LU-VE : un futuro di nanotecnologie e IoT per l’industria del freddo

di Laura Magna ♦ Il gruppo di Uboldo in provincia di Varese, che produce scambiatori di calore, punta sull’ innovazione. Anche in campo finanziario.

Il Teatro Bolshoi di Mosca. Il Palazzo dell’Eliseo a Parigi. La Fiera di Francoforte e il Bolshoi Ice Dome di Sochi, sede, durante le Olimpiadi invernali 2014, delle gare di hockey su ghiaccio. Il cervello dell’intera infrastruttura del nuovo Canale di Panama. Il centro di ricerca internazionale Elettra Sincrotrone di Trieste. Cosa hanno in comune strutture così diverse ai quattro angoli del mondo? Impianti di condizionamento con un cuore tecnologico made in Italy.







Bolshoi - 3 Mosca
L’impianto realizzato da LU-VE per il Teatro Bolshoi, Mosca

LU-VE Group: innovazione a tutto campo

Un cuore firmato LU-VE Group, azienda che, a Uboldo, in provincia di Varese, dal 1986 costruisce apparecchi ventilati e scambiatori di calore per il mercato della refrigerazione, del condizionamento e del raffreddamento dei processi industriali. Una società che ha fatto dell’innovazione la sua cifra distintiva.

Innovazione nel processo e nel prodotto, ma anche nel ricorso alla finanza: LU-VE è approdata nel luglio 2015 su AIM attraverso un’operazione di business combination con Industrial Stars of Italy (ISI), una Special Purpose Acquisition Company (SPAC). Le SPAC, lo ricordiamo, sono veicoli di investimento contenenti esclusivamente cassa e costituiti specificatamente per raccogliere capitale al fine di effettuare operazioni di fusione e/o acquisizione di aziende.

Non contenta, LU-VE oggi si prepara a fare il salto (la previsione è entro l’estate 2017) sul Mercato Telematico Azionario (MTA) di Borsa Italiana S.p.A. Una case history eccezionale, tra le quotate di AIM, mercato che dovrebbe essere una palestra utile alle aziende per passare poi a mercati più impegnativi e, ai quali al contrario troppo spesso si approda facendone porto stabile, salvo poi lamentare che si tratti di un mercato statico e illiquido.

Matteo Liberali
Matteo Liberali, AD LU-VE Group

Lo scambiatore di calore al centro della produzione

LU-VE – che si definisce con Industria Italiana, attraverso la voce dell’amministratore delegato Matteo Liberali «piegatore di lamiera, guidata solo ed esclusivamente da una logica industriale» – in realtà è un campione dell’ industria tecnologicamente più avanzata. La Società è fornitore «di un componente chiave per il funzionamento degli impianti di condizionamento o di refrigerazione – spiega Liberali – che è lo scambiatore di calore.»

«La vendita B2B di questo prodotto vale circa il 60% del nostro fatturato; l’altro 40% dei ricavi arriva dagli apparecchi ventilati – al cui interno ci sono altre tipologie di scambiatori, abbinati a ventilatori e accessori elettrici – che forniamo alla grande distribuzione e alla logistica. Da qualche anno, inoltre, siamo entrati nel settore della “Power generation”, con macchine di grande potenza (oltre il megawatt) utili a raffreddare, ad esempio, i motori che producono energia elettrica da immettere in rete, motori che garantiscono la continuità di funzionamento per fare fronte alla domanda».

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Condizionamento Data Centre-Internet realizzato da LU-VE Francia

L’innovazione si genera con la collaborazione

Il paradigma “non c’è futuro senza innovazione” è la stella polare di LU-VE. E innovazione si fa con la ricerca. L’azienda investe circa il 2% annuo del fatturato in R&S, perseguita sia nel suo laboratorio interno, sia attraverso la collaborazione con diverse università che hanno portato a depositare numerosi brevetti. «Collaboriamo con 22 università in 13 Paesi, situati in tre continenti diversi. Fin dalla nostra fondazione – dice Liberali – facciamo R&S con il Politecnico di Milano, il che ci assicura un check costante dal punto di vista tecnico dell’industria degli scambiatori di calore. Con loro monitoriamo lo stato dell’arte di questo settore e con loro abbiamo sviluppato soluzioni d’avanguardia assoluta».

Liberali sottolinea anche il “debito” col Giappone. «Alla fine degli anni Ottanta, abbiamo mutuato il sistema degli scambiatori per il condizionamento domestico nipponico e lo abbiamo applicato alla refrigerazione destinata alla conservazione degli alimenti (fresco) e alla surgelazione. Quest’ultima prevede temperature tra -18 e -25 gradi nei punti vendita, fino ad applicazioni che arrivano fino a -60 gradi; ad esempio, nella lavorazione del tonno, o di -45 gradi quando si tratti di conservazione del plasma umano».

Come nasce una rivoluzione tecnologica

La tecnologia di scambio termico consiste in un sistema di tubi all’interno del quale scorre un fluido refrigerante. LU-VE Group è andato oltre «Abbiamo pensato e prodotto tubi speciali con rigature elicoidali interne; queste generano una turbolenza nel fluido stesso rendendo, da un lato molto più efficiente lo scambio termico, e dall’altro riducendo l’impiego dei refrigeranti», spiega Liberali.

