La sesta provincia manifatturiera d’Europa resiste alla crisi

Il territorio denzamente popolato della Brianza visto dai monti di Lecco

di Paolo Del Forno ♦ In un quadro economico generale ancora sfavorevole, drives come internazionalizzazione e innovazione continuano a orientare verso la competitività le imprese produttive di Monza Brianza. I risultati di una ricerca dell’ Università Milano Bicocca.

Più che una ricerca, quella che costituisce il quarto capitolo di Business Strategies and Competitiveness in Times of Crisis – A Survey on Italian SSMEs   è un “reportage dalla crisi” nel cuore dell’industria di Monza e Brianza. «Questo territorio costituisce un’eccezionalità nel panorama italiano e un’evidenza in quello Europeo: è il terzo polo manifatturiero del nostro Paese e il sesto in Europa – dice a Industria Italiana Laura Gavinelli, autrice della monografia, Senior Research consultant presso il CRIET, Centro di Ricerca Interuniversitario in Economia del Territorio e Assegnista di Ricerca presso il Di.SEA.DE, Dipartimento di Scienze Economico-Aziendali e Diritto per l’Economia Università degli Studi di Milano-Bicocca-. La parola crisi riconduce a frangenti drammatici e a disfatte, osservarla da questo territorio ha costituito l’opportunità invece di comprenderla anche dal versante proattivo: sfide ardue sì, ma affrontabili e affrontate» .







 

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Laura Gavinelli Senior Research consultant presso il CRIET

Surfare sulla crisi grazie a famiglia, investimenti, manuservice

Il quadro d’insieme che la ricerca – cui ha collaborato costantemente  Laura Cesana responsabile del centro studi di Confindustria Monza e Brianza (oggi Assolombarda Milano, Monza e Brianza) che col CRIET ha dato vita all’Osservatorio Impresa MB – descrive un territorio fortemente resiliente, capace di surfare sull’onda (peraltro ancora non doma) della crisi, sfidando se stessa. Al centro del quadro c’è la famiglia che si adopera in media da 40 anni attorno alla sua azienda (vi sono esempi sino alla quinta generazione). L’interesse della famiglia è rivolto a un prodotto d’eccellenza che viene migliorato incrementalmente e accompagnato dal servizio al cliente (pre e postvendita, ed estrema flessibilità). Una famiglia non impenetrabile, perché ricorre sempre maggiormente a management esterno. Una famiglia che investe in ricerca e sviluppo anche fino al 50% (nel 10,1% del campione). Ma che soprattutto punta risorse ed energie sulle risorse umane coltivate all’interno.

Resilienza medio alta per le imprese Monza Brianza

L’avvento della crisi economica finanziaria, scoppiata nel 2008 e non ancora conclusa, ha cambiato in modo drammatico lo scenario competitivo e le condizioni per la sopravvivenza e la crescita di molti paesi, Italia compresa. E un livello medio alto di resilienza è la definizione appropriata che riflette il comportamento delle imprese di Monza e Brianza, così come la descrive l’analisi longitudinale del CRIET. Nessun settore è stato risparmiato: i più colpiti il  sono tessile-abbigliamento, il chimico, il manifatturiero e l’agroalimentare. Eppure quando si tratta di autovalutare la capacità di uscire dalla crisi le aziende di Monza e Brianza sono ottimiste nell’85,8% dei casi. Andando più in profondità, per il 46,9% di esse la capacità è media, per il 38, 9% è alta. Le medie imprese sono le più agguerrite, le piccole e micro più incerte.

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Fonte: Osservatorio Impresa MB 2012
Andamento economico in controtendenza rispetto alla media nazionale

Questo territorio significativo per la realtà economica nazionale  ha mostrato nel periodo 2011-2014 andamenti positivi, in controtendenza con i dati italiani, con un aumento dell’ occupazione e con un valore aggiunto registrato lo scorso anno che copre il 27 percento di quello della Lombardia. La ricerca si è applicata ad un campione costituito principalmente da PMI della zona, aziende mediamente con un fatturato inferiore ai 10 milioni e una occupazionalità inferiore ai 50 dipendenti. Una elevata trasversalità, vale a dire un forte orientamento al prodotto e al servizio, una attività ben consolidata e una prevalente gestione famigliare sono le altre caratteristiche del campione preso in considerazione. Quali sono le strategie che hanno guidato queste imprese nella loro risposta alla crisi dal 2008 ad oggi, così come emergono dai comportamenti monitorati nei quattro anni di attività dell’Osservatorio Impresa Monza e Brianza?

