di Filippo Astone e Laura Magna ♦ L’infrastruttura basata sui beacons consente diverse applicazioni innovative in ambito marketing e produttivo. Ce la spiega la country manager Nora Cecini
Non si vive di sola connettività. Mobilità, Cloud, e IoT hanno rivoluzionato l’approccio all’infrastruttura di rete, il cui compito principale oggi è, da un lato, quello di fornire informazioni fruibili in qualsiasi momento e in ogni luogo a una generazione di uomini e donne che ovunque, abituati alla mobilità, utilizzano app aziendali su cloud nel corso della propria vita personale e lavorativa; dall’altro mettere a frutto il potenziale delle informazioni dettagliate per trasformare i processi aziendali.
Il Mobile Engagement secondo Aruba Networks
Il mobile innanzitutto, dunque? Risponde con un deciso sì HPE Aruba, la società nata nel marzo 2015 dall’acquisizione di Aruba Networks, fornitore leader di accesso alla rete di nuova generazione per l’impresa mobile, da parte di HPE (sulla storia del colosso nella tecnologia per l’IT e nei prodotti e soluzioni per le imprese vedi il riquadro a fondo articolo). Un sì che trova una delle sue concrete applicazioni nella soluzione Mobile Engagement by HPE Aruba. È bene chiarire subito che quando si parla in generale di Mobile Engagement si delinea il livello di interazione tra un’azienda e una persona fisica tramite un dispositivo mobile (cellulare, tablet ecc). Le interazioni e l’engagement sono strettamente correlati. Più frequenti e di valore sono le interazioni, più l’utente sarà coinvolto. Ma la soluzione di HPE Aruba si spinge oltre questa definizione e fa prevedere sviluppi – ne scriveremo in seguito – destinati alla digital transformation, decisiva qui in Italia per le sorti delle PMI e dello sviluppo nazionale.
Un’architettura complessa
Mobile Engagement by HPE Aruba è una complessa architettura tecnologica, interamente sviluppata in home e proprietaria, che si articola su livelli diversi. «Tutto ruota intorno all’interconnessione – dice a Industria Italiana Nora Cecini, Country Manager di HPE Aruba – che è il fattore primario, ma il sistema multilivello utilizza diverse tecnologie: ClearPass che consente un collegamento sicuro al Wi-Fi e incoraggia il download di app mobili; la piattaforma Meridian per creare rapidamente e facilmente applicazioni mobili o migliorare quelle esistenti; un sistema di localizzazione indoor consentito dai beacon, dispositivi non invasivi Bluetooth Low-Energy che trasmettono e ricevono piccoli messaggi pressoché in continuo entro brevi distanze (ne scriveremo più dettagliatamente in seguito ndr.), in grado così di customizzare l’esperienza dell’utente presente in ogni luogo pubblico, dagli hotel agli ospedali, dal centro commerciale alla fabbrica); infine strumenti di gestione centralizzata gestibili da remoto all’interno della piattaforma Meridian. Tutti i dati vengono inviati al cloud o a uno strumento di gestione multivendor, l’Aruba Sensor».
Il beacon, faro per i dati
I punti nevralgici di Mobile Engagement sono i beacons, sensori miniaturizzati e poco invasivi per gli ambienti fisici in cui vengono inseriti, capaci di localizzare l’utente per comunicare via device mobile su distanze brevi in un determinato spazio. Il beacon è anche detto “faro”, la app sullo smartphone è il “visualizzatore”. La parte trasmittente spedisce informazioni in tempo reale, su frazioni di secondo, che la app ricevente trasforma, colloquiando con Meridian in cloud, in comunicazioni da veicolare al cliente/utente. Un informatico direbbe che il beacon è un dispositivo Bluetooth Low Energy, che trasmette piccole quantità di dati pressoché in continuo. A livello di hardware, i beacon sono dispositivi BLE-compatible che trasmettono dati sotto il protocollo “beacon”, mentre a livello software, i beacon sono messaggi inviati da questi dispositivi trasmittenti, che sono poi rilevati e processati da un dispositivo ricevente, l’app mobile. In buona sostanza sullo smartphone giungeranno messaggi promozionali, offerte speciali, ma anche segnalazioni di un percorso, disponibilità di sale conferenze, raccolta ordinazioni per uno spuntino e così via.
