Digital Magics: un ponte tra industria e startup innovative

The Golden Gate Bridge in San Francisco, CA at sunset.

di Luigi Dell’ Olio ♦ Come opera il business incubator di Gay e Fioravanti: 43 milioni raccolti finora, 1500 pitch, 70 start up in portafoglio. Accordi con merchant bank, università, fondi di venture capital con l’obiettivo di individuare ed aiutare la crescita delle start up e l’open innovation

«Operiamo da ponte per mettere in comunicazione l’industria e le nuove aziende che fanno innovazione. Due mondi che possono incontrarsi nella dimensione di Industria 4.0 dando vita a iniziative di crescita molto utili non solo per il business delle singole realtà, ma per l’intero Paese». Alberto Fioravanti, fondatore e presidente Esecutivo di Digital Magics, racconta così il posizionamento di business dell’azienda milanese che opera come hub dell’innovazione, incubando aziende ad alto potenziale per accompagnarne la crescita.







Alberto Fioravanti, fondatore e presidente Esecutivo di Digital Magics

Modello di business

Digital Magics è una realtà fondata nel 2004 -quindi dopo lo scoppio della bolla finanziaria intorno alla New Economy- che ha vissuto in pieno il boom di startup tecnologiche che sta investendo il nostro Paese. «Ci sono energie straordinarie in giro per la Penisola: il nostro compito è andare a individuarle e supportarle nel percorso di crescita», racconta il vice presidente esecutivo Marco Gay, che sui temi dell’innovazione si è molto speso anche durante il mandato da presidente dei Giovani industriali di Confindustria.

Digital Magics è un business incubator: costruisce e sviluppa business digitali, affiancandosi ai fondatori delle startup e fornendo servizi di accelerazione. Quindi a livello industriale opera con nuove aziende per creare progetti di successo, dall’ideazione fino alla possibile quotazione. «In molti casi chi ci rivolge a noi ha solo in mente un’idea d’impresa: riceviamo circa 1.500 pitch ogni anno», aggiunge Fioravanti. «Da qui si parte per individuare i progetti che in prospettiva possono avere mercato, si analizzano le competenze presenti nel team di lavoro, si cerca insieme di trovare una strada nel mercato».

Marco Gay_Vicepresidente Esecutivo Digital Magics_web
Marco Gay, Vicepresidente Esecutivo Digital Magics

Il ruolo dell’Open Innovation

La piattaforma d’incontro tra “vecchio” e nuovo – anche se sarebbe meglio dire tra realtà consolidate e nuove iniziative imprenditoriali- è costituita dai programmi di Open Innovation per supportare le imprese italiane nell’innovazione di processi, servizi e prodotti aziendali grazie alle tecnologie delle startup. «L’Italia ha un gap nella produttività in ambito tecnologico di circa 10 punti percentuali rispetto alla media europea», annota Fioravanti. «L’unico modo per recuperare terreno, e farlo in modo rapido per evitare di perdere ulteriore capacità competitiva, è aiutare i due mondi a parlarsi». Un concetto rafforzato da Gay, quando sottolinea che «tra i nostri compiti vi è quello di portare la mentalità aperta delle startup nell’industria e l’organizzazione di queste ultime nelle nuove imprese». Un lavoro che è anche di “mediazione culturale” tra due approcci al lavoro e alla comunicazione molto distanti tra loro. Tra i partner nel campo dell’Open Innovation ci sono: Moleskine, Poste Italiane, Electrolux, Gruppo Intesa Sanpaolo, Fastweb, Gruppo Uvet, Gruppo Adecco, EY Italia, Nice, Sec, Cisco, Bricoman Italia ed Editoriale Il Fatto.

Le partnership

In questo approccio rientrano gli accordi con Talent Garden, network di coworking per i professionisti del digitale, e con Tamburi Investment Partners, merchant bank messa in piedi da Giovanni Tamburi con l’obiettivo di investire il denaro delle ricche famiglie italiane nell’economia reale. Nel primo caso l’obbiettivo è supportare l’espansione del network, per puntare alla nascita di 30 nuovi campus in Italia e in Europa. Nel secondo di aumentare le possibilità di investimento nelle startup e scaleup incubate da Digital Magics e lo sviluppo dei programmi di Open Innovation e di digitalizzazione delle imprese italiane d’eccellenza. Nei mesi scorsi è stata poi raggiunto un accordo con l’Università Telematica Pegaso e l’Universitas Mercatorum per dare vita alla: Digital Magics Startup University, polo di formazione telematica per gli aspiranti startupper, che punta sulla contaminazione degli ambiti fondamentali della formazione e dei corsi di studio a distanza, con le competenze necessarie per creare un’impresa digitale innovativa e che nascono dall’esperienza sul campo.

Il ruolo dell’industria

Fioravanti insiste sull’opportunità di rinnovamento offerta all’industria italiana. «Siamo il secondo Paese manifatturiero d’Europa e, per continuare a giocare un ruolo da protagonisti, occorre che le competenze, l’esperienza e il know-how acquisiti negli anni si aprano alle forze nuove dell’innovazione». «Quest’ultima è il motore dell’industria», gli fa eco Gay. «Quella che oggi è tradizione, all’inizio è stata innovazione, in un percorso che si ripete ciclicamente nei decenni». Ed è proprio su queste convinzioni che si basa il modello di business di Digital Magics.«Chi fa un percorso di strada con noi può contare sul fatto che diventiamo soci, per cui si avvia un percorso con obiettivi comuni», aggiunge Gay. Che conclude ricordando i filoni di maggiore interesse per l’incubazione e gli investimenti: Internet of Things, Energy e Fintech.

