Previnet: così cambiamo la vita di banche, assicurazioni, healthcare e..

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di Marco de’ Francesco ♦  Le innovazioni nel data mining fanno guadagnare. Le aziende del gruppo RBHold assieme a HPE hanno realizzato piattaforme in outsourcing per servizi amministrativi e molto di più. Applicate chatbox, Artificial Intelligence e deep learning

Tecnologie abilitanti dell’industria 4.0 prendono sempre più piede anche nel mondo dei servizi. D’altra parte, anche in settori apparentemente lontani dal contesto tipico della Quarta Rivoluzione Industriale – come, ad esempio, quelli assicurativo, previdenziale e finanziario – è presente la necessità di una connessione non mediata da persone, così come quella anche di raccogliere e analizzare una mole di dati sempre più ingente. La convergenza di dati generati automaticamente, di quelli relativi a dispositivi IoT, e di altri originati da utenti, determina l’esigenza di progettare macchine sempre più complicate ai fini dell’estrazione di valore per l’ azienda-cliente.







Questa, senza investimenti diretti in hardware-software, può esternalizzare servizi di alto profilo tecnologico, dedicandosi così, con maggiore concentrazione, sulle attività “core”,  e potendo rimanere, indirettamente, all’avanguardia sui terreni “non core”. Diversamente, l’azienda-cliente può lasciarsi guidare dall’azienda-architect nell’ambito dell’Information Technology, innovando in realtà sia la tecnologia che i processi di business, ottenendo una riduzione dei costi. Di qui la nostra analisi su Previnet, del gruppo RBHold.

Previnet : da 22 anni nel mercato dei servizi amministrativi e informatici

La mission, si diceva, è quella di semplificare i problemi della gestione aziendale con soluzioni tecnologiche efficienti e in grado di adattarsi alle esigenze del cliente. In pratica, la Previnet di Preganziol (Treviso) opera da 22 anni nel mercato dei servizi amministrativi e informatici; offre servizi di gestione in outsourcing per i mercati previdenziale, assicurativo e finanziario.

Il mercato previdenziale

Per esempio, quanto a previdenza complementare, oltre alla maggioranza dei fondi complementari italiani, da oltre dieci anni Previnet è il gestore amministrativo dei fondi pensione della Nato, e del fondo dei ricercatori universitari della EU, «entrambi con sede a Bruxelles – rende noto la società – con iscritti in tutto Europa che versano i propri contributi nelle divise del paese di appartenenza ed investono secondo il profilo di investimento e la divisa prescelti».

In questo settore Previnet, grazie all’utilizzo di piattaforme mobili, social network, banche dati, analisi dei dati, «può supportare un fondo pensione nell’attività promozionale e di diffusione della conoscenza previdenziale, fornendo gli strumenti di analisi predittiva ed una struttura operativa per raggiungere direttamente il bacino di aderenti su cui il Fondo intende perseguire l’azione proattiva (anche attraverso il direct marketing)».

Nel settore assicurativo e finanziario

Nel campo delle assicurazioni «le soluzioni vanno dalla realizzazione di piattaforme distributive alla gestione e all’amministrazione di portafogli, sia di prodotti vita che danni, di Compagnie italiane ed estere, sia in BPO che in full outsourcing». Nello stesso comparto Previnet ha sviluppato servizi e strumenti innovativi per aiutare le compagnie assicurative nel processo di digitalizzazione e di evoluzione verso il web. Quanto alla finanza, la società è attiva «nella gestione di processi operativi e nello sviluppo di piattaforme applicative flessibili e personalizzabili di servizi per gli intermediari finanziari e SGR».

