Una mini fabbrica per lo shopping su misura

di Christian Zanetti , Marco Seregni  e Giuseppe Lucisano ♦ Oggi in un centro commerciale si compra cibo, si lava biancheria, si trovano devices elettronici. Domani  potrebbe essere normale  acquistare prodotti unici progettati  e realizzati  in loco. Dall’ arredo agli abiti

Industria Italiana ospita il terzo articolo frutto della collaborazione  con il Manufacturing Group del Politecnico di Milano, nel cui ambito lavorano i primi due autori. L’ articolo è realizzato  insieme al  Centro  Studi e Ricerche di SCM Group, leader mondiale nel settore delle macchine per la lavorazione del legno.







 Il mercato 4.0

La recente crisi economica, che ha fortemente caratterizzato  in senso negativo le economie dei Paesi dell’Europa occidentale dal 2008, insieme all’aumento della competizione globale hanno accelerato il processo di trasferimento di produzione dall’Unione Europea verso Paesi a basso costo del lavoro. Al tempo stesso le aspettative dei clienti sono andate via via crescendo in termini di grado di personalizzazione, di prezzi e di sostenibilità ambientale, in particolare tra i giovani e le persone di mezza età  ( Eurostat Manufacture of furniture statistics,21/09/2015). )

Dalla produzione di massa alla personalizzazione di massa

Dopo anni segnati dalla delocalizzazione di produzione e di know-how in Paesi del Far East attraverso processi di outsourcing e off-shoring, ci si chiede quali siano le strategie più efficaci per il re-shoring. Quali iniziative  adottare per riportare la produzione vicino ai clienti, in Europa, nel rispetto dei vincoli di sostenibilità imposti dai Paesi di origine? Vari programmi quadro a livello europeo – tra i quali Horizon 2020, Industrie 4.0 in Germania,  Catapult in UK e Industria 4.0 in Italia – stanno tracciando il percorso per una nuova rivoluzione industriale. Obiettivo, dare nuovo slancio alle economie del vecchio continente. Il punto in comune è il passaggio dalla produzione di massa alla personalizzazione di massa, attraverso azioni diverse che avvicinino il cliente e lo coinvolgano in un mercato virtuale dove le parti si scambiano reciprocamente esigenze e caratteristiche del prodotto e del servizio nel tentativo di renderlo  unico.

Progetto CTC : Il centro commerciale diventa anche  centro di manifattura

In quest’ottica, un’iniziativa interessante è rappresentata dal progetto CTC, finanziato dalla Commissione Europea con il contributo di 10 partner di 6 Paesi diversi, per la realizzazione di una mini-fabbrica per la produzione di mobili personalizzati, da collocare all’interno di un centro commerciale. Il centro commerciale rappresenta un punto di aggregazione, quasi un mercato 4.0,  che ospita fornitori  di vari articoli o servizi. I  visitatori colgono l’occasione per concentrare in questo luogo i propri acquisti, spesso  cercando  nche ispirazione o soluzioni personalizzate. Il principio alla base del progetto era proprio quello di coinvolgere il cliente dalle fasi iniziali di progettazione fino alla realizzazione del suo mobile a chilometro zero. Basti pensare all’esperienza che si prova nell’assistere alla preparazione del cibo in un ristorante, per rendersi immediatamente conto del livello di confidenza e di qualità che si percepisce nel veder produrre in diretta il proprio oggetto.

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Nel passato la piazza della città era la sede di relazione e scambio commerciale

Il mobile a chilometro zero

La realizzazione di tale progetto non è stata banale. Il primo scoglio da rimuovere è stato quello di ripensare integralmente il sistema produttivo attraverso un processo di downsizing dell’intera fabbrica all’interno di un contesto urbano, a fianco di altre attività tradizionali e meno industriali. È stato quindi necessario ripensare le macchine di produzione e tutti i flussi e gli spazi occupati dalla cosiddetta mini-fabbrica, capace di realizzare prodotti personalizzati, economici con tempi di consegna brevi e vicini all’utente finale.

