Approvato l’aggiornamento del Def: manovra da 29 miliardi

Via libera del Cdm alla revisione del documento di economia e finanza. Nessun aumento dell'Iva e sforbiciata al cuneo fiscale. Deficit al 2,2% nel 2019 e nel 2020

Giuseppe Conte, Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana

La stesura per la manovra d’autunno può ufficialmente iniziare. Il Consiglio dei ministri, cominciato poco dopo le 19, ha approvato l’attesa Nota di aggiornamento al Def, che segna il perimetro dell’ex finanziaria. Adesso la legge di Stabilità da 29-30 miliardi di euro ha dei confini precisi e dunque può iniziare ad essere scritta.

Il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, l’ha definita una manovra “ambiziosa”. E lo è per un Paese con il terzo debito pubblico mondiale. 23,1 miliardi per sterilizzare l’Iva, finanziati quasi a costo zero: 14 miliardi dalla flessibilità concessa dall’Europa sul deficit (2,2%) altri 7 dalla lotta all’evasione a mezzo moneta elettronica. Fa 21 miliardi, per gli altri nove si attingerà al minor tiraggio di Reddito di cittadinanza e Quota 100. Nel conto vanno inserite la sforbiciata al cuneo fiscale e le risorse con cui attivare gli investimenti green, per un valore di 50 miliardi di euro.







La grande incognita rimane il Pil. Senza crescita, ogni sforzo è pressoché vano. Se infatti il deficit viene fissato al 2,2% del Pil, come auspicato dal ministro Gualtieri che assicura il rispetto delle regole Ue, la crescita nel 2020 non andrà oltre lo 0,6%. Stima prudenziale è vero, ma comunque bassa. Quello che preoccupa è semmai il debito, che  non è nei parametri di Bruxelles, dal momento che il calo è ridotto, dal 135,7% al 135,1% del Pil.

L’ultima posta di bilancio è quella più importante, gli investimenti. Nella prossima legge di Bilancio saranno aumentati gli investimenti pubblici e il governo si impegnerà per accelerarne l’attuazione. Inoltre, verranno introdotti due nuovi fondi di investimento, assegnati a Stato e Enti territoriali, per un ammontare complessivo di almeno 50 miliardi su un orizzonte pluriennale, che si affiancheranno e daranno continuità ai fondi costituiti con le ultime tre manovre. Le risorse saranno assegnate «per attivare progetti di rigenerazione urbana, di riconversione energetica e di incentivo all’utilizzo di fonti rinnovabili», ha spiegato Gualtieri. Il quale ha fatto sua la possibilità di emettere obbligazioni verdi per finanziare l’energia pulita, sulla falsariga dell’operazione appena lanciato in Germania.

Nel Def sono rispuntate anche le privatizzazioni. La politica economica del governo si svilupperà lungo un orizzonte pluriennale, anche alla luce dell’esigenza di porre il debito pubblico in rapporto al Pil lungo un sentiero di chiara riduzione. Il calo del rapporto debito/pil verrà perseguito in primo luogo grazie alla graduale convergenza del deficit verso l’obiettivo di medio termine, alla ripresa economica, alla riduzione del costo di finanziamento del debito e a un realistico programma di privatizzazioni.














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