Dove vuole arrivare SAP in Italia, tra manifattura e intelligenza artificiale

 di Filippo Astone e Marco De Francesco ♦ Parla Luisa Arienti, numero uno della multinazionale tedesca nel nostro Paese. Che un tempo era leader e specialista “solo” del gestionale e ora si propone come gestore di tutti i processi aziendali in chiave Industry 4.0, a partire dall’analisi dei Big Data generati dall’interconnessione. Merito, anche, di Hegel…

Nel 1972, a Walldorf, nasceva SAP per opera di cinque ingegneri tedeschi (Hasso Plattner, Dietmar Hopp, Klaus Tschira, Hans-Werner Hector e Claus Wellenreuther) dipendenti dell’ IBM, che inventarono, codificarono e diffusero a livello mondiale il concetto di gestionale totalmente integrato o Erp, ovvero Enterprise resource planning. Un gestionale impegnativo da installare e far funzionare ma che ha in serbo una promessa ambiziosissima: rendere perfettamente efficace ed efficiente l’azienda che lo fa girare. Tutta l’azienda. Nel giro di vent’anni SAP – nome dell’azienda e anche del suo prodotto – è diventata il leader assoluto di settore. Oggi, con 22 miliardi di euro di fatturato, è la quarta software house mondiale dopo tre americane (IBM, Microsoft ed Oracle) e la prima europea. Anzi, l’unica software house europea multinazionale e davvero importante. Non ce ne sono altre.

Bill McDermott, CEO SAP

SAP: le motivazioni di una scelta

Parliamo di 84mila dipendenti in più di 130 paesi, 345mila clienti in 180 paesi e più di 15mila società partner in tutto il globo. Sap domina il mercato: l’87% delle aziende più potenti del mondo (quelle, per intenderci, presenti nel ranking “Forbes Global 2000”) è cliente della multinazionale tedesca. SAP, guidata per molto tempo da uno dei cinque fondatori (Hasso Plattner, che ha recentemente ceduto lo scettro all’americano Bill Mc Dermott, a ulteriore dimostrazione che se la base è in Germania il mercato è il mondo) viene scelto soprattutto per tre motivazioni:







• Promette, come già detto, massima efficacia ed efficienza dei processi
• Consente di raggiungere una omogenità di comportamenti e di gestione delle informazioni in imprese operanti in nazioni diverse oppure strutturate attraverso Business Unit dotate di larga autonomia.
• Permette di attuare processi di cambiamenti, facendo in modo che siano irreversibili e senza vie di fuga.

Per raggiungere questi obiettivi, il prezzo da pagare è però assai alto, sia direttamente e sia soprattutto indirettamente. Direttamente, il costo delle licenze è fra i più elevati di questo tipo di mercato. Poi vi sono i costi di consulenza per installare e usare tali licenze, che possono andare dal 100% al 200% del prezzo del software. Ultimi ma non meno importanti (anzi, più importanti) i costi da sostenere per la re-ingegnerizzazione dei processi di business che SAP impone. Alla fine, si può arrivare anche (nel caso delle grandi organizzazioni) a decine di milioni di euro, oltre alla necessità di impiegare allo scopo intere giornate, anzi settimane di lavoro dei dipendenti di volta in volta coinvolti. Un tempo, l’installazione di Sap era sinonimo di lacrime e sangue, anche perché in quel momento l’azienda cliente scontava l’arretratezza di tutto il suo sistema informatico. Ora le cose sono diventate un po’ meno complesse, ma restano comunque assai impegnative. Del resto, a un forte impegno su vari fronti (economico, organizzativo, mentale, temporale) corrispondono gli importanti risultati che Sap promette.

