Anie, in prima linea nella quarta rivoluzione industriale

 di Paolo Del Forno ♦ Gli interventi all’ Assemblea. Busetto: le nostre industrie generano innovazione tecnologica per l’Italia. Boccia: i destini dell’ impresa  legati a quelli del Paese

Vogliamo contribuire al successo dell’ Industria Italiana. Un intendimento chiaro e più volte esplicitato, quello del neo Presidente di Federazione Anie Giuliano Busetto, appena eletto dall’ Assemblea dei soci, riunita a Milano. Un ruolo importante, come ha più volte ribadito nella relazione consegnata all’attenzione del parterre, e ineludibile per le imprese elettrotecniche ed elettroniche che rappresentano l’industria più innovativa nel sistema manifatturiero italiano, quella che fornisce tecnologie per i mercati finali dell’Energia, delle Infrastrutture e Building e dell’Industria. Ma soprattutto quella che si trova in posizione avanzata nel crocevia strategico del percorso verso l’Industry 4.0.







La squadra

Busetto sarà affiancato da cinque Vice Presidenti. Guidalberto Guidi (numero uno di Ducati Energia, e personaggio con un ricco curriculum confindustriale alle spalle, che l’ha visto a lungo vicepresidente di Confindustria, presidente del Sole 24 Ore, presidente della stessa Anie e di Ancma, l’associazione nazionale cicli, motocicli e accessori)  con delega a “Centro Studi e Relazioni Esterne”; Emilio Cremona (a.d. di Focrem ed Efm, già presidente di Anie Rinnovabili e del Gestore servizi energetici) con delega a “PMI e Rapporti istituzionali” e Andrea Maspero (a.d. Maspero Elevatori), con delega alla “Internazionalizzazione”.

Completano la squadra due manager di imprese multinazionali, competenti e fortemente radicati nel nostro Paese, come Maurizio Manfellotto (numero uno della giapponese Hitachi, conglomerata giapponese dell’elettronica, leader mondiale nei treni, nonché azienda che nel 2015 ha acquisito Ansaldo Breda) e Matteo Marini, presidente di Abb. A Manfellotto la delega   “Infrastrutture intelligenti” e a Matteo Marini la delega “Energia”, i due grandi temi che, con la Digitalizzazione del manifatturiero, rappresentato i driver strutturali e di interesse per tutte le imprese associate. Una squadra, insomma, nella quale vengono rappresentate tutte le tipologie di aziende iscritte ad Anie, dalle multinazionali straniere con importante presenza in Italia fino alle medie imprese manifatturiere a proprietà famigliare.

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Matteo Marini Vicepresidente Anie con delega all’ Energia

Le sfide future

«Siamo di fronte a un decennio che offrirà grandi prospettive di cambiamento» ha detto Busetto « connotato dalla integrazione trasversale di tecnologie che spaziano dalla meccanica all’ automazione, all’ information technology». Le sfide future che Busetto ha passato in rassegna e che riguarderanno i prossimi cinque anni della presidenza, si svilupperanno secondo i tre driver che lo stesso Busetto ha individuato, ( Infrastrutture intelligenti, Energia e digitalizzazione del manifatturiero), e per tutte si parte dall’assunto che  «le nostre industrie generano innovazione tecnologica per l’ Italia, quella che ha aperto negli ultimi anni nuove frontiere, Smart Grid, Smart City, Intelligent Building, mobilità intelligente, automazione e digitalizzazione.» L’idea di fondo è che le imprese elettroniche ed elettrotecniche italiane sono pronte ad accompagnare l’intero sistema manifatturiero nazionale verso la quarta rivoluzione industriale.

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Maurizio Manfellotto, Vicepresidente Anie con delega alle Infrastrutture intelligenti
Lo stato attuale e le previsioni a breve

La situazione di partenza, delineata nei dati forniti da Busetto con l’ausilio delle previsioni del Centro Studi di Confindustria, il Centro studi Anie e Prometeia ( ndr. vedi l’articolo già pubblicato da Industria Italiana ) inseriscono il settore dell’ Industria Elettrotecnica ed Elettromeccanica in un trend del manufatturiero che, a fronte di andamenti differenziati dei comparti ci dice che dopo un positivo 2015, il 2016 avrà un ritmo di recupero inferiore alle attese, in relazione allo scenario macroeconomico mondiale e alla situazione del paese.