Le principali evidenze

Dalle analisi elaborate sulla base delle risposte ai 3.234 questionari utilizzati per raccogliere i dati, emergono come fattori di competitività ritenuti decisivi innanzitutto il marketing e la comunicazione, basati sull’utilizzo di strumenti mediamente tradizionali, e l’asset strategico dell’apertura all’internazionalizzazione, con un riferimento diretto a un mercato soprattutto europeo (l’export dell’area vale 9 miliardi di euro). Le difficoltà di accesso al credito sono state affrontate con gli strumenti dell’autofinanziamento, del credito commerciale e linee di credito, mentre un ruolo importante si ritiene abbia avuto l’ attività di networking e collaborazione che ha consentito di innovare e migliorare la qualità del prodotto, di diminuire il rischio e i costi, e di superare i limiti dimensionali.

Il tema della ricerca e innovazione svolto con prevalenti attività in-house e con gli investimenti che si focalizzano su innovazione incrementale e miglioramento del prodotto, unitamente alla valorizzazione delle risorse umane, rappresentano elementi importanti. Infine, per quello che è sostanzialmente un family-business, emerge che la definizione del passaggio generazionale, con la piena consapevolezza dei meccanismi societari sottintesi, è un momento della vita aziendale futura mediamente sottostimato: la conoscenza degli istituti per l’accompagnamento delle imprese nel passaggio generazionale è piuttosto bassa.

Internazionalizzazione e innovazione leve di crescita

Dalla ricerca è emersa una base informativa ricca e puntuale di cui i vari attori, ognuno nel proprio ruolo, possono beneficiare per creare sviluppo e valore. Proprio partendo da questi dati bisogna considerare l’ internazionalizzazione e l’innovazione – come ha sottolineato Andrea Dell’Orto, Vice presidente di Assolombarda Confindustria Milano Monza e Brianza e Presidente del Presidio territoriale MB – come le leve per la crescita delle  imprese. E il  rafforzamento  della competitività a livello internazionale, promuovendo lo sviluppo del manifatturiero avanzato, è uno degli obiettivi che Assolombarda Confindustria Milano Monza e Brianza vuole raggiungere attraverso un orientamento strategico e operativo sul tema dell’Industria 4.0 e della digitalizzazione dei processi.

 Quattro anni di rilevazioni: l’analisi

Veniamo ad alcuni aspetti di dettaglio della ricerca, che ha avuto un elevato tasso di risposta ai questionari distribuiti nel corso degli anni. Emerge una media consapevolezza di poter uscire dalla crisi, che viene affrontata innanzitutto ottimizzando l’esistente nel breve periodo, quindi prevedendo in seguito un potenziamento delle competenze del personale e maggiori investimenti sul fronte green, le fonti energetiche rinnovabili (quest’ultima opzione segnalata solo da una parte del campione rispondente). C’è una buona conoscenza degli strumenti governativi a supporto della propria attività, meno noti gli strumenti di politica industriale.

Competitività

Per quello che riguarda la competitività, sono ritenuti altamente distintivi i fattori di orientamento al prodotto, qualità, flessibilità e i servizi al cliente, così come la valorizzazione di storia, nome e valori dell’azienda. Un dato interessante: il “made in…” è un fattore differenziate solo per un terzo dei rispondenti. Per chi lo utilizza, i vantaggi si riversano su fiducia e reputazione (33,8% e 25%), e relazioni di business in Italia (33,8%) e all’estero (27,9%). Tra i fattori esogeni che  ostacolano la competitività vengono individuati la guerra dei prezzi e a livello nazionale le tasse e il calo della domanda interna.

