Gli euro deputati votano a favore di un rapporto che chiede leggi ad hoc ma repingono la proposta di una indennità per i lavoratori che perdono il posto a causa dei robot e l’adozione di una tassa specifica
Il voto ha avuto al centro un rapporto stilato dal comitato per gli affari legali, che avvertiva dell’ urgenza di mettere a punto una normativa specifica vista la crescita nell’utilizzo dei robot e delle applicazioni dell’ intelligenza artificiale sia nell’ ambito industriale, che nella vita quotidiana. Il rapporto è passato a grande maggioranza, 396 voti a 123, 85 gli astenuti . Non ci sarà un effetto diretto sulla legislazione, ma solo alcune raccomandazioni. Ora spetta alla Commissione Europea agire in tal senso.
Cosa chiede il rapporto robot
Il rapporto chiede l’istituzione di una Agenzia Europea che si occupi in maniera specifica dei robot e dell’ intelligenza artificiale, e che venga istituito un fondo specifico per le persone coinvolte in incidenti che hanno come protagonisti, ad esempio, auto che si guidano da sole.
Mady Delvaux, autrice del rapporto e deputato europeo, spiega come la prossima generazione di robot sarà sempre più capace di autoapprendimento nelle applicazioni relative alla guida delle automobili, dell’ industria, del divertimento, dell’ agricoltura e del settore sanitario: «Dobbiamo controllare quello che sta succedendo ed essere preparati per ogni scenario. Dobbiamo ricordare alle persone che i robot non sono umani e non lo saranno mai. Anche se possono mostrare empatia e avere sembianze umane, non provano alcun sentimento.
Per questo- prosegue Mady Delvaux -abbiamo proposto una norma di garanzia che stabilisce che i robot non possono essere costruiti in maniera tale da far sì che le persone siano emozionalmente dipendenti da loro. Con l’aumento del numero e della capacità di autoapprendimento dei robot, saranno necessarie soluzioni differenti sin da ora nell’ ambito delle responsabilità. »
Le conseguenze giuridiche: robot equiparati ad aziende
Una proposta potrebbe consistere nel dare a ciascun robot una ‘e-personality’, il cui status giuridico sia comparabile alla ‘corporate personality’, che abilita le imprese a fare causa o a essere portate in giudizio, almeno per quello che riguarda eventuali compensazioni di danni. «Questo non accadrà domani, – conclude Delvaux – ma già ora dobbiamo creare un inquadramento legale per i robot che sono attualmente sul mercato o che lo saranno nei prossimi 10-15 anni. »
Niente indennizzi per chi perde il lavoro e niente tassa sui robot
Se il Rapporto è passato a maggioranza, è stata invece respinta, con l’apporto fondamentale dei voti dei parlamentari del centro destra, una mozione che chiedeva che venisse stabilito una sorta di reddito di cittadinanza per i lavoratori che avessero perso il lavoro a causa dei robot, e l’imposizione di una tassa specifica sui robot. La maggioranza degli eurodeputati ha quindi valutato di non voler intervenire sulle conseguenze dell’avvento della robotizzazione relativamente al mercato del lavoro .