Biennale Innovazione – Ecco il Manifesto per l’Italia

Venerdì 15 luglio e sabato 16, all’Isola di San Servolo (Venezia) ci sarà il più importante meeting italiano degli appassionati di Innovazione. Con la regia dell’Università di Ca’ Foscari, ci sarà un serrato confronto sui temi di innovazione, a partire da un Manifesto. Eccolo.

Fra poche ore a San Servolo, giusto prima della Festa del Redentore, si terrà il più importante evento italiano sull’Innovazione, la Biennale, un evento voluto e organizzato da Ca’ Foscari e dal suo spin off Strategy Innovation. Lo scopo è molto ambizioso: porre le basi per un network nazionale delle imprese innovatrici, che gli studi di Carlo Bagnoli, docente all’ateneo veneziano, hanno definito Imprese Significanti. Se queste imprese riuscissero a mettere insieme le loro best practice, riuscirebbero a far fare al Paese un importante salto di qualità.







San Servolo, sede della Biennale Innovazione
San Servolo, sede della Biennale Innovazione

Le imprese significanti, come abbiamo ricordato in questo articolo, è quella che sa che cosa vuole e perché sta al mondo. L’imprenditore che dirige l’azienda Significante non si fa dire dagli altri che cosa vuole, ma lo decide lui in prima persona, cavalcando con profitto i cambiamenti di mercato e di costume sociale che arriveranno. O imponendo al mercato le innovazioni sulle quali l’imprenditore Significante ha deciso di rischiare.
Innovazione è la parola chiave. E l’Innovazione non nasce da un’intuizione o da un’invenzione, ma da un sistema organizzato, che analizza una massa di dati e informazioni.

L’impresa Significante non è un’azienda di risposta ma di proposta. Grazie all’innovazione, l’impresa Significante crea molto più valore economico per i clienti, gli azionisti e l’intera società. Pertanto, l’impresa Significante si concentra sulle modalità più efficaci per distribuire il valore. Ritiene infatti che la vera soluzione sia moltiplicare il valore, e non drenarlo.

Per noi di Industria Italiana il discorso dell’Innovazione è fondativo. Lo scopo del nostro magazine online è di parlare di Economia reale e di Innovazione. Per questo la Biennale dell’Innovazione e il suo progetto (vedere qui agenda dei lavori) ci piacciono moltissimo. E abbiamo deciso di monitorarli il più possibile, intervistando i principali protagonisti. Qui potete trovare l’intervista a Kpmg, anche sponsor dell’evento. Mentre qui si parla di Gnammo e qui di Loccioni. Nelle prossime ore intervisteremo anche Siemens, Cisco e altri protagonisti.

Ma parliamo ora del Manifesto, il cui testo integrale si può scaricare qui. Abbiamo selezionato due parti che ci interessano maggiormente, perché più operative. Si tratta dei paradossi da trasformare.

L'era dell'elettronica
L’era dell’elettronica

I paradossi da trasformare

“singolo vs. sistema”

  1. Unico (locale, singolarità artigianale) vs. Universale (globale, serialità industriale)

Unico come prodotto artigianale della cultura locale, che deve riuscire ad affermare la validità del messaggio a livello globale.

Universale come prodotto industriale della civiltà globale, che deve riuscire a calare la validità del messaggio a livello locale.

  1. Profitto individuale (vendita, appropriazione) vs. Responsabilità sociale (dono, distribuzione)

          Profitto individuale come mezzo per perseguire la responsabilità sociale, attraverso la distribuzione del valore creato.

Responsabilità sociale come stimolo per perseguire il profitto individuale, attraverso l’appropriazione del maggior valore creato.

  1. Competere (nodo) vs. Collaborare (relazione)

 Competere con gli altri nodi della rete per dividersi il valore complessivamente creato.

Collaborare con gli altri nodi della rete per moltiplicare il valore complessivamente creato.

“tradizione vs. innovazione”

  1. Identità (continuità, famiglia che fa impresa) vs. Cambiamento (discontinuità, impresa che fa famiglia)     

Identità e famiglia come continuità nella tradizione, indispensabile base di partenza per costruire il cambiamento.

Cambiamento e impresa come discontinuità nell’innovazione, indispensabile meta di arrivo per costruire una nuova identità.

Carlo Bagnoli
Carlo Bagnoli

5. Sicurezza (manifattura) vs. Rischio (digitale)

 Sicurezza come àncora al passato manifatturiero, per avere delle certezze da cui partire per affrontare il rischio.

