Assiteca Crowd, l’innovazione a favore di nuove imprese

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di Filippo Astone e Laura Magna ♦ Scelte le  cinque finaliste  del contest per start up della società del gruppo Assiteca. In premio l’accesso gratuito alla raccolta fondi tramite crowdfunding

Tutto pronto per la finalissima della 2° edizione di Assiteca Crowd Startup Showcase, il contest rivolto a startup e pmi innovative promosso dalla piattaforma di equity crowdfunding Assiteca Crowd. Gli utenti del web, attraverso il meccanismo del voto online, e il comitato tecnico della piattaforma hanno decretato i cinque partecipanti all’evento conclusivo dell’iniziativa.







Le start up finaliste

Sul portale www.assitecacrowd.com, che ha registrato nell’ultimo mese oltre 50 mila visualizzazioni, la startup di Conversano (Bari) ReGreen è risultata la più votata. 7406 utenti hanno manifestato la loro preferenza per l’impresa pugliese, che ha presentato il progetto “ReGreen Point”, un’isola ecologica nella quale è possibile conferire plastica ed alluminio ricevendo in cambio crediti da utilizzare sotto forma di sconti in un circuito di attività commerciali convenzionate.

Seconda classificata con 6767 voti la startup di Salerno Sense Square, che ha proposto un’innovativa tecnologia di sensori degli inquinanti dell’aria in grado di raccogliere ed elaborare dati in tempo reale su una rete intelligente.

L’attenzione all’ambiente è presente anche nel terzo progetto più votato. La startup di Torino Shibuse ha ottenuto 3654 voti con il progetto di una piattaforma online, completamente dedicata ai matrimoni ecocompatibili, nata con l’intento di favorire l’incontro tra fornitori e utenti sul tema delle soluzioni green per le nozze.

Il comitato tecnico di Assiteca Crowd, sulle base dei parametri indicati all’interno del regolamento, ha selezionato le altre due finaliste: Boostey, startup di Milano che propone servizi di consulenza ad alto valore aggiunto nell’ambito dell’intelligenza artificiale; Tulip, costituendo spin off dell’Università degli Studi di Salerno che presenta un progetto che consiste nella produzione di un farmaco che ha l’ambizione di prevenire e curare la cirrosi epatica esercitando un effetto antifibrotico diretto sul fegato. Nel corso della finalissima, che sarà trasmessa via web a febbraio, i cinque progetti saranno presentati ad un panel di manager disuccesso. Al termine del contest, l’impresa selezionata riceverà gratuitamente servizi di consulenza finalizzati ad avviare una raccolta di capitali in equity crowdfunding sulla piattaforma di Assiteca Crowd.

«Sono molto soddisfatto della grande partecipazione riscontrata nella fase delle votazioni online, con un totale di visualizzazioni superiore rispetto alla prima edizione – spiega Tommaso D’Onofrio,amministratore delegato di Assiteca Crowd – il web ha premiato tre startup cleantech, legate in qualche modo ad ambiente ed ecosostenibilità a testimonianza della crescita di interesse della comunità verso questi temi. Non è stato facile, considerata la qualità dei partecipanti, definire la cinquina finalista. Sono certo che tutti i progetti avvieranno un percorso di sviluppo imprenditoriale di successo.»

L’equity crowfunding in Italia vale 7 milioni e mezzo

L’Italia in tema di equity crowdfunding ha da dire la sua al mondo. «La prima volta che la parola crowdfunding è stata usata in un testo istituzionale -dice a Industria Italiana Tommaso D’Onofrio, amministratore delegato di Assiteca Crowd e consulente dell’European Crowdfunding Stakeholder Forum, l’organismo europeo che in sede di Commissione UE si sta occupando di definire i regolamenti e le best practices necessarie alla diffusione della cultura in tema di crowdfunding sui vari territori nazionali  – è stato nel Jobs Act Usa del 2012. Qualche mese dopo anche in Italia, nell’articolo 30 del Decreto Crescita 2.0, faceva la sua comparsa questo termine. Siamo stati rapidi nello scrivere la regolamentazione tanto che la Consob ha anticipato l’American SEC con il risultato che nell’estate del 2013 il nostro Paese è stato il primo al mondo a dotarsi di una normativa completa in materia di equity crowdfunding».

