Ai lettori: perché Industriaitaliana.it

Factory, Italy
Factory, Italy

di Filippo Astone ♦ Un luogo di notizie, analisi, idee, dibattiti e polemiche su ciò che tiene in vita il Paese. L’Italia è il secondo Paese manifatturiero d’Europa e il settimo al mondo. L’industria contribuisce al 16% del pil e al 60% del valore aggiunto. Ma ha un valore ancora superiore come moltiplicatore di conoscenze, come sala macchina della crescita, come generatore di posti di lavoro.
Torviscosa, the factory, towers

Torviscosa, the factory, towers







Senza industria, non saremmo niente. Vale per tutto il mondo. E vale soprattutto per l’Italia, Paese da sempre povero di materie prime e trasformatore per eccellenza.

Eppure, la manifattura italiana è poco rappresentata sui media e nel mondo politico. Il dibattito pubblico è orientato a discutere di un mondo che non corrisponde alla realtà. Un mondo fatto di cuochi, cucine, stilisti, finanza, politica e bla, bla, bla.

Milioni di italiani che vivono di industria a vari livelli e per diversi motivi, sono privi di adeguate fonti di informazione e di commento. Questa carenza è ancora più grave in un momento come questo, nel quale quattro rivoluzioni tecnologiche contemporanee stanno sconquassando l’economia reale mondiale e italiana, mettendo in discussione equilibri competivi, cancellando aziende e posti di lavoro, e facendone nascere di nuovi. Queste rivoluzioni, trattate anche nella nostra Analisi (in basso nella home page), sono l’Internet delle cose (che declinata in chiave manifatturiera si chiama Industry 4.0 o produzione completamente digitalizzata), la manifattura additiva/stampa 3d, i nanomateriali, la robotica avanzata. E non sono solo rivoluzioni che stanno dentro le fabbriche. Sono rivoluzioni che cambieranno il nostro modo di vivere, di lavorare, di informarci, di viaggiare, di stare insieme. Muteranno tutto.

Industriaitaliana.it nasce per porre rimedio a questo gap informativo.

Nasce per essere un luogo di notizie, analisi, idee e dibattiti su ciò che tiene in vita il Paese.

E, anche, per smentire una certa cultura anti-industria che ancora imperversa, e che fa leva soprattutto sull’ignoranza di chi emette i messaggi, oltre che su quella di chi li riceve. Un modo di pensare che porta a dire che pesticidi, erbicidi e antiparassitari sono nocivi a salute e alimentazione; che dobbiamo far leva, come Paese, su cibo e buon vivere per crescere economicamente; che le energie da fonti rinnovabili possono sostituire il petrolio; che le fabbriche inquinano e via procedendo per un mare di sciocchezze che avvelenano il sistema informativo e, con esso, la qualità del vivere civile.

Certo, i nostri mezzi, per ora, sono limitati.

Non possiamo, né vogliamo, coprire tutto.

Copriremo – il più approfonditamente possibile – solo ciò che ci interessa.

Daremo molto spazio alle ultime frontiere dell’innovazione tecnologica e a un concetto che a noi sta molto chiaro: la politica industriale.
Faremo del nostro meglio, nell’interesse della realtà dei fatti (non della verità, che appartiene alle ideologie e comunque non esiste) e dei lettori. A loro, chiediamo un unico sforzo: seguiteci. E se volete: commentateci. E se sbagliamo: ditecelo.

Factory, Italy
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3 Commenti

  1. C’è bisogno di narrazione limpida e onesta attorno all’economia reale. E, dunque, sia benvenuta Industriaitaliana.it.

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