Ma non basta, la via verso l’innovazione prosegue veloce e costituirà la scommessa anche del prossimo futuro. «LU-VE Group ha i più grandi laboratori di ricerca e sviluppo d’Europa – spiega Liberali – La nostra attività di ricerca e sviluppo è sempre stata all’avanguardia e ha costantemente sperimentato nuovi refrigeranti e nuove soluzioni applicative. Il nostro laboratorio di Uboldo è l’unico in Europa in grado di studiare il comportamento della CO2 all’interno dello scambiatore di calore».

Uno studio finalizzato a far fronte alla trend che vede ora l’ impiego dei refrigeranti naturali (CO2 e ammoniaca) in sostituzione dei gas Clorofluorocarburi (CFC), perché considerati dannosi per l’ambiente. «Il nostro primo impianto a CO2 risale al 2001 e venne installato in Svizzera – continua Liberali – . In parallelo, la nostra R&S è anche impegnata sul fronte dell’utilizzo dell’ammoniaca per ridurre la carica di refrigerante (fino al 66%), con enormi vantaggi per il cliente in termini sia di ridotti costi di impianto e di esercizio che per la sicurezza. Recentemente, in collaborazione con il Politecnico di Milano, abbiamo brevettato

“ Nidea®” (New Intelligent defrosting apparatus),il primo sistema intelligente che applica la tecnologia “self learning”, per governare in automatico i processi di sbrinamento, con enormi vantaggi in termini energetici. Inoltre, stiamo lavorando sia nel campo delle nanotecnologie che in quello dell’IoT, l’Internet of Things. Ma ciò che più conta è che il nostro lavoro è destinato non solo al “freddo”, ma in ultima analisi al benessere delle persone: dagli alimenti agli ambienti, dai processi produttivi ai data center passando per le camere operatorie».

Non solo tecnologia: LU-VE paladino della qualità (vera)

Ma l’innovazione di cui si fa portavoce l’imprenditore non si limita alla produzione: «Siamo stati i primi a convincere le aziende più virtuose a dotarsi di un sistema di certificazione volontaria delle prestazioni: prima si applicavano coefficienti ‘commerciali’ del 30%, cioè sul catalogo era indicata una resa di 100, pur sapendo che in realtà fosse di 70. La nuova certificazione viene rilasciata solo se i risultati dei test – condotti in laboratori terzi – sono conformi ai valori riportati nel catalogo (potenza, portata d’aria, consumi energetici, livelli sonori e caratteristiche costruttive). È stata una grande rivoluzione».

da dx Matteo Liberali, Michele Faggioli, Pierluigi Faggioli, Iginio Liberali, Fabio Liberali
da dx Matteo Liberali, Michele Faggioli, Pierluigi Faggioli, Iginio Liberali, Fabio Liberali

Una crescita continua attraverso acquisizioni in tutto il mondo

Evolvere è nel DNA di questa azienda nata grazie a Iginio Liberali, papà di Matteo e tuttora presidente del gruppo, un gruppo che negli ultimi cinque anni ha visto crescere il fatturato con una media annua superiore al 9%. Iginio veniva dal mondo degli elettrodomestici quando, a 56 anni, rilevò la Contardo, marchio hi-tech molto forte negli anni Settanta, acquisita da una società Usa e poi finita in concordato preventivo negli anni successivi. Contardo fu salvata, insieme a praticamente tutta la forza lavoro di 260 dipendenti, da un management buy-out condotto a termine da Liberali con tre società di venture capital.

In seguito, nel corso degli anni, il gruppo è cambiato profondamente, ed è cresciuto sia attraverso partnership strategiche – come quelle con Zoppas nel 1989, con la famiglia Faggioli (dal 1991 e tuttora soci in azienda), con Mediobanca nel 2008 – sia attraverso divrese acquisizioni, come quelle di HTS (Repubblica Ceca) nel 2003, AIA (Svezia) nel 2011 e TGD (Italia) nel 2014.

L’ultima acquisizione, l’anno scorso, è stata l’indiana Spirotech: produce e commercializza scambiatori di calore, ed è stata rilevata tramite la controllata LU-VE India: 33,6 milioni l’equity value del 100% di Spirotech, di cui LU-VE detiene ora il 95%. «L’operazione – continua Liberali – ci consente di rafforzare ulteriormente la nostra presenza nell’area, nonché di ampliare il ventaglio delle applicazioni dei nostri scambiatori. Inoltre permetterà ad alcuni dei nostri clienti tradizionali di usufruire di servizi e soluzioni logistiche innovative».

L’India è un mercato molto importante per l’azienda del varesotto, ma è solo uno dei mercati internazionali a cui si rivolge il gruppo: sono dieci le unità produttive tra Italia Repubblica Ceca, Polonia, Svezia, Russia,Cina e ora India. Bisogna poi contare 12 società commerciali situate in Australia, Austria, Cinav , Francia, Germania, India, Polonia (Gliwice e Varsavia), Regno Unito, Russia, Spagna e Emirati Arabi Uniti.

Lo stabilimento LU-VE a Uboldo, Varese

A fine 2016 LU-VE Group aveva oltre 2.000 collaboratori , di cui più di 620 in Italia. Nel 2015, ha realizzato un fatturato consolidato di 212,3 milioni di euro, di cui quasi l’80% all’estero, in oltre 90 Paesi, con la Germania come primo mercato di esportazione. Il fatturato è tratto per il 70% dalla refrigerazione, per il 18% dal condizionamento dei grandi edifici e per il resto da nicchie diverse: gli scambiatori vengono applicati per il raffreddamento di grandi quadri elettrici, nel settore metalmeccanico, oil & gas, chimico e farmaceutico, minerario estrattivo, trattamento dei rifiuti, stampaggio plastica.














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