Siemens progetta già la fabbrica del prossimo futuro

Linea di montaggio della Maserati Ghibli
Linea di montaggio della Maserati Ghibli

di Laura Magna ♦ Industria 4.0 e oltre. Siemens si prepara alla rivoluzione e ne progetta le conseguenze per le fabbriche. Lo spiega a Industria Italiana Giuliano Busetto, ceo del settore industry di Siemens.







Dall’Internet delle cose alla Rete di Sistemi. Mentre l’Italia si appesta a inaugurare la sua industria 4.0, almeno sulla carta, qualcuno sta già lavorando alla seconda generazione dell’impresa digitale. Un’impresa in cui un metasistema software sarà in grado di controllare e ottimizzare, integrandole, macchine esistenti con quelle nuove.

Il governo degli algoritmi, appartenuto finora più che altro alla fantascienza, si sta trasformando in realtà. A Industria Italiana lo racconta Giuliano Busetto, ceo del settore industry di Siemens, la multinazionale tedesca che da storica rivale europea di General Electric si è già tramutata in impresa di software industriale, che si propone di accompagnare la manifattura tedesca, ma anche europea e italiana, verso la quarta rivoluzione industriale. Siemens è la più grande azienda europea non automobilistica, con 78 miliardi di euro di fatturato e 360mila dipendenti. Ed è anche una delle più antiche: fondata nel 1847, è stata protagonista della produzione di tutti i dispositivi meccanici ed elettronici all’avanguardia, invenzioni che abbandonava appena diventavano obsolete e antieconomiche. Insomma, una pioniera che ha nel suo dna la capacità di innovare e anticipare i cambiamenti. 

Maserati, fabbrica di Grugliasco
Maserati, fabbrica di Grugliasco

Automatizzazione senza limiti

“Abbiamo già in portafoglio soluzioni integrate di automazione e software industriale per gestire e ottimizzare tutta la catena di creazione del valore”, spiega Busetto, che è anche presidente di Anie Automazione. “La nostra Digital Enterprise Software Suite rappresenta una piattaforma unica di prodotti, soluzioni, servizi integrati e competenze lungo l’intero ciclo di vita del prodotto, dall’idea dello stesso, alla progettazione, pianificazione e ingegnerizzazione dei processi produttivi, fino alla produzione e i servizi”. Ma, appunto, ora l’idea è di combinare software e hardware lungo l’intera catena del valore, per trasformare i dati in conoscenza e in business.

Una scelta che dovrà essere sempre più pervasiva. Secondo le stime nel 2020 l’universo digitale avrà una dimensione di 44 zettabyte (1 zettabyte corrisponde a un valore di 10 alla ventunesima potenza o 1 miliardo di terabyte), con una crescita esponenziale rispetto ai 4 zettabyte di oggi.

“Almeno dal 2007 abbiamo investito più di 5 miliardi in acquisizioni per completare il portafoglio di prodotti di software industriale, dai dispositivi Cad cam alla simulazione, perché avevamo intuito che occorreva legare l’aspetto di automazione e meccatronico alla capacità di modellizzare, simulare, progettare e pensare poi alla costruzione fisica di quell’oggetto, di quella linea, di quella macchina”, spiega Busetto. “Così siamo diventati un’azienda dove il software industriale rappresenta una parte fondamentale, specializzandoci in sistemi di simulazione e software Plm, per la gestione del ciclo di vita del prodotto”. Le tecnologie che oggi sviluppa la tedesca coprono molte, se non tutte le tecnologie 4.0, dall’additive manifacturing, alla automazione nella robotica, alla cybersecurity, ai big data, alla stampa 3D , alle piattaforme IoT. E può diventare un punto di riferimento anche per l’Italia. “Grazie soprattutto al nostro Centro tecnologico di Piacenza, territorialmente vicino al cuore della manifattura italiana, dove imprenditori, ma anche esponenti del mondo universitario e dell’associazionismo possono essere istruiti sull’evoluzione necessaria in chiave 4.0. Un vero e proprio Innovation hub di 700 metri quadri con varie macchine e sistemi di simulazione, in cui chiunque può toccare con mano cos’è la rete di sistemi”, aggiunge il manager.

Pensare al dopo

Ma nella parabola disegnata da Siemens un conto è questa rivoluzione 4.0 che si svolgerà nel giro di dieci o al massimo venti anni, un altro è quello che dovrà accadere dopo. “In questa prima fase a breve termine ci sarà la diffusione delle tecnologie”, spiega Busetto. “Che sarà personalizzata e potrà riguardare solo una o alcune di quelle disponibili. Per esempio la manifattura additiva, che consente di lavorare aggiungendo materiale su un piano bidimensionale, quindi realizzando forme oggi impensabili, invece che asportando materiale come avviene con lavorazioni classiche. Ci vorrà invece molto più tempo per avere una fabbrica 4.0 completamente integrata”. Una nuova industria in cui la rivoluzione coinvolgerà tutti i reparti, dal marketing, alla contabilità, agli approvvigionamenti, al commerciale. E in cui lo stesso processo produttivo sarà simulato prima di essere realizzato. Con importanti risparmi di tempo e un forte miglioramento dell’efficienza. Nell’automotive, per esempio, progettare un prodotto e simularlo grazie a un software consente di ridurre i tempi di sviluppo del 30%. Il software può anche abbassare il consumo energetico degli edifici fino al 40%. Controllare in remoto le turbine eoliche attraverso il monitoraggio e la diagnostica risolve l’85% dei problemi tecnici. L’ottimizzazione dei flussi sulla piattaforma di smart management della fabbrica tedesca di Amberga di Siemens consente un errore dello 0,0012%, un record mondiale.

Giuliano Busetto
Giuliano Busetto

Simulare per risparmiare

“Per restare nel campo automotive la simulazione può essere applicata all’intera automobile e a ogni suo componente, possono essere simulate le vibrazioni, il movimento dei fluidi. Maserati è un esempio di questo sviluppo futuribile”, continua Busetto. E i benefici sono evidenti: prima di usare questo approccio Maserati impiegava 30 mesi per passare dal disegno alla produzione fisica dell’auto, ora il tempo è dimezzato. “La linea che usa il software collaborativo anticipa tutto: ogni componente dei 30mila che servono per realizzare una Maserati lo progetti con un disegno virtuale in 3D, progettare e simulare nel comportamento le linee di assemblaggio dell’automobile per poi realizzare l’ingegneria esecutiva e l’integrazione dell’automazione necessaria al controllo dell’impianto. Tutto ciò che serve: linee di produzione, di stampaggio, verniciatura, i robot. Una vera e propria simulazione tridimensionale in cui vengono anticipati anche i possibili errori”. Un modello di produzione digitale di quella che sarà la produzione reale. “In parallelo viene portata avanti la fase produttiva delle linee che servono per costruire quella macchina come è progettata, il tutto con la perfetta integrazione tra progetto, simulazione e produzione reale”. Un sistema che consente di ridurre il magazzino e di accorciare le tempistiche per qualsiasi manufatto, dall’auto di lusso, all’aereo, all’elettrodomestico, al packaging, all’omino della Lego. 

Prodotti che devono essere realizzati in maniera sempre più flessibile, veloce, adattabile alle richieste mutevoli del mercato, riducendo o azzerando le scorte di magazzino.

Evangelizzazione

Ora resta da capire come rendere questo concetto virale in Italia e come far comprendere a un tessuto industriale per il 90% fatto da microimprese con meno di dieci dipendenti e meno di 2 milioni di euro di fatturato l’importanza di investire in questo senso. “Dobbiamo fare innanzitutto divulgazione a imprenditori e loro imprese, i profili di tutti devono essere adeguati a comprendere le novità tecnologiche. Poi, anche all’interno delle Università e degli istituti tecnici che devono produrre professionalità adeguate alle nuove esigenze del mercato. Immagino nel futuro una facoltà di ingegneria che formi un ingegnere multidisciplinare, non più specializzato in meccanica, chimica, elettronica,  o edilizia come adesso”, commenta il manager.

La Divisione Digital Factory di Siemens offre una gamma completa di servizi hardware, software e la tecnologia a base integrati
La Divisione Digital Factory di Siemens offre una gamma completa di servizi hardware, software e la tecnologia a base integrati

Quasi una corsa contro il tempo per non restare indietro o, peggio, soccombere. La Germania di Siemens ha avvertito in anticipo l’esigenza della rivoluzione “per il peso del manifatturiero fatto da colossi”, spiega il ceo delle divisioni industriali  Digital Factory e Process Industries& Drives. “Associazioni, imprese, scuole, università sono insieme in un programma ben ristrutturato dove si sa bene chi fa che cosa e con quali tempistiche. L’Italia arriva adesso con un modello diverso fatto di poche grandi imprese e per lo più da medie e micro aziende, che però sono costruttori di macchine che fanno parte della filiera. Cioè che vendono al cliente manifatturiero e devono assorbire questi concetti. Abbiamo ridotto sensibilmente il vantaggio rispetto a Francia e Spagna ma credo che dovremmo agire per ridare importanza al manifatturiero per  rinforzare la nostra posizione in Europa alle spalle della sola Germania”.

Diffidenza italica

Lo spaccato non è dei più rassicuranti. “Abbiamo molte richieste, le associazioni locali di Confindustria visitano le nostre fabbriche, sono curiosi e interessati ad apprendere informazioni”, racconta Busetto. “Però se guardiamo le statistiche molti degli imprenditori non hanno ben chiaro che impatto avrà nella loro industria questa evoluzione al digitale e una buona parte di essi non pensa di poter ottenere benefici da un cambiamento del genere. Eppure se non si cambia si sarà tagliati fuori”. Essere arrivati solo ora con il programma governativo non è necessariamente un problema, ma dobbiamo attendere la definizione dei contenuti che comportano l’accesso all’iperammortamento. “Prendiamo solo la voce di cui si è più parlato, quella relativa agli investimenti: quali sono i beni oggetto del superammortamento? La macchina oggetto di investimenti deve essere connessa, avere una tecnologia caratterizzante, può essere incluso l’acquisto di software di componenti di rete, di strumenti di cybersecurity, di cloud. Si sta lavorando a una definizione ora, con le misure che partono da gennaio. Probabilmente questi dettagli si sarebbero dovuti divulgare contestualmente alla presentazione del piano”.

Soluzione Siemens per la fabbrica 4.0
Soluzione Siemens per la fabbrica 4.0













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