I numeri

Digital Magics ha sei sedi in Italia – Milano, Napoli, Palermo, Roma, Padova e Bari -, alle quali si aggiungerà quella di Torino. Attualmente l’azienda può contare su oltre 70 startup in portfolio. Ha già realizzato 7 exit, con un rendimento medio del 30%, e ha reinvestito 5 milioni di euro in altre nuove iniziative. Le nuove aziende incubate dal gruppo milanese hanno raccolto negli anni 43 milioni di euro, creando 500 posti di lavoro.

Quotata all’Aim, il listino di Piazza Affari dedicato alle Pmi, l’azienda ha chiuso il 2016 con un valore della produzione a quota 2,9 milioni di euro, mettendo a segno un progresso del 13% rispetto al 2015. L’Ebitda ha visto un balzo da 190mila a 33mila euro (+75%), mentre l’Ebit si è confermato in terreno negativo (-249mila euro dopo -231mila del 2015) a causa degli ammortamenti relativi agli investimenti operati per le nuove linee di business. Così, anche alla luce di dieci svalutazioni di partecipazioni azionarie, il risultato dell’esercizio è stato negativo per 3,2 milioni. Il write-off è abbastanza frequente nella storia di Digital Magics: infatti il modello di business dell’incubatore prevede che, all’interno del portfolio, vi sia una continua scrematura. In sostanza, il finanziamento prosegue nel tempo, e a volte si rafforza anche, solo limitatamente alle partecipate migliori.Chiudendo lo sguardo al bilancio, l’indebitamento finanziario netto è pari a 3,9 milioni, su livelli di assoluta tranquillità.

Management Digital Magics
Il Management di Digital Magics

[boxinizio]

                                                                 DIGITAL MAGICS

Fondata nel 2004, Digital Magics è un incubatore certificato di startup innovative, che propongono contenuti e servizi ad alto valore tecnologico.  A luglio 2013 Digital Magics si quota all’AIM Italia – Mercato Alternativo del Capitale dedicato alle PMI italiane ad alto potenziale di crescita, organizzato e gestito da Borsa Italiana (simbolo: DM).– In quanto business incubator costruisce e sviluppa business digitali, affiancandosi ai fondatori delle startup e fornendo servizi di accelerazione. Supporta quindi a livello industriale le startup per creare progetti di successo, dall’ideazione fino all’IPO, offrendo alle imprese italiane supporto strategico e servizi per la trasformazione digitale e l’Open Innovation. Complementari ai servizi sono le attività di investimento, che hanno prodotto negli anni un portafoglio di oltre 70 partecipazioni in startup, scaleup e spinoff digitali con alti tassi di crescita.

Digital Magics progetta e sviluppa programmi di Open Innovation per supportare le imprese italiane nell’innovazione di processi, servizi e prodotti aziendali grazie alle tecnologie delle startup, creando un ponte strategico fra le aziende e tutto l’ecosistema delle neoimprese digitali.  Nel 2015   ha stretto due accordi strategici con Talent Garden, network di coworking per i professionisti del digitale leader in Italia e in Europa con oltre 18 campus e con Tamburi Investment Partners, prima investment- merchant bank italiana indipendente, per la costruzione del più importante hub per l’innovazione italiana, che ha l’obiettivo di sviluppare 100 startup digitali.


Digital Magics supporta lo sviluppo di Talent Garden puntando all’apertura di 30 nuovi campus in Italia e in Europa. Nei campus di coworking Talent Garden sono attivi i servizi di incubazione e di Open Innovation gestiti da Digital Magics. Tamburi Investment Partners favorisce ulteriori investimenti nelle startup e scaleup incubate da Digital Magics e lo sviluppo dei programmi di Open Innovation e di digitalizzazione delle imprese italiane d’eccellenza.

Nel 2016 la più importante piattaforma nazionale di innovazione – gestita da Digital Magics, Talent Garden e Tamburi Investment Partners – si allarga con l’ingresso di Università Telematica Pegaso e Universitas Mercatorum. Insieme a Digital Magics viene lanciata Digital Magics Startup University: il più importante polo italiano di formazione telematica per tutti gli aspiranti startupper. Digital Magics Startup University si pone come obiettivo la contaminazione degli ambiti fondamentali della formazione e dei corsi di studio a distanza, con le competenze oggi necessarie per creare un’impresa digitale innovativa e che nascono dall’esperienza sul campo. Digital Magics Startup University seleziona i talenti già durante la formazione per creare di fatto una nuova generazione di imprenditori, con gli strumenti e le metodologie più moderne e tipiche del mondo delle startup.

Sempre nel 2016 l’hub per l’innovazione di Digital Magics si arricchisce di nuovi alleati per il digital made in italy: Innogest e Withfounders. Digital Magics infatti ha stretto un accordo con Innogest, uno dei più importanti fondi di venture capital, e alcuni soci di Withfounders, acceleratore seed. A seguito dell’accordo, Digital Magics è il primo socio di Withfounders, con una quota del 35% del capitale della società. La partnership strategica siglata con i soci di Withfounders ha contribuito anche alla crescita del valore del portfolio delle partecipate di Digital Magics, che si arricchisce, indirettamente, delle 13 startup in cui Withfounders ha già investito e che hanno registrato nel 2015 un fatturato aggregato superiore ai 15 milioni di Euro. L’accordo, inoltre, ha consolidato e accelerato maggiormente il rapporto di collaborazione, già avviato, fra l’incubatore e Innogest per lo sviluppo e l’investimento di startup innovative digitali.

[boxfine]

 














Articolo precedenteDelphix: o della moltiplicazione virtuale dei dati
Articolo successivoAirbus in volo con Stratasys






LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui