Riello jr punta sui laser e su Confindustria

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di Laura Magna e Filippo Astone

Giordano fonda start-up con obiettivi ambiziosi e a soli 27 anni guida i Giovani imprenditori del Veneto. Tutto gira intorno al manifatturiero avanzato.  

Rivoluzionare il mondo dell’illuminazione con il laser e, più nel breve periodo, decuplicare il giro d’affari dal mezzo milione del 2016 ai 5 milioni entro tre anni. Sono gli obiettivi di Far NPlus, azienda appena nata per iniziativa di Giordano Riello. Rampollo di una delle più note dinastie dell’industria italiana, il ventisettenne imprenditore rappresenta la quinta generazione dei Riello, che iniziarono la loro avventura imprenditoriale con la fabbrica di Pilade, fondata nel 1922 e destinata a produrre bruciatori per caldaie.«Siamo solo in sette, compresi noi tre soci», dice Giordano Riello a Industria Italiana «ma vogliamo ampliare l’organico a dieci persone entro l’anno e a 15 nel prossimo. Per il 2017, del resto, abbiamo un portafoglio ordini di 1,5 milioni, quindi già il triplo del fatturato attuale e ci siamo fissati un budget cautelativo a 1,7 milioni».







Far NPlus, nel segno dell’ innovazione

A convincere i clienti dovrebbe essere il “fattore I”, Innovazione: Far NPlus produce schede elettroniche, o meglio «acquista la scheda spoglia e vi applica la componentistica elettronica, dai condensatori alle resistenze sino a dissipatori e connettori, su disegno e richiesta del cliente o, se non esistono soluzioni utili sul mercato, le progetta taylor-made sul cliente». Rispetto ai competitor italiani la start-up ha il vantaggio di possedere una macchina estremamente versatile, in grado di produrre molteplici tipi di schede ciascuna di essa destinata ad applicazioni diverse. Per far ricerca, poi, sono ottimi i rapporti con le Università. L’obiettivo, dice Riello, è quello di «essere inseguiti e non inseguire». Le schede dovranno diventare sempre più efficienti ed essere in grado di dialogare con disparati sistemi, con prodotti sempre più integrati nei processi. Insomma, un progetto ambizioso nell’ambito del manifatturiero a valore aggiunto.

Verso la luce del futuro, a partire dalla luce

Ma il futuro remoto di Far NPlus è carico di aspettative, che vanno ben oltre la produzione attuale. Il progetto da realizzare, da qui a dieci o quindici anni, è l’illuminazione al laser. «In questo settore esiste qualcosa in ambito auto motive, ma non sono stati risolti i problemi dei danni da laser sull’occhio umano. Stiamo cercando di capire come bypassare e rendere la luce fruibile in qualsiasi contesto, sempre proteggendo la retina. Per evitare la fruizione diretta, studiamo giochi di riflessioni della luce, lavorando attorno a una speciale lente». Far NPlus è «la seconda start-up creata e incubata dentro la prima, la EN, destinata alla progettazione e produzione di corpi illuminanti a Led per l’industria .«L’idea di EN » dice Riello « è nata da mio padre quando ha dovuto cambiare l’illuminazione nelle sue fabbriche per migliorarne l’efficienza.Il Led era la soluzione ideale: richiede un terzo della manutenzione e ha una vita media cinque volte superiore rispetto a quella di una lampada a incandescenza»

Tubo al neon farn plus

Elettronica in house

Un punto di partenza che ha aperto nuovi scenari «Abbiamo cercato di dare vita a un prodotto migliore» dice Riello «Siamo partiti dal tubo e dalla plafoniera, da lì abbiamo utilizzato i primi denari per realizzare un prototipo in Cina che abbiamo iniziato a vendere appoggiandoci ad aziende di amici. I guadagni ottenuti ci hanno permesso di ingegnerizzare a 360 gradi il prodotto e poi ad aprile del 2016 abbiamo compreso la necessità di migliorare l’elettronica».Lavorando, dunque, Riello si è reso conto che al cuore del Led c’è una parte di elettronica che sarebbe stato meglio portare in house, dalla progettazione alla produzione. «Abbiamo investito 300mila euro per dare vita al laboratorio dove oggi viene realizzato il controllo elettronico, ma anche a una linea per i cablaggi e a un magazzino verticale».