Oggi l’equity crowdfunding domestico ha una raccolta complessiva di 7 milioni e mezzo, un’inezia rispetto alle centinaia di milioni del mercato britannico ma, allo stesso tempo, le prospettive di crescita per il nostro Paese sono esponenziali. «Ciò anche grazie alle norme recentemente approvate dal nostro Parlamento che hanno esteso lo strumento a tutte le PMI», chiosa D’Onofrio.

Assiteca Crowd vuol far crescere il mercato

E se a dirlo è il CEO dell’unica società che si occupa di equity crowdfunding in Italia  con  alle spalle un broker quotato in Borsa sul mercato AIM, c’è da credergli. Autorizzata da Consob nel 2014 a svolgere attraverso la propria piattaforma l’attività di raccolta per le start up e le imprese innovative con stabile organizzazione sul territorio domestico, Assiteca Crowd ha un modello di business unico nel suo settore. Intanto perché gli ordini per la sottoscrizione degli strumenti finanziari offerti sul portale vengono gestiti attraverso Assiteca SIM anch’essa partecipata dal gruppo Assiteca. «Proviamo, anche attraverso il nostro network, a proporre sul mercato forme di investimento alternative, come possono essere i progetti finanziati in equity crowdfunding – spiega D’Onofrio – E come ogni forma di crowdfunding è stata fin da subito incentivata fiscalmente, essendo deducibile fino al 27% nel caso delle imprese sociali e al 19% per le start up non a vocazione sociale; una soglia che nella nuova legge di stabilità è stata incrementata al 30%».

Regreen
ReGreen Italia: la raccolta differenziata che incentiva il cittadino

Le cinque  finaliste : ReGreen Italia

La start up che ha raccolto il maggior numero di consensi via web è stata Re Green Italia di Conversano, in provincia di Bari, che ha ideato e realizzato un’isola ecologica definita “unica al mondo” per la raccolta e la compattazione automatica di plastica ed alluminio con un sistema innovativo ed altamente incentivante. L’isola si chiama “ReGreen Point”, e ad essa è possibile conferire plastica (Pet/hdpe) ed alluminio ricevendo in cambio un credito di 25 cent di euro ricaricabili su un Applicazione o Card, e rispendibili sottoforma di sconti in un circuito di attività commerciali convenzionate.

In questo modo ReGreen, incentivando il cittadino con 25 cent di euro per ogni pezzo conferito, riesce a riconoscere, raccogliere, compattare e differenziare a monte il prodotto riuscendo a realizzarne un alto valore, eludendo, come risaputo nel mondo della gestione rifiuti, gli alti costi di separazione e trasporto. Un ReGreen Point installato in un determinato paese o città soddisfa un bacino d’ utenza di circa 25000 abitanti, moltiplicabili nel caso di bacini più grandi. Questo Point con dimensioni minime di 30 mq., si può installare in aree pubbliche (piazze, grandi strade, ecc) o private (es. parcheggi di supermercati o centri commerciali) e quindi facilmente raggiungibili dal cittadino.  La figura dell’investitore potrebbe essere sia privata come una societa’ di gestione rifiuti, che pubblica come le amministrazioni comunali).

  Sense Square

 La seconda finalista è Sense Square , con sede a Salerno, che ha ricevuto via web 6767 voti e il cui progetto riguarda la realizzazione di reti di monitoraggio della qualità dell’aria in ambito smart cities. Sense Square ha sviluppato una tecnologia basata su una rete intelligente di sensori degli inquinanti dell’aria in grado di raccogliere ed elaborare i dati in tempo reale. Tale apparecchiatura permette una elevata definizione riguardo le informazioni sulla qualità dell’aria (PM 10, PM 2,5, Ozono , NOx, CO, SOx). Nel dettaglio, fitte reti di sensori ad elevata risoluzione spaziale e temporale renderanno i dati disponibili in continuo, in tempo reale e 24/24h.

