Gli ambiziosi progetti di Algowatt

di Laura Magna ♦︎ L'azienda nasce dalla fusione di Ternienergia (storico costruttore di impianti fotovoltaici) e Softeco (it provider per industria, trasporti ed energy). Si è rifocalizzata come abilitatore di soluzioni digitali di gestione e controllo per manifattura, utility, smart city e green mobility. E ora...

Ha appena presentato sul mercato Bubble Gap, una soluzione digitale per assicurare il distanziamento sulle linee di produzione industriali, rispettando la privacy e garantendo la sicurezza dei lavoratori. Parliamo di algoWatt, società costituitasi ufficialmente il 5 marzo con lo scopo di diventare un abilitatore di soluzioni digitali di gestione e controllo per l’industria, le utility, le smart city e la green mobility. O, per dirla con le parole del managing director Laura Bizzarri, una “greentech solution company”. algoWatt nasce dalla fusione tra TerniEnergia, storico costruttore marchigiano di impianti fotovoltaici con clienti come Enel e Terna e collaborazioni con colossi del calibro di Abb e Siemens; e Softeco, gruppo genovese che da 40 anni opera come provider di soluzioni It per industria, trasporti e società energetiche.

«Alla base c’è dunque un’azienda che aveva una forte tradizione manifatturiera, grazie al focus nella produzione di impianti, ma abbiamo compreso il valore degli intangibili e abbiamo scelto di cambiare, peraltro trovandoci in una posizione ideale in un momento storico in cui la tecnologia è diventata fondamentale per la vita quotidiana e per il lavoro», dice a Industria Italiana Laura Bizzarri, Managing Director della società. «La pandemia caduta come una mannaia sulle nostre teste ci ha poi imposto una riflessione sul sistema produttivo perché sono le soluzioni tecnologiche che ci hanno consentito di andare avanti, per esempio attraverso lo smart working. L’industria manifatturiera d’altro canto ha dovuto fermarsi e noi abbiamo pensato che potevamo creare qualcosa che rendesse più facile la vita di tutti i giorni in fabbrica».







Così in poche settimane algoWatt è riuscita ad adattare la produzione ai mutati bisogni del mercato. Questo è stato possibile grazie a un modello di business flessibile e alla sua evoluta ricerca e sviluppo (oltre il 12% dei 20 milioni di fatturato vengono investiti annualmente in innovazione). Non solo. Il gruppo è partner del progetto Estabilise 4.0, mirato a rendere efficiente un modello di rete elettrica sempre più decentralizzata. Il progetto ha in questi giorni ricevuto un finanziamento nell’ambito di Start4.0, il Competente Center di Genova. L’obiettivo che algoWatt persegue al suo interno è quello di rendere autonome le comunità energetiche condominiali, urbane o industriali, sviluppando continuità operativa e garantire la resilienza in caso di evento critico, sia esso causato da rischio informatico, da guasti nella rete, da problematiche legate alla trasmissione di dati e anche dal comportamento non facilmente prevedibile dei generatori e carichi collegati alla rete.

L’importanza della R&S

Laura Bizzarri, Managing Director Algowatt

E se l’expertise fornita da Softeco sarà determinante per lo sviluppo della parte digitale, l’eredità industriale che TerniEnergia porta in dote è altrettanto importante. Oltre 100 clienti, 7 sedi in Italia, oltre 200 dipendenti, e un centro di Ricerca & Innovazione di eccellenza. Attraverso cui il gruppo ha coordinato dagli anni 90 oltre 25 progetti europei di cui 10 in ambito H2020 e ha generato una rete con più di 1000 partnership con università e istituti di ricerca per oltre 100 progetti.

«Il nuovo operatore raccoglie il meglio delle due società. Softeco era stata acquisita nel 2016 perché TerniEnergia, costruttore di grandi impianti per il fotovoltaico e operatore nel recupero di rifiuti per la produzione di materie prime seconde, aveva scelto di abbandonare il comparto delle utility. Aveva dunque alleggerito la propria struttura capital intensive per passare a una realtà fondata su altre competenze comunque presenti all’interno della società. Oggi algoWatt ha da un lato il focus di TerniEnergia sull’ambiente e sulla manifattura, dall’altro il portato di Softeco sul digitale, con il core business che resta su energia e sostenibilità», dice Bizzarri.