Rischio come presupposto per attaccare il futuro digitale, per rendere il sistema più sicuro.

6. Valorizzare (arte, preservare l’essenziale) vs. Pro-gettare (tecnologia, ricombinare gli elementi)

Valorizzare la tradizione (artistica) intesa come valore creato: l’essenziale da preservare per vincere, competendo nei tradizionali spazi di mercato.

Pro-gettare l’innovazione (tecnologica) intesa come creare valore: la capacità di ricombinare per vincere senza competere, creando nuovi spazi di mercato.

“piccolo vs. grande”

7. Leader (visione di lungo periodo) vs. Gregario (operatività di breve periodo)

Gregario come attore non protagonista, focalizzato sull’operatività di breve periodo che costituisce lo sfondo necessario a far risaltare la figura del leader.

Leader come attore protagonista, focalizzato sulla visione di lungo periodo che costituisce la figura necessaria a dare significato allo sfondo dei gregari.

8. Macro (imprese e mercati) vs. Micro (imprese e mercati)

Micro impresa, troppo fragile per essere una minaccia, con l’ambizione di diventare macro per essere più robusta, resistente e capace di operare in grandi mercati.

Macro impresa, abbastanza robusta per sopravvivere, con l’ambizione di tornare micro per essere più flessibile, adattabile e capace di operare in piccoli mercati.

9. Aperto vs. Chiuso

Chiuso per respingere le minacce esterne e assicurare la focalizzazione.

Aperto per accogliere le opportunità esterne e assicurare la diversificazione.

Tetraedo del valore
Tetraedo del valore

“teoria vs. pratica”

10. Azione (sensazione, fare, funzione) vs. Pensiero (riflessione, sapere, forma)

Azione (e sensazione) come fare funzionale per indurre il futuro, ma propedeutica al pensiero da elaborare.

Pensiero (e riflessione) come sapere formale dedotto dal passato, ma propedeutico all’azione da intraprendere.

11. Apprendimento (per studenti e docenti) vs. Educazione (per imprenditori e manager)

Apprendimento sul campo per studenti e docenti, al fine di migliorare le modalità di educazione in aula.

Educazione in aula per imprenditori e manager, al fine di migliorare le capacità di apprendimento sul campo.

11. Exploitation vs. Exploration

Sfruttare la conoscenza esistente per generare le risorse finanziarie necessarie a esplorare nuova conoscenza.

Esplorare nuova conoscenza per generare le risorse intellettuali necessarie a sfruttare la conoscenza esistente.

Il paradigma del riconoscimento

  1. La sharing economy come paradigma di (de)generazione

Internet annulla la distanza, pure nel significato, tra il venditore e il compratore, consentendo loro di incontrarsi virtualmente anche per condividere l’utilizzo di un bene. L’impresa significante deve promuovere un’economia della condivisione che alimenti nuove forme di sostenibilità, socialità e micro-imprenditorialità, permettendo alle persone di mettere in gioco il proprio tempo e passioni, senza però deregolarizzare il mercato del lavoro e dei beni condivisi.

  1. L’open innovation come paradigma di (co)generazione

La globalizzazione fa sì che la conoscenza detenuta anche dal più grande centro di ricerca sia irrilevante rispetto alla totalità delle conoscenze disponibili. Diviene così discriminante la capacità dell’impresa significante di interagire con l’ambiente esterno per localizzare “pezzi” rilevanti di conoscenza (es. crowdsourcing) da ricombinare in modo innovativo con quelli posseduti, in primis con le conoscenze dei bisogni espliciti e latenti dei clienti e della società.

  1. La benefit corporation come paradigma di (ri)generazione

L’impresa significante deve proporre una nuova via per la (ri)generazione del valore: perseguire il profitto rigenerando le persone e il pianeta. La visione è usare il business come forza positiva, in modo che tutte le imprese competano per essere le migliori “per” il mondo. Il cambio di paradigma economico, produttivo e culturale si sostanzia nel passare dai buoni prodotti alle buone imprese, nella convinzione che il vero prodotto per un imprenditore sia l’impresa stessa.

La piattaforma per il cambiamento

  1. Lo sviluppo di imprese antifragili per reagire ai cambiamenti

L’impresa significante deve rendere il proprio modello di business più antifragile, caratterizzato cioè dell’incorporazione di opzioni strategiche che permettono di amplificare gli impatti positivi, limitando quelli negativi, derivanti da discontinuità sempre più frequenti quanto meno prevedibili. Se sottoposte a uno shock, un’impresa fragile (così come un sistema di imprese) si danneggia, una robusta resiste, una antifragile migliora.

