La piccola Google italiana

di Bruna Rossi ♦ Vetrya ha sede a Orvieto. Da poco quotata all’AIM, il suo core business consiste  nello sviluppo di innovazione nel settore dei servizi broadband. In tutto il mondo.

Si chiama Vetrya e ha sede in Umbria, a Orvieto, nel centro esatto dell’ Italia. A fondarla, sei anni fa, è stato Luca Tomassini, considerato uno dei padri delle telefonia mobile italiana. Non un classico start upper, insomma, ma un ex Senior Vice President del Gruppo Telecom Italia e imprenditore di lungo corso, noto per aver spinto la rivoluzione GSM, il primo standard di telefonia mobile digitale europeo e per aver creato Cubovision (oggi TIMvision), il sistema che per la prima volta, ormai dieci anni fa, metteva insieme Internet e tv.







Vetrya, che opera nel digitale e nella trasmissione di contenuti video su piattaforme cloud, ha da poco fatto il suo ingresso su AIM Italia, il mercato alternativo per le PMI di Borsa Italiana e ora, dopo aver aperto una società in California ed essersi espansa in Europa e in America  approderà, entro questo mese, a Kuala Lampur in Malesia, con Vetrya Asia Pacific. Obbiettivo: aggredire il mercato asiatico.

La rivoluzione digitale

Abbiamo paragonato Vetrya a Google: il primo motivo è che entrambe hanno una natura di impresa fortemente innovativa. Tutto ciò che fa l’azienda umbra ruota attorno al mondo del digitale. «Il digitale – dice a Industria Italiana il presidente e amministratore delegato Luca Tomassini – non è solo la rete che intreccia le nostre vite, ma è il tessuto connettivo attorno al quale costruire lo stare insieme di persone che, nella ricchezza di posizioni infinitamente diverse, riconoscano nella sfida di rimettersi in gioco e piacere della scoperta le ragioni profonde dell’esistenza». Quasi una filosofia olistica, in cui il suo creatore crede profondamente. «Vetrya – continua Tomassini – investe ogni giorno per contribuire alla crescita di questo nuovo mondo che si basa sul cambiamento digitale, veloce, complessivo e con effetti planetari. Per essere più concreti, nel nostro core business c’è lo sviluppo di innovazione nel mondo dei servizi broadband».

 

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Luca Tomassini, presidente e amministratore delegato Vetrya

Il core business

Cosa fa in pratica Vetrya? «In questi ultimi anni abbiamo sviluppato una importante offerta di piattaforme in cloud computing e servizi digitali – racconta Tomassini – rendendola sempre più vicina alle richieste di un mercato in profonda trasformazione. Abbiamo potenziato ambiti di competenza che si stanno rivelando strumenti fondamentali nella ridefinizione dei modelli di business da parte dei nostri clienti, come le piattaforme di distribuzione video in modalità multi screen, broadband television, mobile payment, big data, social media, internet degli oggetti, digital advertising, realtà immersiva. Ma soprattutto innovazione digitale». In ricerca e sviluppo l’azienda investe ogni anno il 10% del fatturato e vanta collaborazioni di successo con i più importanti operatori di telecomunicazioni del mondo, media company, editori, broadcaster, banche, utility, manufacturing e consumer product.

I numeri della Google orvietana

Nel 2015, il gruppo ha fatturato 37,3 milioni di euro e si appresta a chiudere il 2016 a 46 milioni. L’EBITDA 2015 è ammontato a 4,9 milioni (13%) a fronte di un EBIT di 3,3 milioni e di una posizione finanziaria netta positiva per 4,6 milioni. La quotazione in Borsa all’ AIM è stata determinata non da necessità di cassa, bensì dall’esigenza di dotarsi di uno standing che la rendesse riconoscibile presso gli investitori internazionali. Al mercato è andato l’11,3% del capitale e dopo la quotazione il resto dell’azionariato è andato diviso tra tre soggetti: Aglaia Holding che fa capo a Tomassini, Tomassini stesso che ha una partecipazione diretta, e Masada.

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Vetrya ha debuttato all’ AIM il 29 luglio di quest’anno
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Vetrya somiglia a Google per un altro importante motivo: la sua sede, per cui il GooglePlex è stato ispiratore. Il corporate campus orvietano si è conquistato il riconoscimento come secondo Great Place to Work da parte dell’omonima società che lo ha posto sul podio in mezzo a Cisco System e a Mars-Royal Canin, e in una top-ten in cui compaiono colossi come Mellin, Volkswagen e Mercedes-Benz Financial. E visitandolo se ne comprendono facilmente le ragioni. Non solo un luogo di lavoro ma un ecosistema con attività ludiche e di servizio di ogni tipo: dalla lavanderia, al pagamento delle bollette, al nido, alla pista per la corsa, palestre, campi da calcio, tennis, teatro, centro estetico.