Il servizio che intende fornire Sense Square riguarda sia la realizzazione di reti di monitoraggio attraverso l’installazione di stazioni di monitoraggio altamente performanti ed a basso costo, sia la realizzazione di applicazioni web e mobile che consentano il censimento delle stazioni e la visualizzazione su mappa, con la possibilità di utilizzare filtri di ricerca e di visualizzare popup e report tabellari contenenti i dati rilevati in real time. I dati saranno consultabili dall’utente nel luogo in cui si troverà al momento della consultazione. Focalizzandosi sul mercato globale della sensoristica per il monitoraggio e controllo ambientale Technavio (2015) stima che nel 2019 il mercato di riferimento raggiugerà una dimensione pari a circa $20 miliardi, con un CAGR del 6,7%. I segmenti di applicazioni più interessanti e rilevanti sono il monitoraggio e controllo dell’aria (39,3% del totale) e dell’acqua (33,2% del totale).

Shibuse

 Sul terzo gradino del podio troviamo Shibuse,che opera nel settore dei matrimoni green. Nello specifico è un multishop, quindi è attivo nel settore degli acquisti on line, ed è anche un multivetrina per fornitori. Vuole essere  la prima piattaforma on line italiana completamente dedicata ai matrimoni eco compatibili, e mette a disposizione un ambiente unico in cui l’utente può trovare tutto il necessario per la realizzazione delle proprie nozze green. A loro volta i fornitori del settore possono ricevere un forte supporto in termini di ampliamento del proprio mercato di riferimento. Nel Multi shop, ogni realtà imprenditoriale ha un proprio spazio dove vendere o promuovere i propri prodotti e/o servizi sostenibili; un wedding planner on line gratuito in grado di accompagnare l’utente nell’organizzazione di tutte le fasi del proprio matrimonio; un blog su tendenze ed argomenti di interesse.

Shibuse soddisfa, dunque, un duplice bisogno: quello degli utenti da un lato, posto che il 68% della popolazione italiana ha propensione ad adottare comportamenti attenti all’ambiente e che l’aumento dei costi legati al matrimonio sta modificando la domanda che si indirizza sempre più verso soluzioni low cost, tra cui figurano anche i matrimoni a basso impatto ambientale. Dall’ altro lato vuole soddisfare le necessità dei fornitori che lavorano nel settore, che non sempre hanno risorse da destinare alla creazione di un proprio e-commerce online o alla semplice gestione del proprio sito vetrina, né tanto meno la forza economica per arrivare ad un mercato nazionale. Shibuse ha come mercato di riferimento quello dei matrimoni green on line e si rivolge, come target, ad individui in una fascia d’età che arriva fino ai 45 anni. Si tratta di persone occupate, per lo più laureate, attente all’ambiente, con attitudine agli acquisti on line.

Boostey

Boostey , la prima delle due start up scelta dal comitato tecnico di Assiteca Crowd, è una società di consulenza all’innovazione che coniuga creatività, conoscenza del business e tecnologia per migliorare l’offerta dei clienti progettando servizi innovativi, che siano remunerativi e che offrano esperienze straordinarie e lavora con startup, PMI e grandi aziende ad alto contenuto tecnologico sfruttando le potenzialità del digitale con un focus sull’Intelligenza artificiale. Boostey vuole trar beneficio dell’esperienza della fondatrice, Aram Mbow, ex-dirigente nella multinazionale Accenture (azienda leader a livello mondiale in trasformazioni digitali), per supportare le aziende italiane ed Europee a cogliere le opportunità della digital trasformation.

Insieme ad ingegneri, direttori creativi, strategisti e video-maker lavora all’intersezione tra tecnologia, business e creatività, trasforma l’offerta delle aziende, re-inventa il loro modo di interagire, esprime il loro talento e riorganizza i loro processi dando non solo maggior qualità, semplicità e funzionalità ma avendo come unica mission e metrica di successo la creazione di servizi per gli utenti finali che siano veramente straordinari . Aziende tipo Google, Twitter, Microsoft e Facebook hanno acquisito 140 startup nel mondo in questo settore negli ultimi 6 anni, e le aziende stanno continuando ad investire su di esse. I   clienti target di Bostey sono grandi aziende, Startup e PMI di diverse industrie accomunate dall’obiettivo di differenziare la loro strategia con la tecnologia. Sono quindi aziende “high-tech” o aziende che lo vogliono diventare.

Il   primo mercato di riferimento è l’Italia in quanto il bacino delle PMI è estremamente poco servito e potenzialmente molto remunerativo: solo il 14% delle aziende italiane sono considerate “digitali .L’ obiettivo di lungo termine è quello di acquisire sempre più esperienze nel campo dell’Intelligenza artificiale tramite i progetti portati a termine diventando un riferimento in Europa nella progettazione di servizi di successo basati su tale tecnologia.