Come funziona il Mobile Engagement
Proviamo ora a immaginare l’uso della soluzione di HPE Aruba. Ancora una volta a introdurci a questo mondo è Nora Cecini: «Mettiamoci nei panni del nostro ipotetico utente che accede con il proprio device mobile in una struttura indoor. Attraverso il Captive portal proprietario (il sito web visualizzato dall’utente prima dell’accesso in rete. È una pagina, o più d’una che serve ad autenticare i visitatori. ndr) viene identificato il device dell’utente e consentito l’accesso in piena sicurezza attraverso autenticazione con i social media. Una volta connesso l’utente rivede una pagina personalizzata e un link per scaricare la app che interagisce con i beacon distribuiti nella struttura fisica. L’utente vedrà la sua posizione all’interno della mappa sul monitor del cellulare, mentre la app lo guiderà verso la location desiderata e gli invierà le push invitation.»
C’è bisogno di Wi-Fi ac
Se scattassimo una fotografia della terra scopriremmo l’ 80% degli abitanti del pianeta possiede uno smartphone e lo usa nei luoghi pubblici. Ma non basta, il 52% delle imprese mondiali intende implementare nel 2017 sistemi di marketing mobile basati sulla geolocalizzazione (nel 2013 questa percentuale era del 27%). I dati, diffusi da HPE Aruba segnalano il vorticoso cambiamento in chiave mobile in atto nel mondo. Un’accelerazione che però vede ancora non pochi nodi critici. Il primo fra tutti risiede, alla luce dell’utilizzo di device mobili, nel passaggio per molte aziende – soprattutto quelle italiane – da un sistema informativo esistente da anni (che è di valore per il business da esso supportato, e che è stato ereditato dall’ambiente elaborativo attuale) a un sistema pienamente wireless.
A questo proposito Nora Cecini, Country Manager di HPE Aruba, sottolinea: «Con il passaggio al mobile, le esigenze delle imprese in termini di rete sono superiori alle capacità delle infrastrutture legacy. Allo stesso tempo, le organizzazioni si stanno spostando rapidamente verso posti di lavoro incentrati sulla mobilità. Occorre dunque un Wi-Fi scalabile, ovvero capace di crescere o decrescere di scala in funzione delle necessità e delle disponibilità. Decisiva per la transizione diventerà dunque la diffusa adozione del Wi-Fi ac». Le lettere ‘ac’ indicano il più recente protocollo delle specifiche 802.11 IEEE (Institute of Electrical and Electronics Engineers), meglio note con il termine Wi-Fi. Il Wi-Fi ac (opera su banda 5GHz) permette velocità di trasmissione tre volte superiori a Wi-Fi n (opera su banda 2,4 Hz) e assicura una maggiore affidabilità.
Gli spazi applicativi: dallo shopping al museo
Sulla carta non ci sono limiti agli ambiti di applicazione della soluzione di HPE Aruba. Attualmente il Mobile Engagement nel mondo è soprattutto utilizzato in musei, stadi, centri commerciali, aeroporti. « In ambito retail – dice Nora Cecini – la nostra solution è efficace nell’offrire una esperienza unica di shopping. Immaginiamo un enorme centro commerciale in cui vogliamo essere condotti verso un negozio di nostra preferenza: una volta localizzato lo shop, il sistema ci accompagna e ci segnala, grazie alle push notification, offerte speciali o ultime novità. Gli aeroporti rappresentano un altro buon esempio di applicazione: qui saremo guidati verso il gate, e intanto riceveremo informazioni su caffetterie o ristoranti dove fare uno spuntino, potremo comprare un regalo in uno shop magari utilizzando le promozioni attive quel giorno sulla base anche dell’analisi dei big data, ovvero, ancora una volta, personalizzando sull’utente. Un utente che accede infatti a un aeroporto per la seconda volta viene riconosciuto e sulla base della esperienza che ha fatto precedentemente potranno essere creati pop up promozionali personalizzati ».
