General Electric lancia “Women in tech”

GE_Women in Tech

Obiettivo : 20.000 donne in ruoli tecnologi e scientifici entro il 2020

AstroSamantha (al secolo l’ingegnere e astronauta Samantha Cristoforetti), Fabiola Gianotti (fisico – la definizione la preferisce proprio lei – primo direttore generale donna del Cern), Elena Cattaneo (farmacologa, biologa e senatrice a vita). Sin da adolescenti si pensavano legate al mondo delle scienze tecnologiche. Perle rare, di un ieri non lontano, e perle rare ancor oggi.
Almeno a leggere i dati dell’OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) che si è chiesta quante giovani donne sognino di diventare ingegnere: ebbene in Italia solo il 5% delle ragazze si pensa in quel ruolo, indipendentemente dalla specializzazione, contro il 18% dei loro coetanei.Un gap che dà i suoi risultati: in Italia solo 6.800 ragazze (in media) si laureano in ingegneria ogni anno, contro 20.600 maschi che escono dall’università con lo stesso titolo. Insomma, tra gli ingegneri italiani, le donne sono ancora una ogni quattro uomini.







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Fabiola Gianotti, primo direttore generale donna del Cern ( photo by Claudia Marcelloni De Oliveira )

General Elettric lancia il programma Women in tech

Alle ragazze di tutto il mondo che cocciutamente pensano di ingaggiarsi per tutta la vita nei comparti progettazione, produzione, ingegneria, It e product management,  General Electric (GE) – l’azienda dedicata alla Digital trasformation industriale cui destina macchine e soluzioni guidate da software, connesse, predittive e reattive – lancia un segnale forte e chiaro con il suo progetto mondiale Women in tech. L’obiettivo della campagna è permettere a 20mila donne, entro il 2020, di ricoprire ruoli scientifici e tecnologici.

La campagna mondiale di GE per attirare talenti e colmare il Technology gender gap parte ancora da un’analisi dei dati OCSE, secondo cui il superamento del divario di genere potrebbe aumentare il PIL fino al 10% entro il 2030 negli USA, e tra il 5 e il 12% in 15 anni nei Paesi OCSE. Uno studio ha mostrato che le aziende caratterizzate da maggiore diversità di genere conseguono risultati migliori del 53% rispetto alle altre: si parla di un aumento del 35% del ROE e un aumento del 34% in rendimenti totali. Secondo gli economisti del Massachusetts Institute of Technology (MIT), poi, una maggiore Gender diversity potrebbe aumentare il fatturato del 41%.

Samantha Cristoforetti, ingegnere e astronauta (photo by James Blair)

Dagli Usa all’Italia: istantanee dal Technology Gender Gap

Ma è la fotografia scattata dal capo economista di GE Marco Annunziata con un editoriale su Business Insider a focalizzare lo stato del Technology Gender Gap. Annunziata affermando che «Se non portiamo sempre più donne a lavorare nei settori tecnologici, ci sarà un forte impatto economico negativo sul settore. Questo è un problema che le aziende devono affrontare con impegno», non si limita a dichiarazioni di principio ma prende in esame la situazione negli Usa – che secondo il rapporto “Global Information Technology Report 2016” by World Economic Forum, è quinto fra i i Paesi più tecnologici.

Negli States, solo il 14% di tutti gli ingegneri e il 25% di tutti i professionisti IT sono donne. Secondo l’US Bureau of Statistics, malgrado le donne costituiscano il 55% di tutti gli studenti universitari e laureati in generale, solo il 18% dei laureati in informatica sono donne. Inoltre, tra i principali Gruppi attivi nel comparto tecnologico, le donne sono ancora sottorappresentate, e costituiscono dal 13 al 24% dei posti di lavoro, e il 17-30% delle posizioni di leadership. Ma il dato eclatante è che quasi il 40% delle donne con lauree in ingegneria lasciano la professione o non lavorano nel settore.

In Italia, dice l’ultimo rapporto (2016) del centro studi del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, il gender eployment gap (la differenza tra il tasso di occupazione maschile e quello femminile) è pari al 19%, mentre il gender pay gap (la differenza di retribuzione oraria tra uomini e donne) è del 6%, uno dei dati peggiori del contesto europeo.

Marco Annunziata,capo economista di General Electric

La ricetta di GE per talenti tecnologici al femminile

Per GE le linee da perseguire sono tre: ampliamento delle università da cui GE attrae talenti, con un maggior focus sugli istituti che privilegiano un mix di genere; introduzione di un Advisory Council al Chief Technology Officer, per definire strategie per trattenere i talenti femminili, inclusi gli avanzamenti di carriera e le opportunità di sviluppo della leadership al femminile; continuare a implementare programmi dedicati ai dipendenti che favoriscano una cultura inclusiva e una maggiore flessibilità, come ad esempio un potenziamento dei congedi parentali, un lavoro più family-friendly, programmi di child care più economici e sostenibili .

Per l’azienda, che lo scrive in una sua nota, la campagna Women in tech è un ulteriore passo nei suoi programmi a sostegno dell’occupazione femminile, dopo la fondazione 20 anni fa del Women’s Network, la rete interna che coinvolge le 100mila dipendenti dell’azienda per promuovere le professionalità e la leadership al femminile.














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