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Interno della fabbrica FarNPlus a Rovereto

 «Vedere più in là del Led»

Il laboratorio sorge nel polo di Rovereto, nella provincia di Trento, in una piccola Silycon Valley della meccatronica, un luogo dove hanno la loro sede centri di ricerca avveniristici di aziende come Bonfiglioli, Ducati e Carl Zeiss, un terreno fertile di innovazione e creatività estrema.«Le schede elettroniche hanno infinite applicazioni: una volta che hai imparato a produrle puoi applicarle a ben altro che i Led», continua l’imprenditore, «realizziamo già la parte elettrica per i produttori di termostati, siamo in trattative con il mondo automotive per la componentistica di alcune parti. Si tratta di un mondo vasto: entrarci ci è servito per vedere più il là del Led».

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 Customizzazione e flessibilità

Più in là fino alla possibilità di personalizzare la scheda elettronica a qualsiasi domanda arrivi dall’industria, e qualsiasi sia l’industria. «La maggioranza degli strumenti di uso comune, compreso il telefono con cui stiamo parlando, monta una scheda elettronica», dice Riello «la linea pick and place che abbiamo scelto e installata è costata 200mila euro e ci permette di costruire schede elettroniche di vario formato e dimensione: si tratta di prodotti altamente customizzati, utilizzabili dal telecomando al telefonino, dall’automobile alle linee ferroviarie. I clienti non fanno sconti: dobbiamo fare bene, fare meglio degli altri e costare meno. E personalizzare: la flessibilità è necessaria, chi fa un prodotto standard è tagliato fuori dal mercato ed è destinato a morire. Se non sei in grado di rispondere ieri a quello che ti viene chiesto oggi, meglio che cambi lavoro, non puoi fare l’imprenditore».

Il made in Italy garanzia di qualità

Far NPlus oggi è in grado di costruire schede customizzate, cablate o meno, e cablaggi personalizzati. Tutta l’elettronica viene prodotta in Trentino, solo i Led basici, componenti come il tubo, continuano a essere fatti in Cina. «Non i tubi per l’illuminazione stradale», precisa Riello, «perché è vero che i cinesi stanno crescendo molto in termini tecnologici ma un prodotto che va montato sulle strade deve rispondere a standard di sicurezza elevati che solo il made in Italy può garantire». Il made in Italy è un valore in cui Riello crede molto: «L’italianità è importantissima e una volta che abbiamo avuto le spalle grosse per fare manifattura nel territorio lo abbiamo fatto senza pensarci un attimo», come crede nell’innovazione 4.0 «che passa attraverso questo tipo di strumento, capace di mettere in connessione l’uomo con la macchina».

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Interno della fabbrica FarNPlus a Rovereto

Fare cartello per l’Industry 4.0

E ora, dopo aver conseguito il brevetto, la sua creatura aspira a ottenere una certificazione come Pmi innovativa, per partecipare alla grande rivoluzione italiana di Industria 4.0. La Far NPlus ha concorrenti da cui guardarsi? «Ci sono aziende molto valide nel settore», continua il fondatore di Far NPlus, «ma non le considero concorrenti e credo anzi che dovremmo mettere a sistema le conoscenze per sviluppare nuovi progetti, abbandonare i vecchi campanili che hanno fatto male all’industria e nello stesso tempo valorizzate le specificità di ogni singolo territorio, di ogni distretto. Dobbiamo fare cartello con gli italiani per combinare qualcosa in Europa».

Le regola della dinastia Riello

Giordano Riello è un giovane brillante, ma il suo cognome, lo abbiamo accennato all’inizio, rimanda a una delle dinastie dell’industria italiana. Se glielo si fa notare però lui non si scompone e precisa che la sua prima società è «una srl semplificata in cui sono partito da zero con due soci ingegneri, mettendo diecimila euro ciascuno. C’è una regola ferrea nella holding di famiglia, una regola di mio nonno: ciascuno di noi deve creare la sua azienda in modo del tutto autonomo, dimostrando di avere i numeri per rimanere sul mercato in modo reale. Mio padre ha creato quattro aziende con queste regole, io proseguo con le mie società».

Alessandro Riello, Presidente Grig
Alessandro Riello, Presidente Aermec

Far NPlus nella holding finanziaria di famiglia

Oggi, che dopo tre anni abbondati di operatività la Far NPlus ha dimostrato di saper camminare da sola: la Grig (Giordano Riello International Group), ovvero la holding finanziaria di famiglia, è entrata con una quota del 10%. Alla holding fanno capo Aermec e Sierra, fondate da nonno Giordano negli anni Sessanta nel settore dei condizionatori. Ma anche le aziende di Alessandro e Raffaella, i figli di Giordano senior: ovvero RPM, che produce motori elettrici customizzati; Elettrotest, laboratorio di ricerche avanzate e produzione di strumentazione e controlli elettronici; Fast, specializzata nella costruzione di centrali per il trattamento dell’aria e Gr, che produce elettroventilatori.