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La sede Previnet a Preganziol (TV)

Fatturato e utile in crescita

Nel marzo di quest’anno Previnet poteva contare su uno staff di 361 dipendenti, con una età media di 29 anni e una formazione in scienze, ingegneria o economia. Più donne (57,4%) che uomini. Ben 125 gli sviluppatori, e 10 i dipendenti impegnati nella ricerca e sviluppo. Oltre allo staff, 12 le figure executive, tra le quali il presidente e amministratore delegato Roberto Favaretto, il managing director Marco Favaretto, e gli executive dell’IT Luca Rizzi e Daniele Gasparini. L’azienda ha fatto registrare nel 2016 un fatturato di 38,7 milioni di euro (+ 8,4% rispetto ai 35,7 del 2015) e operating income per 18,9 milioni (+ 1,7% rispetto ai 18,5 dell’anno precedente).

Anche l’utile netto, nel lasso di tempo considerato, è passato da 12,8 milioni a 12,9 (+ 0,7%). I dipendenti sono in costante aumento: alla fine del 2012 erano 254. Il comparto che contribuisce maggiormente al fatturato è quello dei fondi pensione (45%); poi quello delle assicurazioni (36%) e quello della finanza (19%). Nel 2016 i clienti in fatturazione erano 302: 149 nel comparto pensioni; 92 nel comparto finanza e 61 in quello delle assicurazioni. I cinque maggiori clienti rappresentano il 20% del fatturato. La società ha ricevuto diversi riconoscimenti, tra i quali l’ ”Italy Protection Awards 2016” per l’innovazione nell’assessment del protection gap.

Il Gruppo RBHold Spa

Previnet, si diceva, è parte del gruppo RBHold Spa, che ha sede sempre a Preganziol e che impiega più di mille dipendenti. Nel 2015, il gruppo aveva raggiunto un fatturato di 285 milioni (+ 32%). Fanno parte del gruppo, a parte Previnet (che detiene il 100% del pacchetto di SINTEA Servizi informatici Srl), anche RBM Salute e Previmedical (servizi per la sanità integrativa). La mission di quest’ultima è «la gestione dei servizi amministrativi, liquidativi, informatici e consulenziali a favore di fondi, casse e compagnie assicurative operanti nei settori della sanità integrativa, dell’assistenza, degli infortuni, dell’invalidità e della non autosufficienza». Quanto ai numeri della Previmedical, si pensi ai 3,8 milioni di assistiti, ai 2 milioni di sinistri gestiti e al più ampio network sanitario ed odontoiatrico presente sul territorio nazionale: oltre 97mila convenzioni.

Le realizzazioni  Previnet : Foremast, Gild, Mart3 e SEguru

Tornando a Previnet, tra i prodotti c’è Foremast, una piattaforma evoluta di gestione di portafogli assicurativi vita e danni; ma c’è anche Gild, una piattaforma multicompagnia di gestione della distribuzione adatta alla intermediazione di prodotti vita e danni: un servizio completamente automatizzato per l’operatore, che è una banca, una agenzia, un promotore, un broker, o altro. Ma anche Mart3, definito da Previnet come «un portale per collegare in maniera uniforme e coordinata gli obiettivi di marketing della Compagnia alle esigenze ad alto valore aggiunto della rete di intermediari».

E infine, c’è SEguru, così descritto dalla società: «Un sistema esperto che simula le conoscenze di un consulente professionista, grazie ad un motore inferenziale e ad algoritmi di calcolo definiti e condivisi. In pochi semplici passi il cliente potrà conoscere in tempo reale il suo profilo assicurativo, conoscere i gap di scopertura, quantificare la sua esposizione al rischio e individuare le migliori soluzioni per le sue esigenze».

Luca Rizzi, executive IT di Previnet

La sicurezza dei dati e la gestione energetica

Naturalmente, una delle questioni in gioco è quella della sicurezza dei dati. «La nostra struttura informatica – afferma Rizzi – è posta all’interno dell’azienda, per garantire la massima protezione delle informazioni. Non è una questione ideologica. Il fatto è che custodiamo ed elaboriamo dati sensibili. Poi, noi stessi offriamo servizi di private cloud ai nostri clienti, ma tutto parte da qui. Da data center strutturati alla luce delle tecnologie più avanzate. E ciò sia nel contesto transazionale classico che in altri ambiti, come Java, mobile, Big Data, analytics. Disponiamo di tre data center: due nel campus di Preganziol, e il terzo a Treviso.»