Un meccanismo del tutto simile è applicabile in ambito ospedaliero. «In alcune strutture complesse dove non sempre è facile orientarsi quando dobbiamo trovare un parente ricoverato, per esempio, o sapere dove si trova un reparto o l’ufficio a cui consegnare la documentazione – spiega Cecini – la soluzione permette anche di integrare le informazioni relative all’ospedale o al paziente stesso e quindi anche di gestire i processi a tutto tondo: pensiamo ai colli di bottiglia che si eliminano se il medico che arriva davanti al ricoverato ha già tutte le informazioni necessarie sul device senza dover chiedere cartelle cliniche alle infermiere». Un ulteriore ambito di applicazione sono i musei: il sistema permette ai turisti di essere portati davanti alle opere d’arte, di avere le indicazioni rispetto alla storia di ciascun dipinto o scultura o le informazioni utili su tutti i servizi museali.
…e in fabbrica
Il potenziale dei beacons nella trasformazione della fabbrica è altissimo anche se, finora, è stato raramente sperimentato. Tra gli scenari futuri è possibile immaginare l’utilizzo di sensori negli ambienti in cui agiscono robot. Perché mentre i robot evolvono in capacità e potenza, ci vuole un’enorme quantità di potere computazionale e di algoritmi complessi per risolvere problemi anche elementari di navigazione. E se le macchine non vedono la rete la linea produttiva può subire rallentamenti e diventare inefficiente. Un beacon che è low-cost e a basso consumo di energia può rendere gli spazi industriali più friendly per i robot che si muovono al loro interno. La comunicazione bluetooth ha anche un altro vantaggio: usando una banda larga riservata, l’interferenza degli altri device connessi può essere facilmente isolata. Ultimo, ma non meno importante: proprio per la sua economicità si tratta di un’applicazione adatta anche alle PMI.
Le soluzioni di HPE Aruba per l’industria sono in diversi ambiti: wayfinding, per essere guidati a una destinazione attraverso un percorso pre-impostato; sistema di triangolazione per trovare asset mobili di valore come, per esempio, apparati industriali mobili; la possibilità di creare zone ad accesso limitato e di avere dati analitici per business intelligence, dati che vengono rilevati da apparati Wi-Fi o da device tag. Una possibilità importante consiste nell’utilizzo dei beacon per tracciare i movimenti degli addetti all’interno della fabbrica. In questo modo potrebbe essere possibile fare interventi a livello di efficacia ed efficienza all’interno dello stabilimento, mutando anche il posizionamento di macchine e isole di lavoro. La questione però pone delle problematiche a livello di privacy, che in questa sede non affrontiamo, anche perché sarebbe arduo.
Il mondo secondo Mobile Engagement
Capire l’efficacia di una soluzione vuol dire tirare le somme. A partire dalla creazione di profitti per le organizzazioni che le applicano. Industria Italiana ha acceso un faro sull’ efficacia di Mobile Engagement HPE Aruba in due stati statunitensi (California e Texas) e in due europei (Spagna e Italia).
Al Levi’s Stadium di San Francisco
Il Levi’s Stadium ha una capacità di 80mila spettatori e si è dotato di una infrastruttura Wi-Fi HPE Aruba in grado di raggiungerli tutti. I servizi a disposizione del tifoso sono diversi e lo accompagnano per tutta a durata di ogni match: si va dall’individuazione del suo posto sugli spalti, a cui viene guidato, alla possibilità di rivedere le azioni alla moviola, a quella di ricevere uno spuntino senza spostarsi dalla sua sedia. «Nel primo anno di utilizzo del Mobile Engagement al Levi’s Stadium – racconta Nora Cecini – sono stati fatturati dall’indotto food and beverage 1,5 miliardi di dollari, una cifra inaudita. Il passo successivo sarà l’analisi dei dati raccolti mentre si erogano servizi all’utenza, per consentire alle aziende di profilare i clienti e customizzare ulteriormente l’applicazione con servizi sempre più personalizzati».
In quanto all’affidabilità, durante la prima partita del campionato nell’era mobile i dati trasmessi sono stati pari a 3,3 Terabyte (un Terabyte corrisponde a 2 alla quarantesima byte) più che in tutto l’ultimo SuperBowl; 7800 replay in instant video sono passati sulla app dedicata, visionabili da oltre 18mila utenti che avevano effettuato il loro accesso al Wi-fFi.