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Emilio Cremona, Vicepresidente Anie con delega a PMI e Rapporti istituzionali
Azione trasversale per lo sviluppo

Per dirla con una frase che spesso è sulla bocca del Presidente di Confindustria Boccia, intervenuto all’ assemblea di Milano, bisogna essere pessimisti nelle previsioni, ottimisti nelle aspettative. Da questo punto di partenza, dice Busetto «focalizzandoci verso il futuro, esiste un chiaro indirizzo sui trend e sulle tematiche tecnologiche verso cui l’industria italiana deve svilupparsi, laddove la trasversalità delle imprese Anie avrà direttamente un impatto positivo ». Un compito quindi centrale per risollevare le sorti dell’ industria italiana, posto che, come piu’ volte ricordato da Busetto, « Anie ha il dominio delle tecnologie smart nelle reti, nella mobilità e nelle città intelligenti, gli elementi centrali del sistema infrastrutturale intelligente di cui il paese ha bisogno».

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Andrea Maspero, Vicepresidente Anie,con delega alla Internazionalizzazione
Il piano Industria 4.0

Sul tema dei rapporti con le politiche del governo Busetto ha espresso un apprezzamento particolare al piano presentato dal Ministro Carlo Calenda, definendo  «misure convincenti il credito d’imposta per la Ricerca e Sviluppo agli aiuti per le Start Up innovative,  il rinnovo del super ammortamento dei beni strumentali al 140 per cento e l’ introduzione dell’ iper ammortamento al 250 per cento per gli investimenti privati sui beni durevoli » e ha sottolineato che «il futuro della smart factory passa attraverso la progressiva adozione di tecnologie abilitanti e caratterizzanti. Le tecnologie elettroniche, dell’automazione, meccatroniche e del software sono indispensabili per questo sviluppo».

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Vincenzo Boccia, Presidente Confindustria

L’intervento di Boccia

Il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, intervenuto in chiusura dell’ Assemblea, ha inserito nel quadro piu’ generale dello sviluppo del Paese  le considerazioni di Busetto e ha delineato le prossime linee di azione della associazione di rappresentanza delle imprese manifatturiere e di servizi. «Bisogna spingere il Paese verso una cultura industriale. Quale industria immaginiamo per il futuro di questo paese? Una industria ad alto valore aggiunto, ad alta intensità di investimenti, ad alta intensità di produttività e che aggiunga servizi ai prodotti. Siamo convinti che questa volta » ha aggiunto Boccia  «i destini dell’ impresa sono legati ai destini del paese e questo prelude all’ apertura di una stagione di confronto con i sindacati, con le banche, con il governo. »

Il Patto per la Fabbrica

Riguardo al  primo punto Boccia ha  sottolineato che « sulle relazioni industriali stiamo spingendo molto; abbiamo detto al governo di non preoccuparsi dei modelli contrattuali ma di intervenire sulla politica fiscale che riguarda la convenienza dello scambio salario-produttività perché per noi la produttività è un fattore determinante di competitività ». Con Cgil Cisl e Uil è prossimo un incontro per discutere  la proposta confindustriale che Boccia ha definito  “ Patto per la Fabbrica .“  «Se non ci chiariamo insieme – ha detto Boccia riferendosi ai sindacati  – quale idea abbiamo del futuro, non riusceremo a valutare se si puo’ convergere in un’unica direzione».

Critiche all’ impostazione del Patto di Stabilità

Boccia ha chiesto all’ Anie di contribuire all’elaborazione di una “Agenda per la competitività del paese ai fini della crescita” laddove, per il Presidente di Confindustria « la crescita è un’idea di società. Prima si definisce cosa dobbiamo realizzare nell’economia reale, quale deve essere il livello di crescita da raggiungere e poi si individuano gli strumenti:  é esattamente il percorso inverso definito dal Patto di stabilità, con cui si interviene sui dati di bilancio prescindendo dagli effetti – una distonia che Boccia rileva anche tra l’azione di Draghi e le politiche dell’ Unione Europea – c’è una politica monetaria della BCE espansiva cui corrisponde una politica economica timida. » Questa mancanza di univocità di indirizzo, che pesa in maniera negativa, va risolta anche nelle sue declinazioni a livello di politiche regionali. Per Boccia  è necessario convergere verso un’ unica politica economica.

L’agenda futura di Confindustria

Tornando all’ area operativa dell’Anie e alle indicazioni sui drivers data da Busetto, e in generale al ruolo delle associazioni confindustriali, per Boccia «la digitalizzazione e la possibilità di cavalcare la quarta rivoluzione industriale, pone una questione interna alle fabbriche che dobbiamo affrontare consapevoli che i fattori di produzione non sono piu’ due ma quattro: capitale, lavoro e ora conoscenza e informazione. Questo richiede un ruolo importante delle associazioni ai fini d’informazione ai  nostri imprenditori su quello che sono gli scenari futuri.»  Infine  per Boccia « quello che possiamo e dobbiamo fare è costruire un’ agenda della competitività a medio termine nel paese, definire e inquadrare il patto per la fabbrica, definire un’ idea di Europa con un futuro e una crescita, aprire dei confronti con le altre organizzazioni confindustriali europee, informare su quelle che sono le direzioni del futuro e rafforzare il rapporto  tra scuola, università  e impresa.»














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