SAP nell’era di Industry 4.0

Di al notevole impegno richiesto, SAP quasi sempre si rivela efficace: mantiene la promessa di una totale integrazione delle informazioni. O, almeno, ci arriva vicino. E negli anni, chi ha installato SAP ha già messo a sistema una serie di notizie, di variabili, di sistemi di raccolta dati che poi saranno vitali per il salto verso Industry 4.0. Anzi, permetteranno un vantaggio competitivo importante. Nell’epoca del 4.0, cioé dell’interconnessione e del mutamento continuo, la terza promessa di SAP (attuare processi di cambiamento facendo in modo che siano irreversibili e senza via di fuga) diventa particolarmente allettante. La raccolta e l’analisi dei Big Data, infatti, possono determinare decisioni importanti da prendere in brevissimo tempo, e tali da imporre mutamenti di rotta continui.

Tutto ciò permette di comprendere l’evoluzione di SAP (software e azienda) nell’era del 4.0. Non più “solo” gestionale (e le virgolette sono obbligatorie visto che il vasto programma è di gestire tutta l’azienda) ma software capace di svolgere qualunque funzione, dall’intelligenza artificiale all’analisi predittiva. Prima SAP era complementare a Microsoft, IBM e ad altre proposte americane. Ora, per la stragrande maggioranza delle funzioni, è loro concorrente. Peraltro, l’estensione dello spettro di azione è un percorso evolutivo che stanno facendo tutte le multinazionali del software. Anche la stessa Microsoft, fino a pochi anni fa viveva di Windows e Office mentre adesso (vedi Industria Italiana)  ha un’offerta a 360 gradi ed è assai diversa dai tempi di Bill Gates.

La sede italiana di SAP

SAP poteva essere solo una creatura tedesca. Vedasi il pensiero di Hegel

Di questo allargamento di spettro parliamo con Luisa Arienti, la manager che guida la filiale italiana di SAP e che ha concesso a Industria Italiana un’intervista a 360 gradi. Prima di entrare nel vivo del colloquio con la Arienti, è però necessario spiegare come SAP rifletta – ancor di più con le ambizioni di oggi e il 4.0 alle porte – la filosofia e l’approccio tedesco. Il software americano è frutto di una scelta illuministica. Macchine pensanti, figlie della ragione, alleggeriscono la via dell’uomo e liberano in ultima analisi la sua capacità di pensare di nuovo. Il software è manifestazione di empirismo e di pragmatismo: è soluzione codificata, confezionata di un problema che preoccupa l’uomo. SAP è invece la rilettura –sotto forma di software– di una intera cultura, anzi, di una filosofia.

Il pensiero filosofico germanico, soprattutto Hegel, è assai utile per capire SAP. Secondo Hegel lo spirito sviluppa se stesso, si riempie di contenuto e si articola nella forma sino a diventare totalmente padrone di sé. In modo totalmente analogo, attraverso il software della società fondata da Hasso Plattner, col SAP l’idea dell’organizzazione perfetta, da puro elemento del pensiero, diventa prassi, cioé legge di funzionamento della gestione aziendale. Secondo Hegel la storia è graduale affermazione della ragione nel mondo. In Hegel è centrale la consapevolezza che la filosofia è l’autocoscienza (la consapevolezza di sé) teorica di un processo storico. L’autocoscienza raggiunge il top con l’organizzazione dello Stato. La Ragione che prende coscienza di sé nel pensiero di Hegel è infatti la medesima che presiede all’organizzazione politica della società. Il compiuto e razionale sistema filosofico coincide con la (compiuta, almeno in linea di principio) razionalità delle organizzazioni.

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Georg Friedrich Wilhelm Hegel

Di questo passaggio dall’idea alla prassi il SAP è la prova provante: il modello di organizzazione razionale è dato: deve ora diventare realtà. Tramite SAP l’idea dell’organizzazione perfetta, da puro elemento del pensiero, da pensiero ordinato e ordinatore che pensa se stesso, si trasforma in prassi, in concreta gestione aziendale. Installando il software, attuiamo in azienda l’idea dell’organizzazione perfetta. Che, nell’epoca del 4.0 (e di qui l’allargamento) diventa anche predittiva e capace di analizzare le enorme masse di dati generate dall’interconnessione, i milioni di terabytes che i sensori messi ovunque trasmettono e che informazioni grezze diventano business.

