Gefran, sensori per la crescita nella fabbrica 4.0

Lavoro alla Gefran
Lavoro sui sensori alla Gefran

di Bruna Rossi ♦ Dalla provincia di Brescia Gefran porta i suoi sensori in tutto il mondo. Dopo aver anticipato la Internet of Things.

Una gamma totalmente dedicata al controllo nelle macchine movimento terra, macchine agricole e per il sollevamento. Si tratta dell’ultima innovazione di Gefran, che da vent’anni, nella provincia di Brescia, a Provaglio d’Iseo, progetta e produce sensori. “Oggi la sicurezza negli ambienti di lavoro è fortunatamente una priorità”, racconta a Industria Italiana Maria Chiara Franceschetti, amministratore delegato di Gefran. “E i sensori sono elementi indispensabili per garantire controllo di movimento e la stabilità di questi automezzi”.







Le competenze della multinazionale bresciana nel campo dell’automazione e del controllo dei processi industriali hanno travalicato i confini nazionali e da decenni sono commercializzati in tutto il mondo, attraverso le acquisizioni fatte all’estero e una serie di filiali che operano in Francia, Germania, Svizzera, Regno Unito, Belgio, Turchia, Stati Uniti, Brasile, Cina, Singapore e India.

Maria Chiara Franceschetti,
Maria Chiara Franceschetti,

Internet of things in anticipo

Di fatto, Gefran è stato un pioniere della Internet of Thing che oggi è sulla bocca di tutti e che domani sarà il cuore di ogni impresa di successo. In particolare, nel campo dei sensori, i componenti miniaturizzati e intelligenti che sono sempre più necessari a ogni processo manifatturiero. Che cosa fanno, nel dettaglio, i sensori di Grefran? “Misurano e trasmettono alcune delle variabili fisiche più significative all’interno di un processo industriale: pressione, temperatura, forza e posizione”, spiega Franceschetti. “Quello che ci ha sempre caratterizzato è un’attenzione quasi maniacale al controllo totale del processo produttivo e realizziamo internamente gli elementi sensibili primari, il cuore tecnologico dei sensori: questi dispositivi prendono vita nelle nostre camere bianche a temperatura e pressione costantemente controllate. Investiamo in Ricerca e Sviluppo mediamente il 6% del fatturato, in collaborazione con le più importanti università europee, per garantire performance di precisione e sicurezza. I nostri sensori trovano applicazione in diversi contesti produttivi, come per esempio le macchine per la lavorazione delle materie plastiche, la lavorazione del vetro, del legno, del metallo”.

Rivoluzione sensoriale

Da quando questa produzione è iniziata, negli anni Ottanta, il mondo è cambiato e non una volta sola. E i sensori di oggi sono molti diversi dai primi lanciati sul mercato. “Alcune tecnologie sono cambiate: i circuiti elettronici sono sempre più miniaturizzati, i materiali sono diventati più resistenti e più performanti”, conferma l’ad. “Oggi rivestono molta importanza anche le potenzialità di connessione dei sensori con altri equipaggiamenti delle macchine industriali. Inoltre sono molto cambiate anche le normative che regolano la sicurezza dei processi produttivi. Noi, in particolare, abbiamo sempre anticipato cambiamenti tecnologici che vanno nella direzione di un maggior rispetto per l’ambiente. Nella misura della pressione per esempio abbiamo per primi, anticipando di qualche anno le normative, eliminato il mercurio dalle nostre sonde”.

Sensore lineare a filo tecnologia potenziometrica
Sensore lineare a filo tecnologia potenziometrica

