La visione g…locale dei cluster territoriali

di Marco Scotti ♦︎ Sono sette le strutture regionali che compongono il Cluster Fabbrica Intelligente: Afil (Lombardia), Arter (già Aster, in Emilia Romagna), Associazione Cluster Marche Manufacturing, Medisdih (Puglia), Mesap (Piemonte), Siit (Liguria), Veneto Innovazione (Veneto). E quattro stanno completando le procedure per entrare: Comet (Friuli Venezia Giulia), Cluster lucano automotive (Basilicata), Hit (Trentino) e Sviluppo Umbria. Tutti con un unico obiettivo: supportare e coinvolgere le imprese del territorio, tramite le roadmap, ad aumentare la propria possibilità di fare business, incrementando digitalizzazione, competenze e capacità di attrazione degli investimenti

Mappare le esigenze di innovazione delle industrie, per consentire ai decisori politici a vario livello (regionale, nazionale, europeo) di condurre politiche industriali, progetti, bandi. È una delle attività fondamentali del Cluster Fabbrica Intelligente, che ha dimensione nazionale e che si coordina con undici cluster regionali. «All’interno dell’articolazione a carattere nazionale del Cfi, abbiamo notato che era necessario mantenere forti radici territoriali. Per questo abbiamo inserito la struttura regionale come uno dei pilastri all’interno della nostra organizzazione», spiega Alessandro Marini, membro dell’Organo di coordinamento e gestione del Cfi e senior advisor di Afil, il cluster industriale lombardo.

Incontriamo Marini a margine del Workshop annuale del Cluster Fabbrica Intelligente in cui sono stati presentati i risultati e le proposte del documento “Produrre un paese resiliente”, e si è anche tenuta una tavola rotonda che ci ha permesso di approfondire le attività di tre cluster regionali: Afil (Lombardia), Polo Mesap (Piemonte) e Comet (Friuli Venezia Giulia). Attualmente, sette cluster regionali sono soci a pieno titolo del Cluster Fabbrica Intelligente: Afil, Arter (già Aster, in Emilia Romagna), Associazione Cluster Marche Manufacturing, Medisdih (Puglia), Mesap, Siit (Liguria), Veneto Innovazione (Veneto). E quattro stanno completando le procedure per entrare: Comet, Cluster lucano automotive (Basilicata), Hit (Trentino) e Sviluppo Umbria (Umbria). Il sistema dei cluster regionali è complementare (e non alternativo) al sistema dei Digital Innovation Hub di Confindustria e ai Competence Center. «Il nostro compito – aggiunge Marini – è proprio quello di stimolare l’espressione dei bisogni tecnologici da parte delle imprese, facendosi poi portavoce di queste istanze anche a livello nazionale».







 

L’ecosistema delle imprese e le differenze tra gli attori

Alessandro Marini, Consigliere del Cluster Fabbrica Intelligente ed esperto di trasformazione digitale

L’evoluzione tecnologica, la nascita di Industria 4.0, dei competence center e dei Digital Innovation Hub ha fatto in modo che le imprese avessero diverse tipologie di supporto, ognuno con le sue specificità. Il compito più “complesso” è far capire alle aziende quali sono le aree di influenza di ogni soggetto. «Il ruolo che appartiene al Cluster – chiosa Marini – è proprio quello di fare animazione sull’innovazione. Dobbiamo stimolare l’espressione dei bisogni tecnologici delle imprese e farcene carico a livello nazionale come esigenza territoriale. Dall’altra parte dobbiamo anche definire delle linee guida. Va detto che nei singoli territori non abbiamo un’omogeneità di soggetti: in alcune regioni tutti hanno una struttura dedicata, in altre invece ci sono delle “ibridazioni” che fanno anche progettualità, come avviene con il Digital Innovation Hub che è anche Cluster in Puglia».

Nella specificità di ognuno, dunque, volendo schematizzare l’importanza dei singoli attori ci sono da una parte i Competence Center che forniscono le informazioni per fare innovazione tecnologica; dall’altra ci sono i Digital Innovation Hub di Confindustria che aiutano a comprendere i bisogni; dall’altra ancora c’è il Cluster Fabbrica Intelligente che, oltre a fare raccolta e diffusione delle necessità di innovazione, è anche in grado di accompagnare singole imprese su progettualità già mature: i Lighthouse.