Saprà SAP fare lo stesso all’epoca del 4.0? Cioé all’epoca in cui le informazioni vengono moltiplicate per diecimila o centomila volte rispetto a quella del gestionale hegeliano? Cioé all’epoca in cui non si chiede al software solo di far funzionare un modello di business ottimale, ma anche di predire il futuro e di concepire nuovi modelli di business? Fra qualche anno potremo fornire una risposta.

Luisa Arienti
Luisa Arienti, A.D. SAP Italia

SAP Italia: intervista con Luisa Arienti

Ma torniamo a Luisa Arienti e a SAP Italia, società attiva dal 1988 con sedi a Milano e Roma, e un fatturato 2016 attorno ai 500 milioni di euro. Laureata in fisica all’università di Milano-Bicocca, già account manager in IBM e sales manager in JDEdwards Italia, la Arienti ha ricoperto ruoli importanti in Oracle (per esempio, vice presidente delle Applications Sales – Cmu per Italia, Spagna e Portogallo). In SAP aveva lavorato come global accounts – sale director dal 1996 al 1999; è tornata nel febbraio 2012 in qualità di managing director dell’area Gti (Grecia, Turchia e Israele), per poi scalare un po’ di posizioni.

D. Dal 1990 SAP SE si è sviluppata nel settore degli Erp (Enterprise resource planning) e dal 2010 produce un particolare sistema di gestione di basi di dati colonnare e in memory. Tuttavia, ci sono almeno tre gruppi globali che presentano gestionali appositi per imprese manifatturiere. L’offerta di SAP è completa?

R. Siamo in grado di venire incontro alle esigenze dell’azienda a 360 gradi. Offriamo soluzioni di tipo industry 4.0 che interagiscono con i nostri gestionali. D’altra parte il vero valore per l’azienda si ricava non solo quando i dati sono utilizzati per migliorare le attività legate alle modalità di produzione, ma nel momento in cui le informazioni sono analizzate in un gestionale più ampio che possa fornire al management gli indicatori corretti. Bisogna tenere presente che sia l’azienda in sé che il settore in cui opera possono presentare marcate specificità. La fascia alta delle PMI che sono sopravvissute alla “crisi” è caratterizzata da aziende che hanno investito pesantemente nel processo di internazionalizzazione, dieci o venti anni fa. Queste imprese hanno innovato prodotti e servizi. Sono caratterizzate da una forte inventiva. Per questo abbiamo realizzato una piattaforma specifica: consentiamo all’utenza di riscrivere le applicazioni utilizzando strumenti aperti».

R. SAP è un software molto potente utilizzato nelle medie e grandi aziende e che gestisce aree interne all’impresa. Tuttavia, passa per essere un sistema complicato, difficile da apprendere e da far girare…

R. Ciò non è più vero, anche se sta a noi cercare di cambiare la percezione che gli utenti hanno del sistema. C’è un impegno preciso dell’azienda in questa direzione. Ma una volta sono passata da un cliente importante, che era ormai in fase di go-live (l’ultimo stadio del metodo di implementazione di SAP, il quinto dopo, rispettivamente, la preparazione del progetto, il dimensionamento, lo sviluppo funzionale e la preparazione finale); era noto per essere un utente piuttosto critico.

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” Il vero valore per l’azienda si ricava non solo quando i dati sono utilizzati per migliorare le attività legate alle modalità di produzione, ma nel momento in cui le informazioni sono analizzate in un gestionale più ampio che possa fornire al management gli indicatori corretti„

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Mi sono sentita dire che in realtà trovava il nuovo sistema molto flessibile; e anzi ha definito la nuova interfaccia-utente molto accattivante. Sono quasi svenuta dalla commozione, perché significava che i clienti hanno compreso che abbiamo posto in essere delle modifiche radicali, sia in termini di contenuti e che in termini di allargamento della nostra offerta.