Nel Medical Center Health (MCH) di Odessa
La notizia è del 6 dicembre scorso: il Medical Center Health (MCH) di Odessa in Texas ha iniziato a usare una rete wireless Aruba con ClearPass per portare maggiore efficienza allo staff e ai medici, migliorare la gestione dei pazienti e preparasi alle prossime iniziative tecnologiche legate all’Internet of Things. La clinica di Odessa ha 65 anni di storia e dispone di un Trauma center di secondo livello, di un ospedale regionale, di un ospedale universitario e di un sistema di health care che include servizi medici integrati in 8 cliniche. La modalità mobile serve ai medici per migliorare la flessibilità e l’efficienza, per ai pazienti per vivere meglio l’esperienza del ricovero: la rete wireless supporta anche l’accesso dei device privati di pazienti, ospiti e medici.
I livelli di accesso forniti dal provider sono diversi: gratuiti per i pazienti, a pagamento e a tempo per i visitatori (per ripagare l’investimento infrastrutturale). Nei piani di MCH c’è lo sviluppo di servizi voice on Ip evoluti e un sistema di backup per evitare perdite o furti di dati. Appare evidente l’importanza dei dati in questo contesto: le cartelle cliniche inizieranno a viaggiare sui device mobile di medici e paramedici con un immediato risparmio di tempo e riduzione degli errori. I servizi saranno disponibili anche per chi visita ammalati o per chi consegna o ritira documentazioni.
Nella Real Academia de Bellas Artes de San Fernando
Un’applicazione che potrebbe fare breccia in Italia più nell’immediato futuro è quella che si può copiare dalla Real Academia de Bellas Artes de San Fernando, il più antico museo spagnolo, fondato nel 1752 a Madrid, che ospita una vasta collezione di opere d’arte dal Rinascimento al Ventesimo secolo. Il museo ospita le più famose opere di Francisco Goya dislocate in un edificio molto vasto su tre piani . Grazie al sistema di HPE Aruba, al visitatore viene offerta la possibilità di conoscere la sua posizione nel museo e di essere guidato alla sua scoperta.
Una volta davanti l’opera di suo interesse potrà conoscerne, attraverso la app, dettagli di ogni tipo (i curatori della mostra possono fornire video e audio aggiuntivi per dare informazioni più dettagliate). Sul suo device potrà ascoltare audioguide avveniristiche. Sono previsti anche percorsi per profili diversi, per bambini, visitatori neofiti o esperti. Naturalmente durata del percorso e la lingua sono opzioni previste. Il sistema raccoglie dati sulle abitudini di comportamento dei consumatori che, analizzati e catalogati, consentiranno via via di personalizzare sempre di più la museum experience e anche di eliminare eventuali difetti di fruibilità dell’esposizione.
Laboratorio Italia
«Negli ultimi mesi HPE Aruba ha ricevuto moltissimi ingaggi in Italia dove – sebbene in ritardo rispetto all’adozione di tecnologie di questo tipo, come anche con il Wi-Fi – c’è un assoluto interesse per le potenzialità di un marketing verticale, sia in ambito pubblico che privato, offerto dalla geolocalizzazione. Abbiamo molti progetti in corso- spiega Nora Cecini – e alcuni si stanno chiudendo proprio in queste settimane. Il potenziale è ampio anche per la piccola e media impresa, perché si tratta di soluzioni con costi abbordabili e con possibilità di customizzazione importanti. Sono soluzioni pensate per l’enterprise, ma sono scalabili al 100% e adattabili a diverse realtà dimensionali e anche a quelle italiana».
In Italia il “progetto pilota” è stato sperimentato nel corso della Italian Partner Conference di Hpe, con Partner, Reseller e Distributori, tenutosi presso il Centro Congressi di Rimini. La due giorni si è svolta su una superficie di circa 10.000 mq, suddivisi in un ampio salone convegnistico, un’area espositiva comprendente anche quattro teatri, tre sale dedicate alle breakout session e un ampio foyer, con numerosi servizi accessori. Per consentire ai partecipanti di seguire senza difficoltà la propria agenda di impegni e incontri, nonché di assistere alle conferenze e ai meeting per loro più interessanti, seguire le break out session e visitare l’area espositiva, intervenire alle conferenze plenarie così come alle presentazioni tematiche, HPE ha deciso di far sviluppare da Aruba Networks un’app dedicata, che fungesse da guida .