 Le vendite on-line  svuotano i centri commerciali  e rendono lo spazio disponible

Un tempo nella piazza principale del paese si svolgevano le principali attività commerciali. Ai giorni nostri è il centro commerciale  a rappresentare  il polo di attrazione  dove si incontrano le domande e le offerte più disparate: generi di consumo, lavanderia, vendita di prodotti di telecomunicazione, etc. Ma è una realtà in crisi. Un recente sondaggio del Wall Street Journal ha rivelato che il tasso di aree lasciate libere è salito fino all’8% nei centri commerciali regionali  USA e tendenze simili sono attese in Europa, a causa del costante aumento delle vendite on-line. Ma la minaccia si traduce anche in un’opportunità, data la riduzione dei costi di affitto e  la presenza di  incentivi a delocalizzare la produzione dalle aree industriali ai centri commerciali più vicini ai clienti. La domanda successiva è: quali attività produttive potrebbero essere interessanti per i clienti in un centro commerciale e quali caratteristiche dovrebbero avere ?

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Il moderno Centro Commerciale, dove puo’ trovare spazio la mini-fabbrica

 Un’  opportunità per la manifattura

Mentre è difficile selezionare le attività produttive da escludere dalle aspettative dei clienti, le indagini e le interviste condotte hanno evidenziato che un sistema di produzione su piccola scala sarebbe in grado di interagire efficacemente con i clienti in fase di progettazione, qualità, ambiente, costi e tempi di consegna. Nel 2005 Reichwald, Stotko & Piller definirono il concetto di mini-fabbrica come “… un’unità operativa progettata in modo da essere geograficamente distribuita, modulare, scalabile e interconnessa con altre unità dello stesso tipo”. Nel loro modello, questa unità di produzione doveva fornire tutte le operazioni necessarie per il completamento dell’ordine di un cliente e, in particolare, la progettazione con il cliente, la produzione personalizzata e sostenibile e l’assistenza post-vendita, cioè la consegna, l’installazione, la manutenzione, la raccolta e lo smaltimento dei materiali. Vediamo come è stata realizzata.

La mini-fabbrica  su misura del cliente

In un panorama industriale caratterizzato dalla costante ricerca della soddisfazione del cliente, la mini-fabbrica può essere considerata come la naturale evoluzione dell’impresa artigianale o industriale verso un modello più vicino all’utente finale. Tale vicinanza è intesa sia in senso fisico, con la localizzazione della produzione all’interno di un centro commerciale, sia in termini di coinvolgimento diretto del cliente nelle fasi di progettazione, realizzazione e di installazione del prodotto, nel rispetto dei principi fondamentali di sostenibilità. È evidente che il trasferimento della produzione da un ambito industriale ad uno commerciale comporta modifiche radicali alle macchine, all’organizzazione e, più in generale, al modello del sistema di produzione; basti pensare ai condizionamenti imposti dalla limitazione degli spazi disponibili, dal rispetto dei vincoli ambientali e dall’organizzazione della produzione in funzione degli orari di apertura.

Produrre mobili all’interno di un centro commerciale

Nel contesto europeo il settore del mobile è tra i più interessanti per l’applicazione di nuovi sistemi produttivi basati sul concetto di mini-fabbrica, ricoprendo un ruolo di primaria importanza nel manifatturiero per la rilevanza economica: un fatturato di circa 95 miliardi di euro nel 2010, un totale di 130mila aziende e 1.04 milioni di occupati (dati Eurostat) e un’ influenza nella moda e nel design a livello mondiale. Il progetto di mini-fabbrica applicato a questo settore comprende un’unità di produzione di piccola scala basata su una singola macchina a controllo numerico. Questa è collegata direttamente a un configuratore di prodotto, che consente di progettare mobili su misura con la partecipazione attiva del cliente. Ed ecco nel centro commerciale un modello di produzione costituito da un’unica unità operativa, che può essere esteso con i dovuti accorgimenti anche  ad una rete di mini-fabbriche e a settori diversi da quello del mobile.

