Secondo Viale Dell’Astronomia, il provvedimento rischierebbe di fare aumentare i rendimenti sui titoli di stato, in un momento in cui l’Ue ci segue con attenzione. E i debiti della Pa non sono più così urgenti
A pochi giorni di distanza dalla “sberla” di Mario Draghi, i minibot incassano una nuova bocciatura, questa volta dal Centro Studi di Confindustria. Se il numero uno della Bce aveva definito questo strumento – caldeggiato soprattutto dalla Lega – come o illegale, perché prevedeva di stampare nuova valuta, o capace di far aumentare lo stock di debito, l’associazione di Viale dell’Astronomia ha rilevato una lunga lisa di criticità legate all’applicazione dei minibot.
La misura, che nelle intenzioni del governo gialloverde (o solo verde…) dovrebbe ridurre i debiti commerciali della Pubblica amministrazione nei confronti delle aziende fornitrici, sarebbe in realtà un clamoroso autogol che minerebbe la credibilità del nostro paese. I minibot, infatti, secondo Csc possono addirittura minare la credibilità dell’Italia in un momento in cui l’Europa e i partner si stanno chiedendo se il nostro Paese è conforme alle regole fiscali comuni sul debito pubblico.
Tanto più che, negli ultimi anni, lo stock di debiti commerciali della pubblica amministrazione si è molto ridotto (anche se resta il più ampio in Europa) e i tempi di pagamento sono stati accorciati (ma non in modo omogeneo in tutte le aree del Paese). Ciò di cui c’è ancora bisogno è di accrescere l’efficacia della Pa, sostiene Confindustria. Inoltre, le imprese italiane – in media – non soffrono oggi di una crisi di liquidità, come nel 2012, quando l’associazione degli industriali chiese con urgenza misure straordinarie per pagare i debiti commerciali accumulati dalla pubblica amministrazione.
Come già sottolineato da Draghi, poi, l’introduzione di minibot per pagare i debiti commerciali alle imprese farebbe crescere il livello del debito pubblico in Italia, proprio mentre la Commissione europea ritiene giustificata l’apertura di una procedura d’infrazione per disavanzi eccessivi e perché il debito non sta scendendo a sufficienza. Ciò rischia quindi di avere ripercussioni sui mercati finanziari, in termini di rendimenti ancora più elevati sui titoli sovrani. L’Italia ha bisogno, invece, di una strategia credibile di medio termine per ridurre i tassi di interesse e innalzare la crescita economica, sostiene Csc.