Acciaio 1/il futuro dell’Ilva e di Piombino

Tanti i temi toccati dal Presidente di Federacciai, Antonio Gozzi, in occasione dell’ assemblea annuale. Oltre al futuro dei più importanti impianti italiani toccati temi come la competitività del Paese, il commercio internazionale, la situazione dei fattori produttivi fondamentali

«La siderurgia italiana sta vivendo una fase di ripresa della crescita che sembra consolidarsi (nei primi sette mesi dell’anno l’output complessivo è stato di 14,5 milioni di tonnellate [+1,8% sullo stesso periodo dell’anno precedente ). Così, Antonio Gozzi, Presidente di Federacciai, ha sintetizzato lo «stato di salute» della siderurgia italiana nel corso dell’Assemblea annuale della Federazione. Federacciai rappresenta le Imprese Siderurgiche Italiane, fa parte di Confindustria e conta circa 150 aziende associate che realizzano e trasformano oltre il 95% della produzione italiana di acciaio. Il settore dell’acciaio italiano “vale” oggi circa 35 miliardi di Euro (in termini di fatturato) e occupa circa 70.000 addetti (tra diretti e indiretti). La produzione italiana di acciaio ha un “peso” rilevante in Europa tanto da fare del nostro Paese il secondo produttore e consumatore di acciaio, alle spalle della sola Germania. L’Italia è inoltre tra i primi consumatori pro-capite di acciaio al mondo.

Antonio Gozzi è intervenuto su diversi temi in Assemblea, (tra l’altro la sua ultima da Presidente di Federacciai),  tracciando un consuntivo di questi sei anni di attività (per la relazione completa vedi  Industria Italiana ). Ecco alcuni passaggi salienti. Innanzitutto Gozzi ha ammonito, parlando al mondo della politica che «Non bisogna gettare al vento questa fase di ripresa con una campagna elettorale lacerante piena di parole invece che di progetti e programmi. Bisogna continuare al contrario con forza con provvedimenti giusti e fatti concreti come potrebbero essere seri provvedimenti a favore dell’occupazione giovanile e il rifinanziamento del 4.0».







Ha poi parlato delle situazioni di crisi. Sul tema Ilva ha detto: «Conclusa la fase dell’asta competitiva ci auguriamo che si proceda il più rapidamente possibile nell’interesse di tutti, ma in particolare di quello dei lavoratori dell’Ilva e di tutte le aziende dell’indotto affinché l’Ilva di Taranto, dopo cinque anni da quel terribile luglio 2012 e dal quel commissariamento che abbiamo sempre considerato e consideriamo un esproprio senza indennizzo, e una macchia giuridica sulla reputazione internazionale del Paese, possa ripartire e ritornare a essere uno degli stabilimenti siderurgici più importanti del mondo». Su  Piombino ha ribadito che : «Federacciai è a disposizione per un confronto serio, con tutti gli interlocutori coinvolti, a condizione che si cessi con l’incredibile accusa che è stata la “galassia del nord” a impedire che il progetto Rebrab prendesse la luce, perché pure questo ci è toccato sentire in questi anni».

 

Lo stabilimento ILVA di Taranto

Gozzi ha inoltre  ricordato che nel corso del suo mandato (che terminerà a marzo del prossimo anno): «Siamo stati convinti sostenitori di una visione di politica economica volta alla crescita e in particolare alla crescita della domanda interna. Un grande Paese industriale non può vivere di solo export per quanto importante sia stata e sia questa componente per l’economia italiana. C’è un grave ritardo nella realizzazione di infrastrutture sia materiali che immateriali, un ritardo che si sta accumulando e che, in prospettiva, rischia di compromettere seriamente la competitività generale del Paese ».

E a proposito dei fattori produttivi fondamentali: «In tutti questi anni, il principio che ha ispirato la nostra azione è stato quello di assicurare alla siderurgia italiana un costo del Kwh comparabile a quello dei nostri concorrenti europei. All’inizio del millennio partivamo da una situazione drammatica, con un differenziale a sfavore della siderurgia italiana rispetto a quella tedesca, spagnola, francese oscillante tra il 25 e il 30%. Sono stati anni di lavoro intensissimo sul tema. Dobbiamo riconoscere che in questo lavoro quasi tutti i Governi della Repubblica che si sono succeduti sono stati interlocutori attenti e positivi di Federacciai nella ricerca dell’allineamento del prezzo dell’energia elettrica per i siderurgici italiani a quello dei nostri principali competitori europei».

Antonio Gozzi ha poi concluso: «L’Italia, insieme all’Europa e al resto del mondo, dopo quasi dieci anni di una durissima crisi, sta vivendo una fase di ripresa della crescita che sembra consolidarsi. Tale fase è certamente conseguenza della positiva congiuntura internazionale, ma anche di alcune linee di indirizzo, di alcuni provvedimenti assunti dal Governo Renzi e dal Governo Gentiloni che vanno nella direzione giusta. Cito i due più importanti ed emblematici il Jobs Act e Industria 4.0 perché hanno rilanciato le due variabili chiave di ogni economia: occupazione e investimenti/innovazione. ».














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