TULIP

TULIP è uno spin-off costituendo dell’Università degli studi di Salerno. Il gruppo di ricerca si occupa di cirrosi epatica ed ha individuato un effetto antifibrotico diretto di una molecola già presente in commercio per altro uso. La cirrosi epatica è una malattia cronica estremamente diffusa nel nostro Paese, dove si pone tra le più importanti cause di decesso e comporta elevati costi sociali, ed è patologia  caratterizzata da fibrosi e la conversione della normale architettura del fegato in noduli strutturalmente anormali.

Finora purtroppo non sono disponibili terapie risolutive eccetto il trapianto di fegato. Una volta che la malattia si è instaurata, la gestione del paziente si riassume essenzialmente nella gestione delle complicanze, comprendendo in ciò anche la loro prevenzione. Il   gruppo di ricercadi TULIP ha individuato l’effetto epatoprotettore di un farmaco già in commercio per tutt’altra indicazione. Tale farmaco ha dimostrato in fase preclinica una azione inibitoria e limitante lo sviluppo di fibrosi epatica ed è probabilmente in grado di prevenirne le complicanze, modificando così la prognosi della malattia, sia per quel che riguarda la sopravvivenza che per quanto riguarda la qualità di vita .

Il mercato globale per la terapia farmacologica della cirrosi epatica è stato valutato a $ 1.89 miliardi nel 2015 e raggiungerà $ 2.34 miliardi di dollari entro il 2020, crescendo ad un CAGR del 4,36% (TECHNAVIO, Global Liver Cirrhosis Therapeutics Market 2016-2020, Maggio 2016). La principale area geografica di interesse di TULIP è rappresentata dall’Unione Europea. Il numero malati di cirrosi epatica nell’Unione Europea è pari a 1,35 milioni (QuotidianoSanita.it, 2015). Questo numero è tuttavia una forte approssimazione per difetto; in effetti, comprende solo i malati di cirrosi epatica, originata dalla progressione dell’Epatite C, che rappresenta solo una delle origini della cirrosi epatica.

Attualmente sul mercato non sono presenti farmaci approvati per cirrosi epatica, ma solo farmaci di prevenzione. Tali farmaci preventivi non solo mostrano effetti collaterali, ma non contrastando lo sviluppo della malattia, non rientrano nello stesso mercato di TULIP. In tal senso TULIP andrebbe a creare un nuovo mercato, in quanto il suo utilizzo permetterebbe di evitare l’uso di farmaci preventivi e di contrastare la degenerazione della malattia.

Il Donor incontra il Crowd

Nel dna di Assiteca Crowd c’è l’animo Donor, tanto che il 26 gennaio sarà avviata la piattaforma parallela Assiteca Crowd Donor abilitata su tre sezioni. «La prima – racconta D’Onofrio – di pura Charity, per cui siamo in trattativa con le principali Fondazioni italiane. La seconda sezione è legata alla promozione del Civic Crowdfunding e in questa fase stiamo selezionando, per l’accesso a questo strumento, i borghi più belli d’Italia e la terza sezione è dedicata allo sport e partiremo, in questo caso con un primo progetto legato al tennis. È nostra intenzione devolvere l’eventuale utile scaturente dall’attività di questa seconda piattaforma agli stessi soggetti che sono state sostenuti in crowdfunding: un modello sul quale stiamo lavorando e del tutto innovativo per l’Italia».

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                                                         Tutto sul crowdfunding

L’Italia a volte arriva prima. La prima legge al mondo sull’equity crowdfunding data 2012 ma già nel 2005 una piattaforma di crowdinvesting la “ Produzioni dal Basso” iniziò a finanziare autoproduzioni artistiche, dalla musica all’editoria, dal teatro al design. Certo, era poco più di un esperimento.

Tre forme diverse di crowdinvesting

Secondo il Politecnico di Milano che sul tema ha un Osservatorio , occorre innanzitutto distinguere tra tre forme diverse di crowdinvesting :l’ equity crowdfunding, principale e diffuso, che consiste nell’appello rivolto al pubblico di Internet per finanziare progetti offrendo come controparte la sottoscrizione online di quote partecipative del capitale; il lending crowdfunding, in cui come controparte viene offerto il rimborso futuro del capitale e la remunerazione attraverso un tasso di interesse; l’invoice trading, per finanziare un’impresa attraverso l’acquisto online delle sue fatture commerciali.