 Ettore Riello, un’altra storia

Con la holding di Giordano e di suo padre Alessandro Riello non ha nulla a che fare l’omonimo Ettore, erede delle caldaie Riello – la prima fabbrica risale agli anni Venti – passate di mano a inizio 2016 al colosso americano UTC Climate, Controls & Security. L’azienda era stata venduta – per il 50% che faceva ancora capo al patron Pilade – al fondo Carlyle nel 2000 e ricomprata da Ettore e le sorelle quattro anni dopo. Poi, dopo il fallimento del progetto di rilancio, la decisione di cedere definitivamente il controllo vendendo appunto a UTC. Nel frattempo Ettore si è dato alla carriera politica e ha conquistato la presidenza della Fiera di Verona.

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Giordano Riello
Presidente Giovani Imprenditori Confindustria Veneto

Giordano Riello sulle orme  del padre

A papà Alessandro, il giovane Giordano deve essersi ispirato per molte cose, come ad esempio l’impegno giovanile in Confindustria, nell’ambito della quale è presidente dei giovani imprenditori del Veneto, come lo era stato suo padre negli anni Novanta, per poi diventare presidente nazionale dei Giovani Imprenditori. Alessandro Riello ha guidato i Giovani di Confidustria tra il 1994 e il 1996, prima e dopo due presidenti molto mediatici e con ulteriori ambizioni politico-associative come Aldo Fumagalli Romario (1990-1994) che poi si candidò a sindaco di Milano ed ebbe (oltre a guidare con successo l’azienda di famiglia, la Sol) svariati incarichi nel mondo confindustriale ed Emma Marcegaglia (1996-2000) che otto anni più tardi sarebbe diventata presidente nazionale di Confindustria. Dopo l’esperienza alla guida dei Giovani, Alessandro Riello ha invece scelto di concentrare le proprie energie solo sull’attività imprenditoriale.

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Sede di Confindustria, Viale dell’ Astronomia, Roma

« Non possiamo essere apolitici»

Il figlio Giordano vorrebbe essere un innovatore anche in Confindustria. Certo, riconosce la sua vicinanza al Governo, «Perché siamo un’associazione apartitica ma non possiamo essere apolitici», dice lui, con un’affermazione analoga a quella contenuta nel discorso di insediamento di Vincenzo Boccia alla presidenza nazionale di Confindustia. E con il governo di Matteo Renzi, Giordano sottolinea di aver collaborato ad alcuni progetti innovativi. Come la divisione in collegi per la riforma elettorale, e la scrittura di una legge prevista per il 2017 attraverso la quale si dovrebbe consentire alle aziende di compensare l’Iva in caso di procedure concorsuali. «In sostanza, oggi se fallisce un cliente e io ho emesso fattura senza essere stato pagato, non incasso, pago le tasse e perdo anche il materiale usato per la produzione – spiega Giordano – con questa nuova legge non accadrebbe più».

Marco Gay
Marco Gay presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria

Educazione e formazione per allevare start-up

E ancora, il giovane imprenditore punta sull’India con cui vuole stringere accordi di cooperazione per sfruttare il grande potenziale di crescita del Paese e fare che a beneficiarne siano le aziende venete. E, ancora punta sull’educazione: «Stiamo dialogando con le università venete per inserire un corso di imprenditoria in facoltà non economiche, come fisica e lettere, per dare ai tanti che si trovano imprenditori non sapendo come si fa impresa, almeno un’infarinatura su concetti come conto economico e business plan». Infine, la Confindustria veneta dei giovani sta lavorando per «mettere a sistema gli incubatori di start-up della nostra regione, in modo da far dialogare le diverse competenze, perché se ne avvantaggi l’intero territorio. Insomma ci stiamo divertendo su più fronti». Tutto ciò fa pensare a dei Giovani imprenditori concentrati più sul business e le cose pratiche che non sul networking e la vita sociale. Una svolta che è parallela anche a quella fatta dal Movimento a livello nazionale. Gli ultimi due presidenti (Jacopo Morelli e Marco Gay) infatti sono imprenditori di prima generazione e hanno lavorato su innovazione, start-up e altri temi più concreti.

 














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