  1. Lo sviluppo di (re)start up innovative per generare cambiamenti

Lo sfruttamento dei trend tecnologici e socio-economici emergenti da parte dell’impresa significante deve avvenire soprattutto attraverso la creazione di spin off aziendali, che si sviluppino in continuità con l’impresa consolidata, la quale finisce così per assumere anche il ruolo di incubatore. Questo permette di (pro)gettare e quindi testare sul mercato un innovativo modello di business senza compromettere il funzionamento di quello esistente.

  1. Lo sviluppo di ecosistemi di business per accelerare i cambiamenti

La competizione avviene oramai a livello di sistemi di imprese e non di singole imprese. L’impresa significante è quindi chiamata a creare ecosistemi di business: reti aperte di imprese eterogenee fondate su una piattaforma digitale e/o organizzativa che dalla loro interazione continuativa creano valore, sviluppando e presidiando – attraverso la “coompetizione” – nuovi mercati, significati, prodotti, modelli di business, modelli organizzativi e tecnologie.

Il contesto della crescita

  1. Il Beauty to Business to Consumer (B2B2C) come contesto di (valorizz)azione

Il senso del bello, e quindi del buono e del ben fatto, permette alle imprese B2C di realizzare prodotti che incorporano una filosofia di vita unica al mondo. Per non diluirne il significato, occorre presidiare i canali di comunicazione e distribuzione, privilegiando la presentazione dei prodotti nei territori che li hanno originati. Da qui l’opportunità di rendere “incubatori di mercato” i luoghi visitati dai numerosi turisti/potenziali clienti che arrivano in Italia.

 Il Business to Business to Consumer (B2B2C) come contesto di (re)azione

Anche le imprese B2B devono aumentare la significatività della propria proposta di valore, non potendo più affrontare le sfide della globalizzazione limitandosi a un atteggiamento di “risposta”, seppure di eccellenza. Devono assumere un atteggiamento di “proposta”, supportando l’impresa cliente a riconoscere i bisogni/desideri del consumatore finale ovvero, se possibile, servirlo direttamente, condividendo i canali di comunicazione e distribuzione disponibili.

 

  1. L’internazionalizzazione e l’innovazione (digitale) come contesto di (circol)azione

La necessità/opportunità di relazionarsi con nuovi e grandi mercati esteri – anche grazie alle tecnologie digitali – caratterizzati da regole, dimensioni e velocità sconosciute, obbliga le imprese significanti a formarsi una cultura globale. Ciò comporta una revisione dei prodotti offerti e dei modelli di business e organizzativi adottati, costituendo un’importante stimolo all’innovazione sistemica che a sua volta permette una maggiore internazionalizzazione.

La produttività smart

  1. Industry 4.0 per una smart factory

Robot capaci di apprendere analizzando i big/open data attraverso l’intelligenza artificiale, connessi tra loro in cloud grazie all’internet of things & services e a sensori derivati dalla cyber-fisica, porteranno alla creazione di fabbriche “intelligenti”, capaci cioè di ridurre gli sprechi, tagliare i costi ed aumentare la sostenibilità. Se la produzione “fisica” sarà sempre più delegata alle macchine, la produzione di “senso” sarà sempre più importante e riservata all’uomo.

  1. L’internet of beautiful things and services per uno smart living

L’internet of things & services pervaderà sempre più la vita quotidiana delle persone, da cui l’opportunità per l’impresa (italiana) significante di proporre soluzioni belle. Nel design delle soluzioni internet of things & services ci si focalizza su utilità e semplicità, mettendo in secondo piano estetica e significato. Questo, nonostante la parola “design” derivi dal latino “de-signare”, ossia distinguere una cosa con un segno, darle un senso, attribuirle un significato.

  1. Dalla produzione di massa alla produzione delle masse per uno smart common

L’internet of things & services sta spingendo i livelli produttività fino al punto in cui il costo marginale di numerosi beni e servizi sarà quasi azzerato: sta nascendo un’economia ibrida, orientata in parte al mercato capitalistico e in parte al common collaborativo. Le imprese significanti devono prepararsi ad affrontare un mondo in cui chiunque può fare impresa senza avere una fabbrica: i nuovi assi del potere saranno infatti governati dalla democratizzazione della produzione.

Tutto è collegato in un network
Tutto è collegato in un network













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