«Va detto – spiega Rizzi – che il fabbisogno energetico dei data center è davvero significativo: stiamo parlando di 160 kw. E ciò non tanto per l’alimentazione, quanto per il raffreddamento. Anche in vista di ciò, nel campus abbiamo introdotto soluzioni green: per esempio i pannelli solari, che consentono di recuperare sino a 240 kw di tensione, se c’è il sole; altrimenti, si copre ugualmente parte del fabbisogno. E poi c’è un sistema di raffreddamento libero, che sfrutta, anche tramite pompe di calore, la differenza di temperatura con l’ambiente esterno. Il calore viene riutilizzato per altri scopi».

Com’è ovvio, Previnet deve gestire una quantità enorme di informazioni. «Quanto ai Big Data – continua Rizzi – disponiamo di server e di macchine Hpe dedicate, come processori ad alto parallelismo (in pratica, un sistema di unità processanti omogenee, strettamente collegate e comunicanti per risolvere problemi su larga scala in maniera efficiente. Le risorse sono centralizzate: Ndr) che consentono peraltro accessi molto rapidi.

Quanto al software, si è realizzato un framework che integra il mondo Hadoop (multipiattaforma in Java, che supporta applicazioni distribuite con elevato accesso ai dati sotto una licenza libera; permette alle applicazioni di lavorare con migliaia di nodi e petabyte di dati; Ndr) con tecnologie NoSQL (il database fornisce un meccanismo di memorizzazione e recupero dei dati che è modellato in mezzi diversi dai rapporti tabulari utilizzati da quelli relazionali; Ndr). Fondamentale è il continuo aggiornamento nelle tecnologie di datamining e in quelle relative all’analisi predittiva attraverso metodologie di knowledge discovery (ovvero estrazione di conoscenze da fonti strutturate – database relazionali, XML – e non strutturate – testi, documenti, immagini)».

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RBM Salute

Si diceva che del gruppo fa parte anche RBM Salute, la prima compagnia specializzata nell’assicurazione sanitaria in Italia per raccolta premi e per numero di assicurati. «Si prende cura ogni giorno – rende noto la società – degli assistiti delle più grandi aziende italiane, dei principali fondi sanitari integrativi contrattuali, delle casse assistenziali, degli enti pubblici, delle casse professionali e di tanti i cittadini che l’hanno scelta».

Legata a RBM Salute è FeelUp, l’app gratuita  che grazie alla mobile health permette di tracciare i parametri vitali e l’attività fisica e offre sconti sul premio assicurativo a chi adotta un buono stile di vita. Consente di utilizzare le nuove tecnologie, in particolare tracker e wearable device. «Noi ci siano concentrati sull’ambito dell’healthcare – continua Rizzi – per integrare un’ampia gamma di dispositivi ad uso medicale, come ad esempio i misuratori di attività fisica: quelli, cioè, che possono rilevare i passi, la glicemia, le calorie consumate, la temperatura, il battito cardiaco, il russamento, la pressione sistolica e diastolica e l’ossimetria (metodo di misurazione diretta e continua della saturazione percentuale in ossigeno dell’emoglobina del sangue arterioso circolante; ndr), il colesterolo, la circonferenza vita, il peso, le ore di sonno, i trigliceridi e l’umore.

Ma abbiamo considerato anche altre strumentazioni, come per esempio quelle relative all’elettrocardiogramma e alla spirometria. E poi oggi tante sono le soluzioni che si possono realizzare e che di fatto traduciamo in realtà: si pensi allo spazzolino intelligente dotato di bluetooth che valuta come viene spazzolata e in che tempi una parte determinata della bocca, per migliorare l’igiene orale. In questi casi operiamo con due modalità.