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Il configuratore al centro del rapporto tra cliente e produttore

Un prodotto sartoriale

Tre sono stati i fattori chiave della mini-fabbrica: personalizzazione del prodotto, gestione integrata del processo,  predisposizione di strumenti informatici di interfaccia evoluti. Con la personalizzazione del prodotto il Cliente ha un ruolo da protagonista: configura in prima persona il suo prodotto e vede la sua fabbricazione attraverso una parete trasparente, può farsi carico dell’installazione e del montaggio del mobile oppure affidarsi ad una ditta specializzata. In sede di progettazione il cliente presenta le sue aspettative e requisiti al vaglio di un configuratore di facile utilizzo, che esegue la validazione tecnologica delle proposte e propone eventualmente soluzioni alternative. Il ruolo dell’operatore della mini-fabbrica rimane comunque fondamentale in questo sistema, pur cambiando radicalmente scopo e attività. Diventa la figura che guida il cliente del design del proprio prodotto così da evitare quel senso di spaesamento di fronte alle infinite opzioni offerte dal configuratore.

La fabbrica nel negozio

Una mini-fabbrica è sia un’unità produttiva sia un punto di contatto, ed è anche  un centro di distribuzione, che fornisce prodotti ai clienti senza intermediazione. A questo scopo sono state ipotizzate due aree distinte, l’area espositiva e quella produttiva. È stato necessario pianificare l’integrazione dei processi a valle (downstream) e a monte (upstream) della macchina a controllo numerico, sviluppata ad hoc per contenere gli spazi occupati e consentire le principali lavorazioni di fresatura, foratura e bordature. I fornitori sono sostanzialmente rappresentati dai produttori di pannelli, la cui fornitura è stata garantita entro le 24 ore attraverso una selezione delle dimensioni, di accessori e di componenti da integrare (es. inserti in marmo) per la realizzazione del mobile.

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Il cuore della mini-fabbrica del mobile

L’elemento centrale è costituito da una macchina a controllo numerico, eventualmente asservita da un robot antropomorfo per operazioni ripetitive o usuranti, finalizzata a realizzare i componenti di mobili finiti e pre-confezionati, a partire da materiali di consumo e pannelli standard attraverso operazioni di taglio, fresatura, foratura e bordatura. All’operatore della macchina spetta la supervisione dell’intero processo, la selezione e caricamento dei pannelli, lo scarico e l’imballaggio dei componenti in appositi cartoni. La consegna è un processo lineare e consiste essenzialmente nella fornitura dei pannelli imballati, nella consegna a domicilio o nell’installazione ad opera di ditte specializzate. Dalle interviste con i fornitori si evince che la spedizione comporta un aggravio di circa il 7% sul prezzo per consegne entro 100 km di distanza, mentre per l’installazione è prevista una tariffa oraria, salvo diversi accordi commerciali.

 Modello organizzativo snello e strumenti informatici user-friendly

Lavorare all’interno di un centro commerciale significa adeguarsi al regolamento del centro, oltre a conoscere le procedure specifiche della mini-fabbrica. Il layout della mini-fabbrica deve considerare gli spazi occupati dalla macchina e dai principali magazzini (2 giorni di stock) nell’ottica di ridurre l’occupazione di suolo ed il trasferimento dei materiali. Riguardo il sistema informativo, per supportare adeguatamente il sistema produttivo sono necessari uno schedulatore, un gestore della Supply Chain e del magazzino. Sul mercato sono disponibili diversi strumenti ICT, (ndr. Information and communications technology) tra i quali alcuni open-source, che garantiscono le peculiarità di flessibilità come richiesto da una mini-fabbrica. Per le dimensioni ridotte e per la complessità limitata dei processi la struttura dei sistemi informativi è estremamente semplificata rispetto a un settore tradizionale: per soddisfare le esigenze del sistema produttivo sono sufficienti un configuratore di prodotto, un ERP (ndr. Enterprise resource planning) e uno schedulatore.