 

La prima innovazione nata grazie al modello snello di algoWatt: Bubble Gap

L’ultima soluzione scaturita dalla R&S di algoWatt è dunque Bubble Gap. Spiega Bizzarri: «Non è una cosa che abbiamo creato adesso, abbiamo aggiunto funzionalità a una soluzione che era stata sviluppata per la gestione del personale in ambienti critici come le sale macchine delle navi dove lo spazio è limitato ed è necessario stare attenti alle distanze per garantire la sicurezza. La soluzione è stata riconvertita per essere adattata alle nuove regole sul distanziamento sociale, grazie alla collaborazione con la start-up Reios». E ora si presta a garantire la sicurezza in aziende, operatori dei trasporti, grandi e piccoli cantieri, attività economiche e commerciali che si svolgono in spazi chiusi. Con i grandi vantaggi di essere semplice, affidabile, scalabile. «Oltre a non richiedere l’utilizzo di smartphone e device personali o di scaricare app a rischio di hackeraggio o di scambio di dati sensibili. Bubble Gap si basa sull’utilizzo di badge aziendali equipaggiati con antenna bluetooth e sensori wi-fi, che consentono di ricevere e inviare segnali all’interno di una rete mesh. Si tratta, quindi, di una rete di sensori wireless per l’Internet of Things, nella quale i badge funzionano come “segnalatori” di posizionamento del lavoratore nello spazio chiuso e come “distanziatori” virtuali e digitali».

Algowatt nel mondo

Così quando in una linea di produzione, in un ufficio, in un negozio, in un cantiere si attiva Bubble Gap, il badge del lavoratore monitora in modo anonimo i tragitti degli spostamenti all’interno dell’azienda, inviando un segnale via wi-fi con codice anonimizzato a un server cloud, che con un sistema di data analytics restituisce al management report storici e degli alert sulle aree di rischio, per il supporto alle decisioni. In questo modo, i responsabili del personale e la dirigenza aziendale possono reingegnerizzare l’organizzazione del lavoro riducendo i rischi di contatto. Grazie alla sensoristica bluetooth, è infatti possibile monitorare il distanziamento sociale ottenendo alert di sicurezza (suono, led e/o vibrazione) se lo spazio tra 2 lavoratori è inferiore a 1,5 metri. «Bubble Gap non segue gli spostamenti di una persona positiva al Covid-19 e non avverte coloro che gli sono stati vicino, non utilizza GPS e non monitora spostamenti fuori dall’azienda, non misura la produttività del dipendente (vedi il caso delle proteste sindacali per i braccialetti in un colosso della logistica e dell’ecommerce). Ottenuto il consenso informato del dipendente, Bubble Gap non ha alcuna implicazione con le normative sulla privacy e non scambia dati sensibili», spiega Bizzarri.

Una App per rendere i trasporti pubblici sicuri nel post Covid

Stefano Neri, Chairman & CEO di algoWatt S.p.A.

Ma Bubble Gap non è l’unica innovazione che si adatta al periodo di pandemia. Un altro tema sempre legato al Coronavirus che algoWatt ha approfondito e provato a risolvere è legato a mobilità e trasporto pubblico. L’azienda già fornisce prodotti in white label per diverse società di trasporto pubblico urbano a Milano e Firenze, per esempio. «Abbiamo risposto alla call to action lanciata dal Ministero per rendere efficiente il trasporto pubblico. Si stima che il lockdown abbia fatto risparmiare circa 60 tonnellate di CO2 in un mese, ma con i protocolli di sicurezza negli ultimi Decreti si incentiva l’utilizzo del mezzo proprio che farebbe perdere tutto quanto abbiamo guadagnato in termini di salubrità dell’aria. Abbiamo allora pensato a una App per l’utenza che consenta di pianificare i momenti migliori per prendere un mezzo pubblico, anche in considerazione della maggiore flessibilità acquisita grazie allo smart working, che riteniamo diventerà strutturale. Oltre a fornire una sorta di contapasseggeri che verrà gestito dalla società di trasporti: lo strumento basato su machine learning e big data sarà in grado di consigliare agli utenti percorsi alternativi man mano che ci sarà un utilizzo più massiccio di mezzi pubblici, evitando assembramenti. Per la società di gestione dei trasporti che dovrà prevedere la prenotazione obbligatoria del posto, come sui treni, sarà possibile fare una mappatura del mezzo per garantire il corretto distanziamento. Limitando i posti e regolando i flussi di ingresso nel mezzo pubblico si riducono anche i tempi di attesa, pensando a un’integrazione anche con gli autobus a chiamata».

Il nuovo core business sfronda le attività capital intensive

Insomma, il Covid-19 ha dato a questa azienda la possibilità di provare sul campo, subito, il proprio progetto. Un progetto visibile fin dal nome che racchiude «l’identità storica delle due società che hanno partecipato alla fusione. Unendo l’algoritmo a simboleggiare la digitalizzazione e il Watt a richiamare l’elettrificazione, abbiamo delineato l’identità di one smart company, che utilizza le tecnologie esponenziali per reinventare il proprio modello di business e aprirsi mercati legati alle tematiche della sostenibilità e dell’impatto sociale. Laddove conserviamo un backlog di attività industriali o un portato di competenze, ad esempio nell’O&M e nell’efficienza energetica, introduciamo contenuti di innovazione sostanziale, come nel caso degli interventi di manutenzione predittiva sugli impianti o delle attività automatizzate grazie all’IoT, che consente una migliore pianificazione delle azioni e una riduzione dei costi».