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Fonte: Osservatorio Impresa MB 2012

 Internazionalizzazione

Come si è detto, l’internazionalizzazione è ritenuto un asset strategico: delle aziende (molte anche di piccola dimensione) che hanno risposto ai questionari, ben il 42,5  ne riconosce i vantaggi, Aumento della dimensione aziendale, miglioramento della corporate image, maggiori benefici nella supply chain. L’attività sui mercati esteri, a volte svolta con esperienze più che decennali, incide per più di un terzo sul fatturato annuo totale, realizzato per lo più in Europa. Quindi emerge che l’internazionalizzazione non è tanto da intendersi come una reazione al calo della domanda domestica, quanto piuttosto come una opportunità di crescita e di miglior servizio al cliente.

Innovazione, ricerca e capitale umano

Per quello che riguarda l’innovazione e la ricerca, dall’analisi del Criet emerge come venga ritenuta un fattore chiave di competitività. Partner, per il 23% delle aziende considerate, sono le Università, quindi i centri di ricerca per il 14%. Ma forse più che la ricerca è la valorizzazione delle risorse umane un elemento decisivo della competitività, con ben più della metà delle aziende che intende investire nella professionalizzazione e nella qualificazione del personale entro il prossimo anno, ritenendo che maggiori competenze pratiche manuali, linguistiche manageriali e tecnologiche rendano l’azienda più competitiva.

 

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Fonte: Osservatorio Impresa MB 2012
 Il family business

L’ultimo capitolo dell’analisi del Centro di Ricerca Interuniversitario in Economia del Territorio riguarda uno degli aspetti più importanti che caratterizzano il territorio di Monza Brianza, vale a dire la prevalenza di un assetto proprietario famigliare per la maggior parte delle aziende (vedi Industria Italiana ), e in particolare gli aspetti dedicati al passaggio generazionale. È vero che predomina la gestione famigliare, ma negli anni è cresciuto il ricorso a manager non appartenenti alla famiglia proprietaria, mentre quasi la metà delle aziende considerate ha un figlio che opera nell’azienda paterna. Un terzo delle aziende prevede un passaggio generazionale nei prossimi 5 anni, in un panorama odierno in cui nelle aziende (più della metà ) la conduzione famigliare arriva mediamente fino alla seconda generazione, e addirittura alla terza nel 21% dei casi . Sono i tratti tipici dell’imprenditoria della Brianza: continuità, valori, storia.

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Fonte: Osservatorio Impresa MB 2012

Partendo da questa realtà emerge che il passaggio generazionale è poco pianificato: il 50 % delle aziende non prevede un passaggio generazionale o non sa rispondere, contro un restante 32 delle aziende che invece lo considera. Il 47% non prevede del tutto l’entrata dei figli in azienda nel prossimo futuro (per molti però, il passaggio generazionale può essersi appena concluso, è quindi un dato da valutare). Quasi tutte le aziende a conduzione famigliare rispondenti ai questionari  hanno forme societarie semplici e sovrapposizione della figura dell’imprenditore a quella del manager. Infine, come dimostra il grafico, il livello di conoscenza degli istituti e degli strumenti di preparazione al passaggio induce a ritenere che il tema sia generalmente sottovalutato.

Marketing Innovation Hub

 «Per arrivare a soluzioni operative efficaci e soprattutto utili per gli imprenditori il CRIET è partito dall’analisi delle scelte strategiche delle imprese per individuare insieme ad Assolombarda Confindustria Milano Monza e Brianza strumenti di affiancamento agli imprenditori per il potenziamento del loro business  – dice Angelo Di Gregorio, direttore del CRIET e Professore Ordinario di Management presso il dipartimento di Scienze Economico Aziendali e Diritto per l’Economia dell’Università di Milano Bicocca -. Un esempio concreto di questo è il Marketing Innovation Hub, progetto di CRIET rivolto agli imprenditori per lo sviluppo di competenze e lo scambio di idee e pratiche innovative nel campo del marketing e della gestione della relazione con il cliente, in risposta ad un mercato in continua e rapida evoluzione. Il progetto è partito nel 2016 e sta suscitando un alto interesse da parte delle imprese di settori e territori italiani diversi».

 














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