In Vetrya l’età media degli ingegneri è di 33 anni e la partecipazione femminile del 43%. Numeri che per il nostro Paese sono significativi per quanto rari. «Imprese come Vetrya prendono vita e si affermano perché sono in grado di armonizzare l’alta qualità della vita di questo territorio con l’eccellenza tecnologica, – spiega Tomassini – la natura ci ha permesso di godere dai nostri uffici di un panorama straordinario della rupe di Orvieto. L’ intelligenza delle persone, dei nostri collaboratori, fa la differenza: nel mercato digitale, internet realizza la Pangea di tutti i continenti e la geografia determinante per il successo è quella disegnata dalla Rete».

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La sede di Vetrya: non solo un luogo di lavoro

 L’uomo che inventò la telefonia mobile in Italia

La Rete, come la passione per la banda larga e la trasmissione di contenuti video online, per Tomassini non è una folgorazione dell’ultima ora, ma una consapevolezza maturata in una carriera. Tracciare il profilo di questo manager-imprenditore aiuta a comprendere meglio anche la sua start-up. Nel 1987, Tomassini parte da Orvieto e viene assunto in Sip. Si distingue subito per le sue idee out of the box: pensa, in quegli anni in cui il cellulare praticamente non esiste (o meglio è quel citofono enorme che costa 2 milioni di lire ed è solo per le macchine), che ogni italiano ne avrà uno.

Lavora allo sviluppo dei terminali mobili e del sistema analogico E-TACS, il primo in Italia in grado di connettere dispositivi mobili e trasportabili. Poi viene assegnato al progetto della GSM, il primo protocollo europeo di telefonia mobile digitale, e comprende che le possibili evoluzioni sono enormi, tanto da scriverci su un libro: “Sistemi radiomobili terrestri” uscito in occasione del lancio del sistema GSM (Mondiali di Calcio Italia 90).

Un altro libro, “Il Futuro in rete” (1998), gli farà guadagnare alla fine degli anni novanta un progetto legato a Internet in quella che nel frattempo è diventata Telecom Italia. A dirigere la società è in quegli anni Franco Bernabé, che lascerà nel 1999 dopo l’Opa di Olivetti e Tecnost. Tomassini seguirà l’amministratore delegato e con lui fonderà un gruppo industriale e tante aziende innovative, da Kelyan nell’It, al gestore di telefonia mobili e fissi Xaltia, alla softwarehouse Tidysoft. Nel 2003 i primi esperimenti di tv sul cellulare: il servizio di Mobile TV per Tim è il primo a essere lanciato su scala globale. Nel 2007 Tomassini torna in Telecom Italia come direttore dell’innovazione del gruppo. Dopo un anno crea Cubovision, internet nella televisione e la televisione su Internet. Nello stesso anno a Los Gatos, in California, un’azienda di noleggi dvd stava compiendo la sua metamorfosi nella stessa direzione: era, appunto, Netflix.

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Luca Tomassini nel corso di un recente incontro con gli studenti dell’ Università della Tuscia
 Oggetto di studio per  le Università

Eccola, ancora, la Silicon Valley. L’idea di creare il corporate campus Vetrya nasce là, precisamente a Mountain View, in uno dei tanti viaggi di affari di Tomassini con sua moglie Katia, un’esperta di coding e manager prima di Ibm e poi di Siemens, attualmente direttore generale di Vetrya. Oggi la società è diventata oggetto di studio per le Università limitrofe di Viterbo, Roma, Perugia, da cui in futuro attingerà risorse professionali, ma è anche un luogo ambito da studenti americani per fare un periodo di stage. In questi mesi il campus è inoltre sede del corso di marketing internazionale dell’Università di Viterbo, in cui docenti e ingegneri assunti in azienda si scambiano esperienze, dando vita a un polo di conoscenze unico in Italia.

L’internazionalizzazione nel futuro di Vetrya

L’imperativo per il futuro è “internazionalizzazione”. E così Tomassini, dopo aver fondato nel 2014 Vetrya Inc in Usa e aperto uffici commerciali a New York guarda oltre. «Offriamo servizi digitali nella penisola iberica, ma anche in Egitto, Turchia, Sudamerica, e stiamo per lanciare una newco a Kuala Lumpur, in Malesia, che ci aprirà le porte dell’Asia», dice ancora Tommasini. La sua convinzione è che il digitale permeerà inevitabilmente i business e le vite quotidiane di ognuno nel prossimo futuro. «Ci attende un futuro di importanti opportunità e possibilità. – conclude – Un futuro che sta avanzando con una velocità esponenziale, come è stato con Internet. La velocità di evoluzione della rete non è riscontrabile altrove nella storia umana. Siamo solo all’inizio. Guardando al futuro vedo velocità. Velocità in tutti gli ambiti: accesso internet, realtà virtuale, mondo connesso. E soprattutto l’avanzamento dell’intelligenza dei computer. Noi ci crediamo e siamo convinti che il nostro Paese potrà contribuire alla crescita di questo nuovo mondo, che in fondo ha un solo obiettivo: mette l’uomo al centro di tutte le cose; al centro della sua vita».














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