Artsana, ovvero: quanto è importante per il Cfo conoscere le nuove tecnologie

di Marco Scotti ♦︎ In partnership (anche) con Oracle, la storica azienda comasca - 1,5 miliardi di fatturato, 204 milioni investiti nel triennio in R&D e oggi parte della galassia Investindustrial - ha avviato un processo di digitalizzazione della filiera produttiva

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«Solo il 10% dei Cfo italiani ha le competenze digitali necessarie per lavorare, oggi, con le nuove tecnologie. Quando devo arruolare un giovane in azienda metto bene in chiaro che servono anche queste skill e gli dico di non aver paura della novità. Il direttore finanziario deve partire dal mestiere più bello del mondo, il controllo di gestione, che ha nel suo dna il desiderio di innovare». Michele Lerici, Cfo di Artsana, commenta con Industria Italiana le trasformazioni del ruolo di direttore finanziario con l’avvento delle nuove tecnologie a margine del convegno “Agile Finance” organizzato da Oracle.

L’azienda comasca – la sede è a Grandate – ha una doppia anima: una industriale con il brand Chicco, l’altra retail con Prenatal e Toys Center. L’headquarter è il vero centro nevralgico del gruppo, che impiega oltre 7.000 addetti, con un fatturato superiore a 1,5 miliardi di euro. Fiore all’occhiello di Artsana sono gli investimenti in Ricerca&Sviluppo: solo negli ultimi tre anni sono stati investiti 204 milioni di euro.







Proprio l’azienda fondata e guidata da Larry Ellison fornisce ad Artsana le soluzioni di demand&supply chain planning in modalità SaaS e l’Epm (Enterprise Performance Management) Cloud, una soluzione che riguarda tutti i processi di budget e pianificazione. Si tratta di un ambizioso programma di modernizzazione del proprio processo di integrated business planning.

«Oggi – prosegue Lerici – abbiamo la capacità di leggere in maniera efficace i dati e le informazioni, ma ancora dobbiamo capire come sfruttare nel modo migliore quello che riusciamo a estrapolare. E questo è un tema di vitale importanza per la direzione finanziaria, che ha l’onere e l’onore di osservare, a “volo d’angelo”, tutte le anime dell’azienda per indirizzare nel migliore dei modi la gestione». Per migliorare non solo sotto gli aspetti più squisitamente di controllo, Artsana ha stretto un’ulteriore partnership con Oracle per rispondere a tre esigenze primarie: incrementare l’efficacia dei processi di vendita; sostenere lo sviluppo dell’azienda; garacntire la soddisfazione dei clienti.

Michele Lerici, Cfo di Artsana

«Il nostro Crm – ci spiega Lerici – si scontra con le esigenze di una clientela che fatica a stare al passo con i tempi e che è rimasta ancorata alla visione di cinque anni fa. La nostra responsabilità di market leader ci spinge a scegliere le migliori soluzioni disponibili sul mercato. Esse devono garantirci funzionalità atte a sostenere le strategie di crescita dell’azienda e la sua propensione alla continua innovazione finalizzata alla soddisfazione dei nostri clienti, siano essi consumatori finali, clienti business o partner commerciali».

Il quartier generale di Artsana. Photo credits http://www.artsana.com/

Oltre che con Oracle, è stata siglata anche una partnership con Samsung per la realizzazione di due soluzioni che rientrano sotto il nome di BebèCare. La prima è “In home” che consente, tramite sensori, di monitorare qualsiasi movimento del bambino. “Out of home” invece, è relativa al tema di grande attualità dei seggiolini da automobile per i bambini. In questo caso, se lo smartphone del genitore si allontana troppo dal seggiolino del figlio – la cui presenza viene rilevata nuovamente tramite sensori – viene inviata una notifica.

 

Un po’ di storia

Artsana è stata fondata dalla famiglia Catelli nel 1946. Inizialmente l’attività principale dell’azienda era quella di distribuzione di siringhe. A questa si è poi aggiunta quella di prodotti per l’infanzia, con il marchio Chicco, e di prodotti medicali in genere con i brand Pic Solution e Control. Il nome “Chicco”, la seconda gamba dell’azienda, viene deciso in onore del figlio del fondatore, Enrico.

Siringhe Pic Solution. Photo credits picsolution.com

Nell’aprile del 2016 entra nel capitale azionario dell’azienda il fondo di private equity Invenstindustrial di Andrea Bonomi, grazie a un investimento di 750 milioni di euro per il 60% del totale, con una valutazione complessiva di circa 1,3 miliardi di euro. Nell’ottobre dello stesso anno viene ceduto il ramo d’azienda Lycia per 63,1 milioni di euro, mentre nel luglio del 2017 si acquista per 105 milioni di euro il 50% Prénatal Retail Group, la joint venture (in cui ha già il 50%) creata appena nel 2015 con Giochi Preziosi in grande difficoltà e finita in parte nelle mani del taiwanese Michael Lee. La Prénatal Retail Group, ora al 100% dell’Artsana, opera con una rete di oltre 400 punti vendita sotto 4 insegne: Toys Center, Prénatal, Bimbo Store, King Jouet. La sede è a Grandate, in provincia di Como. Il gruppo è presente con 21 filiali (12 in Europa) attive in tutto il mondo, quattro gli stabilimenti produttivi: tre in Italia (Como, Milano, Brescia) e uno in Romania. Considerando concessionari e distributori, il Gruppo Artsana commercializza i suoi marchi in oltre cento paesi (in 50 con la presenza di negozi monomarca), con circa 5.000 dipendenti. L’amministratore delegato, da maggio 2013, è Claudio De Conto. Dopo aver flirtato con quota 1,6 miliardi nel 2017, nel 2018 l’azienda ha registrato una leggera flessione del fatturato, che si è fermato a 1,54 miliardi, con Ebitda in crescita al 6,9% del valore complessivo.














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