D. Come definirebbe SAP?

R. La migliore soluzione disponibile sul mercato per gestire a 360 gradi l’azienda, in un’ottica digitale o 4.0

D. Come si arriva dal gestionale classico al 4.0? Potrebbe descrivere i passaggi chiave?

R. Giorni fa il fondatore di Eataly, Oscar Farinetti, ha presenziato ad un nostro convegno dedicato alle PMI. Ha spiegato il suo approccio nel fare impresa, e ha sottolineato l’importanza dell’innovazione per quelle aziende che non sono ancora giunte all’apice della maturità nel proprio business. È esattamente quello che abbiamo fatto noi. In effetti, nel 2010 l’azienda di trovava in una posizione molto florida, sia dal punto di vista del posizionamento nel mercato che per numeri e profitti. Eppure, proprio in quel momento Hasso Plattner (co-fondatore e già presidente fino al maggio 2003 di SAP SE), e cioè la persona che più di tutti in azienda incarna la capacità di vision, ha iniziato a fare pressione sul board per incentivare nuove valutazione sui mercati e sugli scenari futuri.

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Oscar Farinetti, patron di Eataly, foto di Pietro Viti

Si cercava di capire quali fossero le chiavi per accompagnare l’azienda in una posizione di solidità in tempi caratterizzati da cambiamenti radicali. In buona sostanza, Hasso si è posto il problema: con i sistemi di gestione attuali, quelli disponibili sul mercato, potranno le aziende affrontare la sfida di gestire una mole sempre più imponente di dati? Saranno in grado di estrarre valore di business da queste informazioni? La risposta era senz’altro negativa, ma incorporava un pensiero innovativo, quello di Hasso.

Va ricordato che è uno dei più importanti sponsor privati della ricerca scientifica tedesca, ed ha ottimi rapporti con le università (e, anzi, ha ricevuto attestati onorari dagli atenei di Potsdam e di Saarland); ha inoltre fondato l’istituto di ingegneria dei sistemi di software “Hasso Plattner” a Potsdam. Così, in accordo con SAP, si è rivolto ai “suoi” studenti e ha detto loro: disegnate una tecnologia di gestione dei dati capace di affrontare le sfide del prossimo futuro. Ed è lì che è nato un nuovo database che Hasso ha portato di fronte al board di SAP .

L’ istituto di ingegneria dei sistemi di software “Hasso Plattner” a Potsdam: Qui è stato creato SAP HANA

D. Di che si tratta?

R. È noto come SAP HANA, un sistema di gestione di basi di dati colonnare (memorizza i dati delle tabelle come sezioni di colonne di dati piuttosto che righe di dati; ndr) e in memory (il data base management system gestisce i dati nella memoria centrale; ndr). In pratica, un solo database fa al contempo analisi applicate e transazionali: grazie a SAP HANA non solo gestisci i dati delle transazioni – e quindi vieni a sapere in tempo reale cosa stanno comprando i clienti – ma puoi anche, sulla stessa piattaforma, analizzarli. Comunque, il board ha detto subito di sì, e ha approvato un investimento davvero considerevole.

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”Con i sistemi di gestione attuali, quelli disponibili sul mercato, potranno le aziende affrontare la sfida di gestire una mole sempre più imponente di dati? Saranno in grado di estrarre valore di business da queste informazioni? Disegnare una tecnologia di gestione dei dati capace di affrontare le sfide del prossimo futuro. Da questa esigenza è nato SAP HANA„

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Oggi SAP HANA è la spina dorsale della gestione dei dati, ma è anche il cuore di una piattaforma completamente nuova, sulla quale abbiamo riscritto i nostri applicativi. Abbiamo investito in capacità analitiche innovative; prima i dati non potevano essere gestiti con sufficienti garanzie di sicurezza, di scalabilità, di performance. E poi c’è SAP Leonardo, un portafoglio IoT altamente innovativo che estende il “digital core” a applicazioni adattive, Big Data e connettività per consentire: nuovi processi aziendali; nuovi modelli aziendali; nuovi ambienti di lavoro. Le aziende, soprattutto quelle manifatturiere, hanno l’opportunità di trasformare gli scenari operativi e di reinventare i loro modelli di business.