 

 

Afil: sostegno alla creazione di filiere, roadmap su Intelligenza Artificiale ed economia circolare

Assolombarda lancia il progetto #ItaliaMeccatronica
Diego Andreis, managing director di Fluid-o-Tech e presidente Afil

Nato nel 2012, Afil, acronimo di Associazione fabbrica intelligente Lombardia, è uno dei primi cluster territoriali. Il primo presidente è stato Stefano Scaglia, industriale dell’omonimo gruppo di famiglia attivo nella meccanica, nella meccatronica e nell’automazione (Scaglia Indeva), nonché attuale presidente di Confindustria Bergamo. Poi è arrivato Diego Andreis, che guida la propria azienda (Fluid-o-tech, leader di settore nella microfluidica) ed è anche vice presidente di Federmeccanica. «La pandemia – spiega Andreis – ha creato una situazione di grande disorientamento, soprattutto in un territorio come quello lombardo che è fatto di tantissime piccole e piccolissime imprese. Per quanto ci riguarda, il Cluster ha due scopi principali: rappresentare le priorità di ricerca e innovazione delle imprese attraverso le roadmap regionali e facilitare la creazione di filiere impegnandole su questi fronti. In quest’ultimo ambito – assolutamente fondamentale per la competitività della manifattura – lo scoglio più difficile da superare per le imprese è in genere quello d’ingresso, perché bisogna passare dall’impatto nelle fabbriche all’implementazione delle tecnologie a livello di filiera. Noi collaboriamo con tutti gli attori coinvolti, dai Digital Innovation Hub ai Competence Center fino alle università».

Afil, che ha come cluster manager Giacomo Copani, è estremamente impegnata a livello europeo, cercando di coinvolgere i suoi associati in bandi e iniziative, e di portare quanta più possibile Europa in Lombardia. Il nocciolo dell’impegno di Afil, inoltre, è la grande rivoluzione industriale che vede la definitiva fusione di meccanica e digital e che si concretizza nella meccatronica. Il che non significa più semplicemente l’acquisto di un macchinario o quando si connette l’impianto, ma quando si capisce come utilizzare le moli di dati raccolte sul campo. «Ora – aggiunge Andreis – ci stiamo concentrando in particolare con la roadmap sull’intelligenza artificiale, che prevede una grande interlocuzione tra tutti gli attori coinvolti. L’altra roadmap, approvata a maggio del 2020, è quella che riguarda l’economia circolare. Peraltro, l’indicazione dell’economia circolare trova un riscontro nel Green Deal, un insieme di iniziative politiche portate avanti dalla Commissione Europea con l’obiettivo generale di raggiungere la neutralità climatica in Europa entro il 2050. È un piano fortemente sostenuto dalla presidente Ursula Von Der Leyen, secondo la quale il Green Deal sarà per il Vecchio Continente come lo sbarco dell’uomo sulla Luna».

La metodologia di lavoro adottata da Afil

Polo Mesap: aerospazio, automotive, meccatronica, “made in” (tessile e agroalimentare), chimica verde

Paolo Dondo technology manager del Mesap

Mesap è un polo di innovazione territoriale fondato dalla Regione Piemonte per studiare e attuare politiche industriali e supportare le imprese a vario titolo. L’acronimo Mesap sta per meccatronica e sistemi avanzati di produzione. Lo coordina Alfredo Tafuri, mentre il technology manager è Paolo Dondo. Si tratta di un’ associazione (soci sono aziende, università e centri di ricerca) che svolge anche il ruolo di cluster regionale e, in quanto tale, mappa e studia le necessità delle industrie piemontesi, redigendo un’agenda strategica che poi viene usata dalla Regione per bandi e altre iniziative di sostegno all’economia reale. Ma si occupa anche di progetti di innovazione, di formazione, di matching fra le imprese per favorirne il business e di innumerevoli iniziative di supporto alle aziende iscritte. L’agenda strategica, equivalente di quella che altri cluster chiamano Roadmap, è negli stessi settori della strategia di specializzazione intelligente della Regione Piemonte: aerospazio, automotive, meccatronica, “made in” (tessile e agroalimentare), chimica verde. Per favorire scambi informativi ed esprimere i fabbrisogni delle imprese ci sono quattro gruppi di lavoro: meccatronica applicata ai prodotti; meccatronica applicata ai processi; sistemi avanzati di produzione; it, business e tecnologie. Mesap è fortemente sostenuto dall’Unione industriale di Torino, che lo gestisce attraverso la propria azienda di servizi alle imprese, il “Centro servizi industrie srl”. «Abbiamo spinto molto sulla creazione del nostro centro – ci spiega Paolo Dondo – perché il Piemonte ha una grandissima tradizione nell’automotive ma anche perché siamo una regione in forte espansione e trasformazione. Abbiamo avviato una forte colaborazione con il Cluster Fabbrica Intelligente, individuando ricerche e scenari come priorità con interesse nazionale. Siamo coinvolti in importanti progetti, che hanno utilizzato i fondi europei Fesr e Fse per l’assunzione di personale in alto apprendistato».