Una polizza legata a Feel Up

In base alla prima, con la polizza si consegnano anche i dispositivi; in rapporto alla seconda, i dispositivi che si trovano, per esempio, da Mediaworld sono dotati della nostra polizza RBM Salute. In pratica, a seguito delle misurazioni, si comprende se lo stile di vita della persona che utilizza i dispositivi sia adeguato o altrimenti presenti elementi problematici; in questo secondo caso grazie alla polizza la persona può essere indirizzata in uno studio medico associato. Comunque sia, il cliente ha sempre i propri valori a portata di mano».

Anche con FeelUp una considerevole quantità di dati va raccolta ed elaborata. «Con l’IoT – afferma Rizzi – abbiamo iniziato due anni fa, con un servizio per una base di clienti abbastanza ampia. Con nuovi device e servizi si è gradualmente esteso. La raccolta dei dati avviene tramite un dispositivo dedicato, cellulare o anche tablet. Si può operare tramite un software gateway o una rete cellulare a wi-fi.»

«Tutti questi dati, poi, finiscono nel data reservoir. I dati grezzi, destrutturati, sono oggetto di indagine da parte di motori di data mining e di altri strumenti che si occupano di analisi predittive. Perché ci sono vari rischi da considerare: cardiologico, di obesità, di anoressia, o altri legati alla sindrome metabolica o alla non accurata igiene orale. Una volta che il quadro è completo, c’è un esame da parte di un medico specialista»

Secondo Rizzi «va sottolineato che i modelli migliorano in rapporto alla mole crescente di dati che stiamo acquisendo. Perché nell’analisi dei Big Data intervengono tecniche di intelligenza artificiale, di deep learning e reti neurali. Aumenta la capacità di dare dei servizi di interazione conversazionale (i chatbot sono programmi che simulano una conversazione tra robot e essere umano); una parte dell’interazione può essere robotizzata, come quella relativa alle informazioni sanitarie».Tanta tecnologia consente alle aziende del gruppo RBHold di offrire servizi innovativi.

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Rosalba Agnello, Country Sales Manager HPE

HPE partner per le soluzioni innovative

Va detto che il gruppo ha trovato un alleato in Hewlett Packard Enterprise (o HPE), la multinazionale di Palo Alto (California) che, con 52 miliardi di dollari di fatturato e 240mila dipendenti, è leader nel settore dei server, storage, reti cablate e wireless, sistemi converged, software, servizi e cloud. Dispone di un ampio portafoglio di proprietà intellettuali. « Hpe? – afferma Rizzi -: Il partner per definizione. Non solo per questioni fiduciarie; Hpe, infatti, ci sollecita di continuo proponendo soluzioni innovative. È un rapporto continuo e diretto. Comunque sia, svolge un ruolo importante anche per le infrastrutture convergenti e per l’approvvigionamento delle risorse hardware».

Ma cosa dice Hpe, società guidata in Italia dall’ AD Stefano Venturi? Secondo Rosalba Agnello, country sales manager di Hpe nel settore industria & terziario, «l’infrastruttura che abbiamo installato è Blade e Apollo; ma a breve sarà il turno dello storage 3par e del software di management OneView». Un blade server è in genere montato in verticale: è progettato per occupare una quantità di spazio limitata in modo che sia possibile alloggiare in un armadio rack fino a 128 macchine.

Secondo Hpe, il proprio server Blade, progettato per una vasta gamma di opzioni di configurazione e distribuzione, «offre la flessibilità necessaria per ottimizzare le principali applicazioni IT mediante uno spazio di archiviazione di dimensioni adeguate ai carichi di lavoro, con un costo totale di gestione ridotto». Sempre secondo l’azienda,«HPE OneView, è la piattaforma di gestione convergente che consente di accelerare l’erogazione dei servizi IT e migliorare le prestazioni aziendali». HP 3PAR è invece una soluzione flash per lo storage dei dati. È scalabile, dalle medie aziende sino ai service provider.














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