Arcuri (Invitalia): ecco che cosa faremo per l’industria 

Domenico Arcuri
Domenico Arcuri, amministratore delegato di Invitalia

di Claudio Barnini ♦ Parla Domenico Arcuri, ad di Invitalia, agenzia governativa che finanzia 115 mila imprese, per un controvalore di quasi 9 miliardi di euro.

«Il modello di intervento nelle aree di crisi industriale è stato di recente oggetto di profonda revisione. La nuova normativa è orientata a massimizzare la collaborazione tra il Governo e le Regioni, riconoscendo a Invitalia un ruolo strategico di coordinamento. È infatti imminente l’emanazione, da parte del ministero, del decreto relativo alla mappatura di queste aree, individuata, con il supporto di Invitalia ed in condivisione con le regioni». Parola di Domenico Arcuri (foto in alto), amministratore delegato di Invitalia, l’agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa. Invitalia smuove numeri importanti: al 1 settembre 2016 sono state 115.830 le imprese finanziate, per un totale di 8,68 miliardi di euro di agevolazioni concesse e 234.212 posti di lavoro creati. E da sempre l’agenzia ha una particolare attenzione allo startup di iniziative innovative, agli spin off da ricerca e alle idee brillanti che hanno potenzialità di business. Domenico Arcuri non ha dubbi sul futuro industriale italiano: «C’è bisogno di un ecosistema dell’innovazione perché un’azienda innovativa possa crescere. Invitalia, di concerto con il Governo, lavora anche per questo». Invitalia opera in tutte le aree di crisi industriale complessa a oggi riconosciute dal Mise e agisce come soggetto attuatore degli interventi di riqualifica ambientale, a cui è affidata l’ideazione e l’attuazione dei progetti di riconversione e riqualificazione industriale. Gestisce pertanto l’intervento ex legge 181/89, lo strumento nazionale per il sostegno a progetti imprenditoriali nelle aree di crisi industriale e coordina tutte le azioni (di politica attiva del lavoro, di miglioramento della dotazione infrastrutturale, di promozione dei progetti di R&S) promossi dal Governo e dalle Regioni, per soddisfare i fabbisogni di sviluppo dell’area. Invitalia prossimamente interverrà con la legge 181/89 anche nelle aree di crisi industriale non complessa.







Il porto di Napoli
Il porto di Napoli

Domanda. C’è ancora un’emergenza Sud? Se si dove soprattutto?

Risposta. Al Sud ci sono più emergenze: 1) il lavoro, con tassi di disoccupazione giovanile e femminile non più ammissibili per un Paese come l’Italia; 2) la legalità e la sicurezza, con alcuni territori o interi quartieri di grandi città metropolitane senza servizi sociali, sanitari, trasporti, infrastrutture; 3) la scuola e le università, con alti tassi di dispersione e con un’offerta formativa statica e obsoleta, poco allineata con le nuove traiettorie di sviluppo. Ma il Sud è per fortuna anche altro: ci sono aree di vitalità industriale importanti, distretti produttivi e ecosistemi dell’innovazione in grado di competere nel mondo. Penso ai distretti ad alta tecnologia dell’Aerospazio in Campania e in Puglia, al distretto della meccatronica pugliese, penso ai materiali compositi del distretto di Napoli, al polo hi-tech e ai micro e nano sistemi di Catania, alla capacità attrattiva del patrimonio culturale del Sud (Pompei, la reggia di Caserta), penso anche ai tanti giovani talenti, startupper, nuovi imprenditori che il lavoro se lo stanno creando. Insomma, il Sud è una grande minaccia che può e deve diventare la nostra più grande opportunità.

D. Innovazione e ricerca: è questa la soluzione per le aziende industriali, soprattutto del manifatturiero, per vincere la sfida del futuro?

R. Servono anzitutto infrastrutture, materiali ed immateriali: oggi le nuove tecnologie, che sono sempre più meno costose, consentono di ridurre divari e distanze prima inavvicinabili: ciò che non hanno potuto i ponti o le strade lo può fare la banda larga, in molto meno tempo e con un grado di pervasività molto più ampio. Inoltre, è necessario puntare sui giovani: l’Europa è il continente più vecchio del mondo, l’Italia è dopo la Germania il paese più vecchio d’Europa; il sud Italia invece è una delle macrozone più giovani d’Europa: coltiviamo questo patrimonio, valorizziamolo, aiutiamolo a crescere. La ricerca e l’innovazione, più che la soluzione, sono una necessità se davvero le imprese vogliono competere e vincere la sfida del futuro. Oggi è in corso una nuova rivoluzione industriale, con la totale automazione e interconnessione delle produzioni: la cosiddetta Industry 4.0. Solo le imprese ad alto contenuto tecnologico e a maggior contenuto di conoscenza potranno ancora competere e creare nuovi posti di lavoro nei prossimi anni.

Istituto Tecnico Superiore Aerospazio, Puglia
Istituto Tecnico Superiore Aerospazio, Puglia













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