Infine, abbiamo investito molto sul Cloud. Nel 2012, SAP ha acquisito Ariba (fornitore californiano di soluzioni cloud b2b) con una spesa di 4,3 miliardi di dollari. Poco prima SAP aveva acquistato SuccessFactors, multinazionale americana di gestione di risorse umane basate su cloud. E poi, non dimentichiamo l’acquisizione di Fieldglass, di Chicago. Ora SAP Fieldglass fornisce un sistema vendor management (VMS) basato sul cloud per il procurement di servizi e la gestione del personale temporaneo.».

D. Fieldglass sembra legato ad un’idea: il servizio è parte integrante dell’offerta…

R. Se ho un importante cliente in Cina o in qualche parte lontana del mondo, e se il cliente ha comprato i miei impianti, io devo essere in grado di intervenire con la massima rapidità per casi di manutenzione o per qualunque accadimento che possa riguardare le macchine che ho venduto. Fieldglass è lo strumento che consente all’azienda di catalogare e localizzare tutte le persone disponibili nel mondo, anche terze parti; naturalmente, tutte quelle che hanno le competenze specifiche per risolvere il problema. Fieldglass è dunque un mezzo che può rivelarsi strategico per le aziende manifatturiere, soprattutto per quelle che si occupano di impianti.

D. Parliamo appunto di manifattura. SAP che cosa è in grado di proporre alle aziende del settore?

R. Ovviamente abbiamo un’offerta che riguarda la raccolta dati, e non solo quelli relativi alla produzione in senso stretto. Si pensi al consumo energetico: è un fattore che assilla tutte le aziende del manifatturiero pesante. Ecco, noi non soltanto raccogliamo le informazioni sul consumo, ma abbiamo anche messo a punto algoritmi in grado di ottimizzare i risparmi di energia. Poi c’è l’importante tema della manutenzione delle macchine. Anche qui, la raccolta e la elaborazione di informazioni consente di operare in forma predittiva. Non è una questione da poco. Anzi, tante aziende stanno lavorando per passare da un modello di manutenzione programmata ad uno più evoluto. Naturalmente, la manutenzione predittiva comporta l’analisi dei più piccoli ingranaggi del sistema, per valutare l’usura di ogni elemento. Ma abbiamo progetti in corso anche con aziende di prima grandezza, anche non manifatturiere, come Trenitalia».

Trenitalia ha adottato una soluzione Sap
Trenitalia ha adottato una soluzione Sap

D. Il progetto ha un nome?

R. “Dynamic maintenance”. Trenitalia utilizza la piattaforma SAP HANA per analizzare i dati provenienti da migliaia di sensori a bordo dei treni in tempo reale; e ciò per migliorare i processi di manutenzione e, in definitiva, per offrire un migliore servizio clienti.

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”Per la manifattura non soltanto raccogliamo le informazioni sul consumo, ma abbiamo anche messo a punto algoritmi in grado di ottimizzare i risparmi di energia. Poi c’è l’importante tema della manutenzione delle macchine. Anche qui, la raccolta e la elaborazione di informazioni consente di operare in forma predittiva„

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D. Negli ultimi anni SAP ha realizzato importanti acquisizioni, tra cui Concur. Ci può spiegare il disegno strategico?

R. Il passaggio di Concur Technologies a SAP SE è stato definito nel settembre del 2014, dietro un corrispettivo di 8,3 miliardi di dollari. L’acquisto è stato poi perfezionato nel dicembre di quell’anno. Concur semplifica la gestione del flusso di cassa; in particolare, agevola il monitoraggio, l’analisi e la creazione delle note spese. Di fatto, ora i clienti SAP hanno accesso a importanti innovazioni nella gestione dei viaggi e delle spese, e ciò consente loro di raggiungere livelli di produttività più elevati. È un software come servizio Saas ( “Software as a Service” ndr. ), una tecnologia che dà risposte flessibili e a basso costo nell’implementazione di soluzioni automatizzate. Per viaggi e hotel, talora non c’è bisogno (e ciò dipende anche da singole convenzioni) che il dipendente anticipi alcunché; quanto agli scontrini, basta fotografarli col cellulare e inoltrare l’immagine al sistema.

