2022: Odissea nello spazio (di lavoro)

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Tra quattro anni il più della metà della forza lavoro europea sarà composta da mobile worker. In Italia i lavoratori mobili, secondo IDC, saranno 10 milioni

La tecnologia e soprattutto la digitalizzazione dell’esperienza del consumatore/utente stanno rivoluzionando il modo di lavorare, l’organizzazione e gli spazi fisici e logici aziendali, così come li abbiamo sempre conosciuti. «In ambienti sempre più popolati da lavoratori in movimento e device e app intelligenti, le postazioni fisiche di lavoro tendono ormai a essere sostituite dalle cosiddette piattaforme di Digital Workspace, ovvero spazi di lavoro online dove ogni individuo può accedere in maniera univoca alle proprie informazioni di lavoro indipendentemente dal luogo, dal momento o dal dispositivo utilizzato», sottolinea Daniele Rao, Senior Director Research and Consulting di IDC Italia. «Il paradigma Digital Workspace oggi sostituisce quello della postazione fisica di lavoro: il focus si sposta su chi sei/cosa fai rispetto al quando entri/quando esci/dove sei».

La trasformazione dello spazio di lavoro è stato il tema di una serie di appuntamenti che IDC e VMware, in collaborazione con AD Consulting, CH Ostfeld, SoftwareOne e Speditamente, hanno organizzato tra giugno e ottobre toccando cinque città italiane: Roma, Bologna, Firenze, Genova e Napoli. Con il titolo Empowering the Digital Workspace: le tecnologie digitali ridisegnano lo spazio di lavoro per potenziare le capacità individuali e migliorare i risultati aziendali, il roadshow ha visto la partecipazione di CIO e IT manager italiani interessati a capire come semplificare e rendere sicuro l’accesso alle applicazioni aziendali, migliorare l’esperienza della collaborazione e supportare le aziende nel percorso di trasformazione degli spazi di lavoro.







Nel corso dei cinque appuntamenti, è emerso come nelle piattaforme di Digital Workspace confluiscano e si integrino tecnologie in grado di cambiare e migliorare il modo di lavorare offrendo a imprese e utenti maggiore focalizzazione sulle attività e sul business aziendale, connettività always on – fuori e dentro l’azienda e su tutti i device – e aumento delle capacità operative e sensoriali di molte tipologie di lavoratori.

I numeri

L’importanza che queste piattaforme stanno assumendo è testimoniata anche dai numeri. IDC prevede che in Europa Occidentale i mobile worker cresceranno con un tasso composto medio annuo del +3,6%, passando da 103 milioni di individui nel 2017 a 123 milioni nel 2022. Sull’intera popolazione europea dei lavoratori, i mobile worker incideranno per il 65% nel 2022, nove punti percentuali in più rispetto al 2017 (56%). In Italia, i mobile worker sono circa 7 milioni (su 22 milioni di occupati), indietro quindi rispetto alla media europea. Entro il 2022, IDC si aspetta che diventino 10 milioni.

Il futuro

A livello tecnologico, la sempre più spinta digitalizzazione del posto di lavoro sta portando le piattaforme UCC (Unified Communication and Collaboration) a integrare processi di mobilità, collaborazione e social, nonché a sviluppare funzioni di smart building, preparandosi a diventare soluzioni integrate di business process management. Nelle aziende stanno sparendo le postazioni individuali e si stanno moltiplicando gli spazi per la collaborazione (meeting room, sale attrezzate per videoconferenza). I dispositivi e le soluzioni per la comunicazione wireless indoor e outdoor stanno inoltre diventando l’infrastruttura di base del sistema delle comunicazioni aziendali. Sul fronte degli utenti finali, accanto ai più tradizionali device mobili (smartphone, tablet e notebook ultraslim) stanno arrivando nuovi dispositivi che estenderanno il concetto di “smart working” a “intelligent working” e “augmented worker performance”: visori e strumenti capaci di liberare le mani di molti lavoratori così come assistenti virtuali in grado di consigliare gli utenti o addirittura di prendere decisioni in autonomia.














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