart contract potrebbe richiedere, prima dell’inizio del trasporto di export, la comunicazione di un certificato fitosanitario da parte di un’agenzia del paese esportatore, e la dogana ricevente verrebbe avvisata in tempo reale del nullaosta. Nel campo della logistica, le possibili applicazioni riguardano la possibilità di raccogliere in modo più puntuale, diffuso e credibile le informazioni riguardanti la movimentazione delle merci, e di renderle disponibili in modo selettivo agli attori della filiera. La possibilità di coinvolgere attori della filiera in modo più efficiente ed ampio nella raccolta, condivisione selettiva e gestione dei dati, apre a sua volta diverse possibilità, anche nel campo della tracciabilità e delle garanzie di provenienza. Oltre ad abilitare meccanismi di tracciamento più efficienti ed efficaci, la raccolta dati tramite registri distribuiti consente più facilmente di dimostrare all’esterno proprietà e circostanze del processo di produzione e distribuzione di un determinato prodotto. Questo perché, oltre ad agevolare la raccolta dati, le transazioni di interazione con gli smart contract, registrate in modo non modificabile tramite logiche convenute, possono certificare le modalità con le quali i dati sono stati raccolti, attraverso prove facilmente verificabili”.

 

Un aiuto dal Pnrr

La blockchain sarà sempre più integrata con tecnologie complementari per generare nuovi vantaggi. Fonte Ibm

Appare dunque evidente come i tempi siano ormai maturi per un incremento della diffusione della blockchain nel sistema produttivo. Nel 2020, complice la pandemia, c’è stato un po’ di freno alla messa in pratica di progetti efficaci, ma una mano potrebbe arrivare dal Piano di Ripresa e Resilienza che convoglierà sull’Italia oltre 220 miliardi di euro. «Le aziende – chiosa Moschini – stanno cercando di comprendere meglio gli impieghi di questa tecnologia, ma siamo sicuri che un balzo significativo verrà compiuto con le politiche attive che incentiveranno investimenti e soluzioni di questo tipo. Per questo stiamo chiedendo alla politica di fare un passo in avanti, perché questa tecnologia corre a una velocità incredibile, tanto che siamo convinti che dovremo a breve realizzare una nuova versione del nostro libro».

Assolombarda, dunque, chiede un passo avanti dal punto di vista della regolamentazione della tecnologia, della definizione dei campi di applicazione. Servono norme precise che promuovano gli sviluppi e il progresso tecnologico. Da questo punto di vista urge intervenire perché nel Pnrr si parla in maniera generica di “transizione tecnologica”, senza soffermarsi sui singoli impieghi e senza specificare se e come la blockchain sia ricompresa nel novero. In compenso, il ministro Vittorio Colao ha espressamente citato la “catena di blocchi” come un caposaldo tecnologico.

 

Costi e figure professionali

La tecnologia blockchain di per sé non è particolarmente costosa, anche se va poi calata caso per caso. «Tra l’altro – ci spiega Moschini – si va a interfacciare con altre tecnologie, come nel caso dell’intelligenza artificiale o dei big data. Il suo compito è quello di certificare sistemi e transazioni. All’interno di un processo produttivo può essere particolarmente preziosa per la validazione e può essere calata nei contesti aziendali in modalità plug&play. Quello che abbiamo notato, però, è che mancano gli sviluppatori della blockchain. Sono pochi e costano tantissimo. Per questo, anche a livello associativo, abbiamo iniziato a formare figure professionali per far comprendere ai più giovani che c’è un’interessante nicchia in cui inserirsi».

 

Il libro e il metodo di lavoro

Alessandro Spada, presidente di Assolombarda

La considerazione di fondo, punto di partenza per la realizzazione del libro di Assolombarda, è che nelle imprese – specialmente quelle di dimensioni più contenute – la consapevolezza è ancora molto bassa sul tema della blockchain. Ma la sua messa a regime potrebbe diventare importante per la valorizzazione di molte filiere. «È il caso del Made in Italy – conclude Moschini – e dei distretti che hanno tra i loro obiettivi principali la tracciabilità e riconoscibilità dei loro prodotti. La blockchain può essere fondamentale anche per certificare la sostenibilità. La raccomandazione che abbiamo fatto è quella di calarla all’interno della pubblica amministrazione, in modo da renderla, virtuosa, 4.0, rapida e snella. Abbiamo avviato un’interlocuzione che esula anche dalla nostra regione, siamo arrivati anche in Abruzzo, dove sono particolarmente sensibili. Certo, la Lombardia è all’avanguardia tant’è che ha fatto progetti anche di carattere sociale, come nel caso del Comune di Cinisello Balsamo e gli asili».

Dopo la pubblicazione su “Il futuro della fabbrica”, che aveva delineato gli scenari applicativi tecnologici alla base dell’evoluzione digitale delle imprese, la nuova pubblicazione di Assolombarda effettua un affondo su una delle tecnologie a maggior potenziale: la blockchain, da alcuni definita come l’Internet del valore. Una tecnologia emergente e in via di forte evoluzione, che dopo un iniziale avvio nel mondo finanziario, sta rapidamente coinvolgendo intere filiere industriali ed ecosistemi. Si delineano così nuovi scenari e nuovi modelli di business abilitati dalla blockchain in tutti i settori. Il libro intende accompagnare verso la migliore comprensione della tecnologia e delle sue molteplici applicazioni e contribuire con proposte di policy alla creazione di un contesto idoneo e favorevole allo sviluppo della tecnologia e delle sue potenzialità. Con questo libro Assolombarda prosegue la serie di volumi dedicati ai temi strategici per la crescita delle imprese, delle persone e del territorio.














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