Interno della sede centrale SAP a Walldorf in Germania

Com’è noto, il Saas è un servizio di cloud computing; ma ciò non significa che i clienti SAP debbano disconnettere il proprio cloud per servizi di travel e expence. Anzi Concur si integra con le applicazioni SAP e abbiamo molti clienti che utilizzano le nostre soluzioni in modo sinergico. Concur e SAP stanno lavorando per armonizzare ulteriormente le rispettive soluzioni. Va detto che in vistao dell’acquisto di Concur, SAP ha pensato anche ai millennial: non è nella loro mentalità spendere il proprio tempo a caricare dati in un sistema».

D. SAP, peraltro, sta esplorando altri comparti

R. L’Healthcare, per esempio. È uno dei settori che si muoverà con grande rapidità in un’ottica di digitalizzazione. Anzi, per il vero lo sta già facendo, anche se non in Italia. Comunque sia, in questo campo stiamo facendo grandi cose. Per esempio, quelle messe in piedi con Roche (Roche Holding AG è un gruppo farmaceutico svizzero che opera a livello globale). Per esempio, Accu-ChekView, un nuovo pacchetto che combina un monitor per il glucosio nel sangue, un fitness tracker (gadget, di solito un braccialetto, in grado di registrare ogni nostra attività fisica, secondo diversi parametri) indossabile e una app sviluppata da SAP che integra le diverse funzioni.

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Kit Accu-Check ( credits Animagus )

L’idea è quella di soddisfare le esigenze individuali sia dei pazienti che dei medici: il fatto è che i segni vitali di un paziente e il livello di zucchero nel sangue possono essere osservati in relazione al loro livello nel corso dell’attività fisica, in tempo reale. Perché al mondo, 350 milioni di persone hanno il diabete. Si tratta di una di quelle malattie croniche dalle quali non si guarisce, ma che possono essere monitorate negli effetti, per consentire ai pazienti un’esistenza la più regolare possibile. Comunque sia, con questo sistema il medico può monitorare il paziente in remoto e il paziente può comunicare con l’ufficio del medico.

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”L’ healthcare è uno dei settori che si muoverà con grande rapidità in un’ottica di digitalizzazione, e  in questo campo stiamo facendo grandi cose. Il tema della privacy è un aspetto estremamente delicato per aziende come la nostra, poniamo grande cura nel far sì che i nostri sistemi siano compliance con le leggi  in vigore„

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In base alle informazioni, i dosaggi possono essere modificati e si possono prevenire le crisi. Si possono evitare le continue ospedalizzazioni, che determinano disagio per il paziente e un aggravio per la spesa pubblica. Ora, utilizzando SAP Connected Health sulla piattaforma SAP Cloud, tutti i dati necessari vengono raccolti, memorizzati e elaborati in modo sicuro, fornendo al medico e al paziente l’accesso a informazioni e feedback immediati .

D. Questo, peraltro, è destinato a modificare il rapporto tra medico e paziente

R. Uno stretto collegamento con il medico genera un rapporto più forte, con un potente effetto di sostegno psicologico per i pazienti. Ad esempio, i piccoli errori e le mancanze nello stile di vita possono essere verificati in fretta perché l’applicazione lancia segnali a medico e paziente, che possono lavorare insieme sulle soluzioni. Se un paziente non è abbastanza attivo, l’applicazione è un buon strumento di supporto per motivarlo a tornare in pista».

D. E la privacy? Non possono verificarsi problemi di questo genere?

R. Il tema della privacy è un aspetto estremamente delicato per aziende come la nostra che hanno il compito di garantire ai propri clienti la massima sicurezza dei dati. Per questo poniamo grande cura nel far sì che i nostri sistemi di gestione delle informazioni siano compliance con le leggi oggi in vigore e non vengano pertanto disattese.

 

 














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