 Dalla mini-fabbrica alle reti distribuite

Il modello di sistema di produzione di una mini-fabbrica può quindi essere esteso a uno scenario caratterizzato da una rete di mini-fabbriche distribuite in una Regione o in un Paese, che possono condividere dati e informazioni su vasta scala e dare così l’opportunità al personale di accedere a una conoscenza enorme e globale. Il concetto di rete implica un’organizzazione di secondo livello, o Macro-fabbrica, per sostenere il coordinamento tra mini-fabbriche e sfruttare le economie di scala in alcune attività.

La Macro-fabbrica

La Macro-fabbrica, rappresentata sia da un’entità organizzativa che fisica, fornisce informazioni e supporto alle diverse mini-fabbriche, senza partecipare alle attività di produzione. È principalmente concepita per attività di supporto, quali la pianificazione a lungo termine, la gestione degli ordini, dei contratti con fornitori, la manutenzione, il supporto tecnico, la logistica, la diffusione delle conoscenze, ecc. In questo modo le mini-fabbriche possono concentrarsi sulle attività produttive a maggior valore aggiunto, come il CRM (ndr. Customer Relationship Management) e i processi orientati al cliente. La conseguente riduzione dei processi locali garantisce inoltre un grado più elevato di standardizzazione e di efficienza nell’approvvigionamento, nella logistica, nella gestione delle risorse umane e nel coordinamento delle diverse unità operative.

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Schema del processo produttivo nella mini-fabbrica

 Un nuovo  business nel centro commerciale

In un contesto economico in constante mutamento quale è la sfida che il settore manifatturiero si trova ad affrontare oggi? Non basta più differenziarsi, oggigiorno occorre essere unici, sostenibili, innovare e garantire alti standard qualitativi. Il cambiamento della produzione industriale è strettamente collegato al cambiamento nella natura dell’impresa contemporanea, che punta sempre di più ad intercettare le esigenze dei clienti e alla loro soddisfazione. I centri commerciali possono diventare il luogo di convergenza per produttori e consumatori dei prodotti e dei servizi principali della vita quotidiana? In altre parole, sarà possibile entrare in un centro commerciale per fare la spesa e ordinare un mobile su misura o qualsiasi altro prodotto simile? Difficile dare risposte assolute, ma il modello di mini-fabbrica sviluppato consente di definire i vincoli e le opportunità per produrre mobili vicino al cliente e per rivitalizzare settori tradizionalmente localizzati in ambito industriale.

 Pro e contro

I vincoli sono rappresentati dagli spazi limitati, dalle condizioni ambientali cogenti e dall’organizzazione del lavoro in accordo alle direttive del centro commerciale. Per contro, le opportunità sono riferite alla vicinanza al cliente e al suo coinvolgimento nella realizzazione del mobile, dalla progettazione personalizzata fino alla sua produzione e all’installazione, con l’obiettivo finale di contenere i tempi e i costi. Non da sottovalutare è la possibilità, dopo aver effettuato le opportune modifiche, di esportare lo stesso modello di sistema di produzione a settori diversi, nei quali la prossimità del cliente e la personalizzazione del prodotto o del servizio rappresentino fattori di successo.

Le realizzazioni attuali e il futuro

Una realizzazione di questo genere è rappresentata dallo “Store Factory” di Adidas, dove  si producono scarpe personalizzate direttamente all’interno dei negozi. Un’altro esempio è il  Fab Lab XXL di Leroy Merlin, un laboratorio aperto al cliente finale per lo sviluppo di soluzioni di bricolage personalizzato mediante lavorazioni analogiche e digitali presso i suoi centri commerciali in Francia. Il modello di mini-fabbrica si presta anche ad essere replicato in una rete di mini-fabbriche, strutturate eventualmente in franchising e distribuite su un determinato ambito geografico, per sfruttare sinergie produttive ed economiche e condivisione di conoscenze. Alle unità locali resterebbero le attività a valore aggiunto in prossimità del cliente. La rete distribuita di mini-fabbriche potrebbe servire  a saturare la capacità produttiva, ridurre i costi di acquisto di materiali e componenti e a condividere esperienze e buone prassi.

 

 














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