Dalla famiglia al mondo

Gefran è un soggetto innovatore che nasce come la tipica azienda familiare e con competenze artigianali, ma che ha saputo cambiare nel tempo e resistere. Fondata più di quarant’anni fa dal padre e dallo zio dell’attuale amministratore delegato porta nel nome quello dei fondatori, Giacomo ed Ennio Franceschetti. Cominciarono assemblando quadri elettrici per macchine per la lavorazione della plastica, nel bresciano allora ce n’erano tante. “Il primo quadro fu costruito in un garage e al momento della consegna ci si rese conto che la porta era troppo piccola, e per farlo uscire si dovette letteralmente scardinare”, racconta Maria Chiara. Da quel primo incidente alla fornitura a clienti internazionali, tra cui figurano i grandi costruttori di macchine per la plastica tedeschi. “Ed è stato un successo essere chiamati, da queste aziende, a dare lo stesso servizio, quello che garantiamo in Europa con il prodotto realizzato in Italia, alle loro filiali in Cina, tramite la nostra consociata a Shanghai: ciò significa che ci considerano affidabili e solidi, anche se personalmente mi piace dire che una storia di successo da raccontare è quella vissuta nella nostra provincia, con un’azienda bresciana leader nel suo settore, molto esigente ed innovativa: essere riusciti a conquistarla rappresenta davvero una grande soddisfazione”, commenta la manager.

Dinamici e trasversali

Tradizionalmente i clienti di Gefran sono i costruttori di macchine trasversali a tanti e diversi settori. Ma quali sono i più dinamici ad accogliere il cambiamento necessario imposto dalla quarta rivoluzione industriale di cui i sensori sono una parte portante? “Vediamo dinamicità nel settore della lavorazione dell’acciaio, dove i temi di efficientamento energetico sono determinanti, e sia la filiera dell’alimentare che del farmaceutico sono sensibili all’automazione e alla gestione dell’informazione poiché ciò garantisce tracciabilità e sicurezza”, aggiunge Franceschetti. “L’innovazione è giustamente vista come strumento per aumentare efficienza e competitività, i timori non sono rispetto al cambiamento in sé, ma rispetto alla possibilità di finanziare questo cambiamento efficacemente”. E gli strumenti che oggi sono a disposizione, come l’iper e il super ammortamento di recente ratificati nel piano governativo di Industria 4.0, potrebbero aiutare. “Si tratta di un’opportunità per il nostro paese di rilancio delle imprese. In modo particolare il comparto manifatturiero, che grazie alle tecnologie digitali innovative si sta trasformando, ha bisogno di investimenti per non perdere la corsa lanciata dai tedeschi. Vedo il piano governativo quindi molto positivamente, perché l’impegno preso con il Paese è un’iniezione di fiducia che il sistema industriale attendeva da tempo. Ora è indispensabile tenere il tempo ed attuare il piano con determinazione e grande concretezza”.

Linea di produzione alla Gefran
Linea di produzione alla Gefran

Le prospettive del Paese

Quale sarà la reazione dell’industria italiana? Sarà pronta ad affrontare la sfida dell’automazione in chiave digitale? “Credo che le sfide siano uno dei pilastri delle imprese, in generale, e che questa in modo particolare rivesta un interesse tale per cui nessuno si tirerà indietro. Forse ci si può chiedere se l’infrastruttura tecnologica a supporto della digitalizzazione nel nostro Paese sia adeguata e predisposta ad accogliere le esigenze delle imprese: questo, credo, potrebbe far sorgere qualche dubbio, ma ho personalmente visto aziende talmente determinate rispetto al tema della connessione, da investire direttamente nei sistemi abilitanti la comunicazione ove il territorio non ne fosse dotato. Per quanto riguarda noi Industry 4.0 è una rivoluzione straordinaria a cui Gefran, insieme a tante altre aziende, contribuirà con convinzione”. E una rivoluzione da cui Gefran, proprio per il mestiere che fa, ha tanto da guadagnare.

“Industry 4.0 ci ha aperto la porta ad applicazioni dei nostri prodotti, in modo particolare i sensori, fin ora non considerate: a fronte di progetti concreti su cui stiamo lavorando da 18 mesi abbiamo a piano per il prossimo anno di investire più di un milione di euro specificamente nell’automazione della nostra fabbrica per innovare ed ottimizzare le linee produttive. Prevediamo volumi in crescita, ma è davvero difficile quantificare quanto siano quelli legati al piano Industry 4.0”, conclude la manager. Intanto, nei primi sei mesi dell’anno l’Ebitda dell’azienda è tornato a crescere raggiungendo quota 4,6 milioni ed il fatturato ha sfiorato i 60 milioni di euro, nei settori e nei mercati tradizionali per il gruppo, e con investimenti intorno al 4% del giro d’affari annuo.














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