I piani industriali di Avio dopo la quotazione

di Luigi Dell’Olio ♦ Per l’ azienda italiana leader nell’industria dello spazio un cambio di rotta radicale nel posizionamento industriale, l’uscita dello storico azionista di riferimento e la quotazione in Borsa con un modello innovativo.

Le mosse seguite da Avio negli ultimi quattro anni meritano di essere analizzate da tutte quelle aziende (del nostro Paese e non) che stanno ragionando su un possibile turnover per assecondare i trend emergenti nel mercato.







Da Fiat alla Borsa

La storia di Avio Spa dal primo Dopoguerra alla fine del 2012 ha seguito la traiettoria della controllante Fiat, inizialmente intenzionata ad ampliare le proprie attività dall’industria automobilistica a quella aeronautica e navale, facendo leva sulle possibili integrazioni e scambio di know-how sul versante dei motori, e successivamente impegnata a razionalizzare la presenza sul mercato con un ritorno al core business dell’automotive.

Poco più di quattro anni fa la divisione aeronautica di Avio è stata acquisita da General Electric per 3,3 miliardi di euro – prendendo il nome di Avio Aero -, mentre la divisione spazio è rimasta al fondo private Cinven (81%) e a Finmeccanica (oggi Leonardo), con il 14% -. Lo scorso marzo è avvenuta la quotazione a Piazza Affari, con l’uscita di Cinven e la quota di controllo passata a Space2. Quest’ultima è una Spac, tipologia societaria introdotta nel mercato italiano due anni fa proprio per facilitare l’accesso al mercato dei capitali da parte delle aziende italiane. La Spac si quota per raccogliere capitali e poi avvia la caccia di una società da rilevare: quando l’operazione si completa, l’azienda acquisita si trova automaticamente quotata sul listino milanese.

Giulio Ranzo
Giulio Ranzo, A.D. Avio

 

Dal business dello spazio il 96% dei ricavi

Avio, che fattura 250 milioni di euro e vanta un utile netto pari a circa il 6%, con 900 milioni di ordini in portafoglio, è stata ammessa allo Star, segmento dedicato alle società di medie dimensioni con prospettive di crescita e internazionalizzazione di rilievo. «Siamo una public company tecnologica con una storia centenaria, la prima al mondo specializzata nella produzione di vettori spaziali che portano in orbita i satelliti che rendono la nostra vita sulla terra più facile e sicura», ha rivendicato nell’occasione l’amministratore delegato Giulio Ranzo. La scelta dello sbarco in Borsa è stata motivata con la volontà di «accelerare i nostri investimenti per la crescita e lo sviluppo di nuovi prodotti».

Il business dello spazio vale il 96% dei ricavi, con il restante 4% provenienti dai sistemi propulsivi per missili tattici prodotti per la Marina francese. «Il settore civile assorbe gran parte delle nostre energie; nella difesa non siamo particolarmente attivi ma ci interessa esserci perchè le tecnologie richieste sono sempre più avanzate e possono avere ricadute importanti anche per il civile», ha chiarito Ranzo.

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Strutture Avio

Una storia industriale

La storia di Avio è quella di un’azienda che ha seguito tutta la traiettoria dello sviluppo industriale italiano. La prima spinta è arrivata nel primo dopoguerra su impulso dell’ingegner Giovanni Chiesa, ideatore della fabbricazione di motori con cilindri dal diametro di 750 mm, il massimo consentito dalle tecnologie dell’epoca, che accrescevano la potenza dei motori fino ai 4.500 hp. Quindi è arrivata la fase della diversificazione a cavallo tra le due guerre mondiali, dai motori marini destinati a navi e sommergibili fino all’ingresso nel campo dei motori diesel ferroviari, mentre nel 1971 inizia la produzione di grandi motori diesel a Trieste, in un nuovo stabilimento avviato da un accordo di collaborazione con l’Iri.

Culla del know-how italiano

Ma lo stabilimento più importante del gruppo è quello di Colleferro, in provincia di Roma, creato dalla Bombrini-Delfino Bpd per la volontà statale di creare un grande operatore nazionale in campo chimico e poi passato a più riprese di mano fino ad approdare nell’orbita di Avio. Colleferro ancora oggi è la sede operativa principale del gruppo e occupa circa metà degli 800 dipendenti presenti in Italia, buona parte dei quali impegnati nelle attività di ricerca e sviluppo, innovazione e integrazione di sistemi, oltre che nella realizzazione di motori a propellente solido e liquido per veicoli di lancio e sistemi di propulsione tattica.

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Kourou, Guyana Francese, controllo propellente Vega

A Colleferro, tramite la controllata ELV (European Launch Vehicle) (partecipata al 70% Avio e al 30% dall’ASI, Agenzia Spaziale Italiana), viene sviluppato anche il nuovo lanciatore Vega, coordinando i contributi di diverse società europee. Sempre a Colleferro si trova l’impianto per la realizzazione di protezioni termiche a uso spaziale, composto da due aree: la prima dedicata alle mescole madre della gomma con un miscelatore interno dedicato, e una seconda area in cui è stata installata la linea di produzione.

«Non tutti i cervelli fuggono dall’Italia», ha rivendicato Ranzo, quando nei mesi scorsi a Colleferro si sono riuniti i maggiori esperti europei di lanciatori spaziali. «Grazie ai finanziamenti del MIUR (Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca) e dell’Agenzia Spaziale Italiana», ha aggiunto l’A.D. di Avio «abbiamo la responsabilità di guidare il lavoro del consorzio europeo che, sotto l’egida dell’Agenzia Spaziale Europea, sviluppa una versione ancora più avanzata e potente del lanciatore orbitale Vega.»

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Rampa di lancio ESA a Kourou, Guyana francese
Gli altri stabilimenti

A Rivalta di Torino, Avio progetta e produce turbopompe a ossigeno liquido, mentre ad Airola (in provincia di Benevento) ha sede il laboratorio per l’impregnazione delle fibre di carbonio. Suresnes (Francia) ospita la sede di Europropulsion (partecipata in maniera partitaria con Avioand), capo commessa per il motore a propellente solido per Ariane 5, incaricata di sviluppo, produzione e coordinamento tecnico. C’è anche una presenza nella Guyana francese, presso la sede dell’ESA (Ente Spaziale Europeo), rampa di lancio per i razzi Vega, il cui valore è sviluppato al 65% proprio da Avio.

I prossimi step

Proprio sul razzo per il posizionamento di satelliti in orbita bassa si concentrano buona parte degli sforzi di investimento dell’azienda italiana, alla quale viene riconosciuta su scala comunitaria (sono sette i Paesi dell’Ue che partecipano al progetto) un primato sul fronte della ricerca e dello sviluppo industriale. Avio ha sviluppato e produce i motori a propellente solido dei primi tre stadi del lanciatore e il modulo propulsivo a liquido del quarto. Avio è il primo contraente per la nuova generazione della famiglia dei lanciatori: il Vega C, il cui lancio di qualifica è programmato per metà 2019, e il Vega E, per il quale sono iniziate le attività di studio preliminare. Dal 1984 l’azienda laziale ha sviluppato e prodotto una quindicina di sistemi propulsivi a propellenti liquidi per satelliti.














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