Un tema che “ritorna” in maniera molto significativo è quello legato all’intelligenza artificiale. A Torino si sta installando l’13A, l’Istituto Italiano per l’Intelligenza Artificiale, tecnologia che può essere impiegata almeno lungo due grandi filoni. «Da una parte – ci spiega Dondo – per il tema della diagnostica predittiva, dall’altro per applicazioni sulla vita del prodotto in un’ottica di economia circolare. Prendiamo ad esempio le fonderie di alluminio: oggi riescono a rilavorare oltre il 99% del materiale trattato. Da quell’esperienza si può imparare moltissimo». Tra i servizi, Mesap gestisce direttamente i bandi di Regione Piemonte riservati ai soggetti aderenti ai Poli di innovazione. Inoltre ha creato un marketplace di brevetti con Leonardo destinati all’industria e alla ricerca ed è ente gestore del Marchio Europeo Smart Systems Integrated che identifica i Prodotti Intelligenti. Per l’occasione hanno partecipato all’incontro alcune pmi e grandi imprese rappresentanti del territorio regionale: Eurofork con sede a Macello (To), produttrici di esmartshuttle, navette per la movimentazione merci all’interno dei magazzini; Monchiero con sede a Pollenzo (Cn) produttrice di macchine tecnologiche automatizzate per la raccolta frutta; Prima industrie, costruttori leader in macchine taglio laser con sede a Collegno (To); Prisma impianti con sede a Basaluzzo ( Al) realizza sistemi di automazione basati su intelligenza artificiale.

Mesap in pillole. Fonte Mesap

Comet: metalmeccanica in Friuli Venezia Giulia

Sergio Barel, presidente di Comet

Comet, cluster della metalmeccanica del Friuli Venezia Giulia, sarà uno dei tre cluster regionali italiani che, insieme ad Afil, parteciperanno al progetto europeo AI Regio- Regions and DIHs alliance for AI-driven digital transformation of European Manufacturing SMEs. Si tratta di un progetto finanziato nell’ambito del programma per l’innovazione Horizon 2020. Il progetto AI Regio è coordinato dal Politecnico di Milano, durerà tre anni ed è finanziato dall’UE con poco meno di 8 milioni di euro, 7.900.000 euro, per la precisione, e coinvolte 36 partner europei. Comet in quanto partner attivo del macro progetto Ip4Fvg, la rete dei Digital Innovation Hub della Regione Friuli Venezia Giulia, è il vettore che trasferirà alle Pmi friulane la conoscenza sul tema dell’intelligenza artificiale e si occuperà dell’identificazione ed implementazione di un progetto sperimentale in grado di sviluppare un approccio di apprendimento intelligente per la pianificazione ed ottimizzazione della produzione.

Grazie alla partecipazione di Comet ad AI Regio, la metalmeccanica regionale potrà godere di un dialogo diretto con i principali poli europei dell’innovazione digitale per ottenere un supporto attivo nella trasformazione digitale. Il progetto AI Regio, infatti, si pone l’obiettivo di abbattere le barriere che ostacolano i poli dell’innovazione digitale incentrati sull’intelligenza artificiale, impedendo loro di adottare la nuova realtà digitale in modo completo. «Abbiamo vinto progetti comunitari – ci spiega Sergio Barel, presidente di Comet – e stiamo lavorando nell’ambito delle traiettorie S3 (ovvero specializzazione intelligente, ovvero gli sforzi sui quali un territorio può esprimere unicità ed ha maggiori chance di successo, ndr) insieme a francesi e spagnoli nell’ambtio dell’additive manufacturing. Lavoriamo anche a stretto contatto con i digital innovation hub e i piccoli imprenditori, cercando di avere sempre un ruolo di attori e non di spettatori nel sistema». Comet, Cluster metalmeccanica del Friuli Venezia Giulia, su delega della Regione, coordina le iniziative volte allo sviluppo della filiera metalmeccanica regionale sui settori meccanica, termomeccanica, componentistica, materie plastiche, macchinari, produzioni in metallo. Come gli altri cluster, svolge attività di mappatura, concentrandosi particolarmente sulla metalmeccanica. Supporta le imprese iscritte nell’accedere alle opportunità di finanza agevolata e ai progetti di internazionalizzazione. Partecipa ai progetti europei per trovare il modo di coinvolgere le aziende friulane, creando valore per loro stesse e per l’economia del territorio. Conduce attività di formazione.














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