L’equity crowdfunding

Qui ci atterremo al solo equity crowdfunding. Come nasce, come è regolamentato e chi sono gli operatori? Partiamo dall’ultima domanda e per rispondere attingiamo ancora ai dati dell’Osservatorio: i portali approvati in Italia sono 17, di cui 16 di gestori autorizzati e uno di un gestore di diritto. Le offerte pubblicate sono state finora 75 di cui 32, ovvero il 57,1%, chiuse con successo e 24 chiuse senza successo. Attualmente 19 offerte sono in fase di raccolta e solo tre di queste hanno superato la soglia minima di successo.

Le offerte sono state promosse da 69 start up innovative, da quattro PMI innovative e da un veicolo di investimento. Il target medio della raccolta è stato di circa 277mila euro con una quota media del capitale di rischio offerto del 19,5%. Nei casi chiusi con successo la percentuale media di raggiungimento del target è stata del 98,3%, mentre il numero medio di finanziatori per campagna è stato di 37,2.

I progetti conclusi senza esito hanno raccolto una media di circa il 6% del target. Il capitale di rischio raccolto in totale è stato di circa supera i 7,7 milioni e solo a ottobre 2016 sfiorava i 6 milioni, mentre un anno prima non aveva ancora superato la soglia dei 3 milioni. Parliamo di piccoli numeri giustificati dalla giovane età del mercato, ma di crescite esponenziali.

Il quadro legislativo

L’equity crowdfunding in Italia è entrato in vigore con la legge 221/2012 che ha regolato la materia demandandone a Consob l’attuazione (nel Regolamento 18592 del 26 giugno 2013 in materia di Raccolta di capitali di rischio da parte di imprese start-up innovative tramite portali online).

Queste due leggi disciplinano sia le modalità per ottenere una licenza per gestire una piattaforma di equity crowdfunding sia quelle attraverso cui si effettuano le offerte e la raccolta di capitale da parte degli investitori. Negli anni successivi, il quadro normativo è stato costantemente ampliato e rinnovato: innanzitutto con l’estensione dell’accesso a questo strumento di finanziamento anche alle PMI innovative, con il Decreto Legge “Investment compact”.

Successivamente, con la conversione del decreto nella legge 33/2015, il Parlamento ha introdotto due ulteriori novità: la prima riguarda la possibilità di sottoscrivere e trasferire le quote delle società a responsabilità limitata senza ricorrere ad atto pubblico come previsto dall’articolo 2470 del codice civile. La seconda riguarda la sottoscrizione delle quote in relazione agli adempimenti MIFID che potranno essere svolti direttamente dalle piattaforme evitando così ai sottoscrittori di dover aprire conti correnti con le banche convenzionate. Tutte novità che mirano a semplificare e a rendere più efficace il crowdfunding a cui manca ora solo un mercato secondario dove trasferire i titoli di questa aziende nate con il finanziamento dal basso.

Il panorama attuale

Al 15 giugno 2016 i portali autorizzati da Consob erano 19, “di cui 18 iscritti alla sezione ordinaria e uno, Unicaseed.it, iscritto alla sezione speciale”, così si legge in un report redatto dal Dipartimento di Ingegneria Gestionale del Politecnico di Milano. Tutti i portali sono Srl a eccezione di una Coop e di una Spa e sono promossi da tre tipologie di soggetti. La prima è quella degli intermediari finanziari che diversificano il business come Assiteca SIM (socio rilevante di Assiteca Crowd Srl) e altri. Altro soggetto promotore sono le associazioni di categoria. Infine , la parte più vasta è promossa da società indipendenti, generalmente fondate da professionisti attivi nel mondo della consulenza. Anche i portali che non hanno nell’azionariato SIM o intermediari finanziari tendono a stipulare accordi di partnership con questi soggetti. Le piaffaforme di equity crowdfunding possono essere catalogare anche in base al settore di attività che scelgono di finanziare: la maggior parte sono generaliste; alcune sono invece specializzate.

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