Algowatt in numeri

La forma organizzativa che algoWatt ha scelto di darsi è in grado di gestire velocemente i cambiamenti e perseguire l’innovazione continua. «Stiamo riducendo al massimo gli owned asset per accelerare la possibilità di replicare il business e di esportarlo su mercati non ancora raggiunti, mantenendo snella e leggera la struttura. Infine, ci siamo dati l’obiettivo di rivoluzionare il modello di business: a tendere i prodotti si trasformano in servizi e i servizi in ecosistemi». Il nuovo core business è caratterizzato da attività a maggior valore aggiunto e da una struttura organizzativa snella e scalabile, riducendo le attività capital intensive tipiche delle utility operanti nel settore energetico. Il breakdown delle attività della società si articolerà per circa il 90% in progettazione e sviluppo software, prodotti e soluzioni per i settori energy, utility, mobilità, e per la parte restante in attività di O&M di impianti di energie rinnovabili. L’architettura societaria del gruppo è stata semplificata, concentrando le principali attività industriali in un’unica società, così da perseguire la crescita dei nuovi business nel settore digitale.

In ambiti in cui, anche prima del Covid, le previsioni di crescita erano esponenziali e oggi, con le nuove esigenze generate dalla diffusione del virus risulteranno anche in accelerazione. Parliamo, per esempio, di urban energy e di e-mobility: sono tutti a doppia cifra itassi aggregati di crescita degli investimenti attesi al 2030 in infrastrutture e piattaforme. In Europa, entro dieci anni, verranno venduti circa 6 milioni di veicoli elettrici o ibridi, mentre i target di riduzione dei gas serra impongono investimenti continentali per circa 10.000 miliardi di euro nello stesso periodo. Smart metering e smart energy crescono con fatturati annui superiori al 20%. Il settore energetico è cruciale per la transizione dell’Italia verso un’economia verde, integrando in questo processo anche trasporti e mobilità, proprio attraverso l’innovazione tecnologica green. «Il ruolo di algoWatt sarà quello di integratore di soluzioni e di provider di tecnologie proprietarie, hardware e software, in grado di abilitare nuovi concetti di efficienza energetica in ambito produttivo e residenziale. Analogamente, affiancheremo tutti gli attori della mobilità sostenibile per costruire piattaforme digitali di servizi integrati e on-demand», che permettano di offrire un’esperienza di viaggio migliore e più green.

Gruppo Algowatt

 

L’innovazione tecnologica alla base delle tre business unit green

Più in dettaglio, oggi la società si struttura in 3 business unit: la prima è la Green Energy Utility che propone un’offerta IT dedicata al settore Energy, coprendo tutte le esigenze della catena del valore, dalla generazione distribuita e rinnovabile al demand response. Include soluzioni flessibili per il monitoraggio e il controllo di impianti da fonti rinnovabili, compresa la manutenzione predittiva, sistemi di controllo e di difesa della rete di trasmissione e distribuzione nazionale, sistemi per la progettazione e produzione di apparati di telecontrollo della Rtn, strumenti per la gestione di tutti gli aspetti di approvvigionamento e vendita di energia elettrica e gas.

La BU Green Energy Utility propone un’offerta IT dedicata al settore Energy, coprendo tutte le esigenze della catena del valore, dalla generazione distribuita e rinnovabile al demand response

«Energia e utility sono settori in cui entrambe le società sono competenti; mentre sulla mobilità sostenibile Terni Energia entra grazie al business di Softeco, in particolare focalizzandosi sulla nuova mobilità urbana con software e piattaforme per la gestione delle flotte, sistemi di mobilità combinata e intermodale, gestione, progettazione, installazione e supporto al funzionamento delle infrastrutture di ricarica per veicoli elettrici, integrazione di sistema per i servizi di imbarco nei porti, monitoraggio e gestione della sicurezza stradale e delle infrastrutture critiche (ponti, tratti stradali…)».

L’altra divisione è Green Enterprise & City e si rivolge al mercato enterprise e smart city con servizi e strumenti di diagnostica e telecontrollo delle grandi infrastrutture di trasporto elettrificate (ferrovie, compresa l’alta velocità, e metropolitane), telecontrollo degli impianti e degli edifici, sistemi di gestione e monitoraggio di impianti ambientali (trattamento rifiuti e acque), soluzioni per l’efficienza energetica di impianti industriali energivori, implementazione e gestione delle microgrid e di sistemi di storage. «è un comparto legato all’industria a cui forniamo soluzioni per rispondere a fabbisogni sempre legati all’energia e al suo utilizzo e alla programmazione di risorse produttive impiegate nei diversi processi». L’ambizione è ora di conquistare i mercati internazionali.














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