«Volevamo mettere a disposizione dei nostri ospiti un’applicazione tecnologicamente innovativa e facilmente fruibile da qualunque device mobile – spiega Claudio Soffientini, HPE Channel and Partner Marketing Manager – che permettesse loro di gestire al meglio il tempo, muovendosi con dimestichezza all’interno dell’area congressuale, secondo i propri interessi principali. In questo modo si è evitato così il rischio di non riuscire ad accedere a informazioni determinanti per il loro business. In un evento di questo calibro, diventa infatti fondamentale poter garantire al visitatore un puntuale utilizzo del tempo all’interno di un’agenda particolarmente ricca di opportunità».
La smart meeting room
Nora Cecini – nel ricordare che l’esperienza di Rimini è stata replicata anche all’ultimo Discover a Londra, il più importante evento annuale del colosso Usa – racconta: «Aver portato il Mobile Engagement è equivalso a portare il convegno in un’altra dimensione. I partecipanti hanno scaricato la app e sono stati guidati attraverso gli edifici per partecipare alle sessioni, era possibile scaricare i profili degli speaker per verificare quali fossero i più interessanti. Ma soprattutto si è fatta esperienza dell’evoluzione con device in ambito IoT. Un esempio è la smart meeting room. Immaginate di arrivare in una sala conferenze dove viene rilevata la vostra presenza e sul vostro tablet avete la possibilità di vedere la pianificazione della sala stessa: chi la ha prenotata e per quanto tempo, e poterla prenotare per fare una conferenza con i vostri colleghi di Londra. Nel caso in cui aveste ospiti esterni, sarebbero guidati alla volta della sala e già pre-registrati». Insomma, la digital transformation ha buone soluzioni a portata di mano.
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La Hewlett Packard Enterprise è una delle due eredi di Hewlett-Packard (nota anche con la sola sigla hp)multinazionale statunitense dell’informatica attiva sia nell’hardware (leader di mercato nei notebook, nei server e nelle stampanti, tra i protagonisti anche nei sistemi di connessione e nei desktop) che nel software e nei servizi collegati. Nel 2011 era il primo produttore mondiale di PC per unità vendute. Fino al 2015, quando si è scissa in due, era la prima società di informatica nel mondo, con circa 100 miliardi di dollari di giro d’affari, più grande di Ibm, Microsoft e altri colossi. Nel 2015 la società si è divisa dando origine ad HP inc. attiva nel mercato dei PC e delle stampanti (con interessanti progetti di sviluppo nel mondo della stampa 3D) e Hewlett Packard Enterprise, più nota come HPE che fornisce soluzioni (server, sistemi di connessione, e servizi collegati) per data-center e grandi imprese.
HPE, il cui CEO è Meg Whitman, ha scelto di focalizzarsi sull’enterprise, ovvero tutto ciò che ruota intorno a reti, server, consulenza e supporto. L’acquisizione di Aruba Networks rientra in questa strategia complessiva: l’azienda comprata è fornitore leader di soluzioni di accesso alla rete di nuova generazione per l’impresa mobile: la società, sede a Sunnyvale, nella Silicon Valley, vantava 1800 dipendenti e nel 2014 aveva registrato un fatturato di 729 milioni con un tasso di crescita annuo dei ricavi del 30 per cento nei cinque anni precedenti alla fusione. Aruba nel suo core business ha la creazione di infrastrutture di rete capaci di accelerare la transizione verso il mondo mobile, fatto di Iot e cloud computing. L’acquisizione sarà completata poi nel secondo semestre dell’anno per 24,67 dollari per azione in contanti e per un valore complessivo di circa 3 miliardi di dollari. Il risultato è la creazione di un campione delle soluzioni di accesso, con l’unione delle linee di commutazione wired di Hpe e le WLan e i prodotti mobili di Aruba. In Italia Hpe è guidata da Stefano Venturi.
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